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La Regione Toscana ha approvato una legge innovativa sul fine vita, la prima in Italia a disciplinare le procedure per il suicidio medicalmente assistito. Il provvedimento, nato da un’iniziativa popolare, ha suscitato ampio dibattito politico e sociale.
Il voto in Consiglio Regionale
Con 27 voti a favore e 13 contrari, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge sul fine vita, la prima in Italia a disciplinare le procedure sanitarie per l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
La legge nasce da un’iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni.
A favore hanno votato Partito Democratico (con una consigliera astenuta), Italia Viva, Movimento 5 Stelle e il gruppo Misto.
Hanno espresso voto contrario Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Il quadro giuridico
La normativa si inserisce in un contesto nazionale privo di una legge specifica sul suicidio assistito, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 abbia eliminato la punibilità per chi presta aiuto al suicidio di un malato che si trovi in determinate condizioni.
In questo scenario, si pone il quesito: le Regioni possono legiferare autonomamente in materia?
Il Partito Democratico, alla guida della Giunta regionale, ritiene di sì e ha approvato una legge di iniziativa popolare che disciplina “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per l’effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019”.
Se la norma sarà confermata, sarà la prima legge in Italia a regolamentare il fine vita.
Le verifiche necessarie
La sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che, per poter accedere al suicidio medicalmente assistito, il Servizio sanitario nazionale deve effettuare due tipi di verifica:
Le condizioni del malato: deve essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetto da una patologia irreversibile che gli causa sofferenze fisiche e psicologiche ritenute intollerabili, e deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
Le modalità di esecuzione del suicidio: il tutto deve essere sottoposto al parere del comitato etico territoriale.
La proposta di legge toscana mira a definire ruoli, tempi e procedure di competenza regionale, così come delineato dalla Corte Costituzionale.
Le divisioni politiche e le critiche
L’approvazione della legge ha generato malumori e divisioni, anche all’interno del Partito Democratico, soprattutto tra i membri di ispirazione cattolica.
Forza Italia, attraverso il consigliere regionale Marco Stella, ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità.
Fratelli d’Italia ha espresso una chiara opposizione, mentre la Lega sembra orientata a lasciare libertà di voto ai propri membri.
Anche alcuni costituzionalisti hanno sollevato perplessità, temendo che l’assenza di una legge nazionale possa portare a disparità di trattamento tra le diverse regioni.
Inoltre, la Conferenza Episcopale Toscana è intervenuta con una dichiarazione in cui ribadisce che “la vita umana è un valore assoluto, tutelato anche dalla Costituzione: non c’è un ‘diritto di morire’, ma il diritto di essere curati, e il Sistema sanitario esiste per migliorare le condizioni della vita e non per dare la morte”.
Per placare le tensioni, la commissione del Consiglio regionale ha introdotto alcuni emendamenti al testo e ulteriori modifiche saranno discusse in aula.
Commissione medica e copertura dei costi
La legge stabilisce la creazione di una commissione medica multidisciplinare all’interno delle aziende sanitarie, incaricata di valutare se il paziente soddisfa i requisiti per accedere al trattamento. Inoltre, il costo del farmaco necessario sarà coperto dalla Regione.
Per quanto riguarda le tempistiche:
La procedura di verifica dovrà concludersi entro 30 giorni, con possibilità di sospensione per un massimo di 5 giorni.
In caso di esito positivo, la Commissione avrà 10 giorni per definire le modalità di attuazione del suicidio.
Il termine massimo per la conclusione del procedimento è di 45 giorni.
Sul piano finanziario, un emendamento della maggioranza prevede uno stanziamento di 10.000 euro all’anno per il triennio 2025-2027, destinato all’attuazione delle prestazioni legate al suicidio medicalmente assistito.
Conclusioni
L’approvazione della legge toscana sul fine vita rappresenta un passo storico in Italia, ma il dibattito rimane acceso sia sul piano politico che etico.
Mentre alcuni vedono nella normativa un’importante conquista per l’autodeterminazione del malato, altri temono che l’assenza di una disciplina nazionale possa generare disomogeneità e contrasti giuridici.
La questione resta aperta e il futuro della legge dipenderà anche dalle eventuali impugnazioni e dai successivi sviluppi normativi a livello nazionale.