Da pochi giorni c'è una nuova sezione sul Portale Covid-19 dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. È dedicata a misurare la resilienza dei sistemi sanitari regionali.
Cosa si intende con la parola "resilienza"?
Si tratta di un termine molto in voga che sta ad indicare la capacità di reagire di fronte a una difficoltà o a un trauma, adattando il proprio comportamento ad un contesto mutato.
In particolare, la resilienza a cui fanno riferimento l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) e il Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna è quella dimostrata dai vari sistemi sanitari regionali di fronte all’emergenza Covid-19, e la capacità di riadattare i propri servizi e la propria organizzazione per continuare a garantire le prestazioni sanitarie necessarie ai cittadini, al di là delle cure e delle misure di prevenzione direttamente legate al covid.
Quali indicatori sono stati scelti per misurare la resilienza dei sistemi sanitari delle singole regioni?
Per capire l’andamento dell’assistenza sia negli ospedali sia in ambito di specialistica ambulatoriale, sono stati messi a confronto i dati dei primi mesi del 2020 con quelli dello stesso periodo 2019, relativi a 24 indicatori di attività, tra cui la prevenzione e le cure in area oncologica, quelle in area cardiovascolare, il numero di interventi per fratture al femore, le prestazioni di specialistica ambulatoriale.
È stato messo a confronto il quadrimestre marzo-giugno (2020 vs 2019), mentre per gli indicatori screening e ambulatoriale, il periodo analizzato va da gennaio a settembre (2020 vs 2019). Inoltre, l’attività dei sistemi regionali è stata rapportata anche con la maggiore o minore incidenza del virus.
Una capacità di rispondere ai bisogni di cura extra covid ridotta del 50%
Noi che ci occupiamo del problema delle liste d’attesa, siamo particolarmente attenti all’indicatore relativo ai ricoveri ordinari per interventi chirurgici programmati.
Sia che vengano presi in assoluto, sia che vengano considerati in percentuale, questi dati ci raccontano in modo evidente che la pandemia ha imposto una brusca frenata: – 50% in media. E con chiusure importanti. Il Molise ha contingentato pesantemente l’accesso agli ospedali (-73,6%), ma anche in Puglia e in Basilicata i ricoveri ordinari sono stati tagliati di circa il 60%. A seguire, a stretto giro, anche Calabria, Marche e Lombardia (-57%). Hanno invece dimostrato di dare risposte superiori alla media italiana Bolzano (-35,5%), Lazio (-36,4%), Veneto (-38%).
Dati parziali, che rischiano di peggiorare
Mancano ancora i dati relativi alla seconda metà del 2020 e al primo semestre del 2021, che sicuramente confermeranno (se non addirittura peggioreranno) questo quadro.
Sono dati che possono però (e devono) guidare le strategie per la ripartenza. Tra queste, il ricorso alla mobilità sanitaria europea sembra, secondo il parere dei nostri esperti, uno dei driver più interessanti su cui puntare.