Il Letto d’ospedale, un inaspettato contributore alle emissioni di CO2

Uno studio condotto dall’Università di Waterloo, pubblicato nel Journal of Industrial Ecology, ha gettato luce sull’impatto ambientale degli ospedali, svelando dati sorprendenti che potrebbero rivoluzionare l’approccio alla sostenibilità sanitaria.

Il letto d'ospedale, inaspettato contributore alle emissioni di CO2

Uno dei risultati più straordinari è emerso dal calcolo delle emissioni di CO2 associate a un singolo letto d’ospedale.

Sorprendentemente, tale contributo equivale a quello di cinque famiglie canadesi.

Questo dato fondamentale fornisce una nuova prospettiva sull’impatto ambientale degli ospedali.

I principali punti critici

Attraverso l’analisi di un ospedale nella Columbia Britannica nel 2019, i ricercatori hanno individuato chiaramente i punti critici principali responsabili dell’impronta ambientale ospedaliera.

L’uso di energia e acqua, insieme all’acquisto di prodotti medici, rappresenta oltre il 50% dell’impronta annuale totale, corrispondente a un’enorme quantità di 3.500-5.000 tonnellate di CO2.

Un metodo innovativo

Questo studio ha introdotto un nuovo approccio per ottenere dati dettagliati sulle emissioni ospedaliere, fornendo agli amministratori ospedalieri uno strumento prezioso per valutare dove concentrare gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale.

Come afferma Alex Cimprich, borsista post-dottorato presso la School of Environment, Enterprise and Development, “L’obiettivo è rendere più visibili le impronte ambientali nascoste, in modo da poter iniziare a gestirle“.

Il calcolo preciso del carbonio

I ricercatori hanno calcolato l’impronta di carbonio valutando migliaia di prodotti acquistati dagli ospedali, utilizzando una combinazione di campionamento statistico e calcoli dell’intensità di carbonio (CO2 equivalente per ogni dollaro speso) per gli articoli campionati.

Questo approccio fornisce dati accurati, a differenza delle valutazioni ambientali tradizionali che spesso si basano su stime approssimative.

Allargare la prospettiva

I risultati sottolineano la necessità che le iniziative di sostenibilità ospedaliera guardino oltre le aree più evidenti, come il trasporto dei pazienti, la gestione dei rifiuti e i prodotti ospedalieri.

Altre componenti meno visibili, come le catene di fornitura dei prodotti medici, potrebbero avere un‘impronta ambientale molto più significativa.

Spunti per il futuro

Questo studio potrebbe aprire la strada a ulteriori ricerche sui punti critici individuati, promuovendo la sostenibilità nell’intero settore sanitario.

Le implicazioni potrebbero estendersi a una vasta gamma di strutture sanitarie, contribuendo a una gestione più consapevole delle risorse e alla riduzione delle emissioni di carbonio.

Una storia di disuguaglianza nell’accesso alle cure

Il signor Salvatore, pseudonimo per preservare la privacy, evidenzia gravi disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche italiane, sollevando preoccupazioni riguardo al sistema sanitario e la necessità di riforme.

Una richiesta urgente

Il signor Salvatore aveva bisogno di prenotare una tomografia ottica su prescrizione del suo medico curante a causa di una condizione che richiedeva un intervento urgente in caso di peggioramento.

Tuttavia, quando ha contattato il call center del Friuli Venezia Giulia per prenotare la sua visita, si è trovato di fronte a una realtà sconcertante.

Call center

L’operatrice del call center gli ha comunicato che non era possibile programmare l’esame in nessuna delle strutture sanitarie nella provincia di Pordenone.

Inoltre, ha scoperto che se avesse optato per la provincia di Udine, avrebbe dovuto attendere fino al 2025.

Una notizia sconvolgente: due anni di attesa per un esame urgente.

La determinazione del signor Salvatore

Nonostante la delusione iniziale, il signor Salvatore non si è arreso.

Ha deciso di tentare un approccio diverso e ha chiamato nuovamente il numero, questa volta selezionando l’opzione per le prestazioni sanitarie in regime di libera professione.

La sorpresa è stata immediata.

L'alternativa a un prezzo

Invece di affrontare una lunga attesa, gli sono state offerte due date entro due giorni lavorativi.

Tuttavia, questa soluzione aveva un costo, come ha sottolineato il signor Salvatore.

La sua esperienza solleva un interrogativo fondamentale sull’equità nell’accesso alle cure mediche in Italia.

L'emergere di una tendenza preoccupante

La situazione del signor Salvatore non è un caso isolato.

Sempre più pazienti si rivolgono a centri sanitari privati per evitare le lunghe attese nel sistema pubblico.

Ciò solleva un importante interrogativo: sono le stesse strutture sanitarie pubbliche a creare una disparità di trattamento che penalizza i meno abbienti?

La denuncia alla Procura della Repubblica

Il signor Salvatore ha deciso di agire e ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica.

Nella sua denuncia, chiede dati oggettivi sulla frequenza di mancate calendarizzazioni per visite specialistiche o esami diagnostici e sui tempi di attesa nel regime pubblico rispetto a quello privato.

Inoltre, si domanda se esista un intervallo di tempo specifico tra le visite per i due regimi.

L'appello del signor Salvatore

Salvatore ha sottolineato che questa indagine potrebbe rivelare non solo una differenza significativa nei tempi di attesa tra i due regimi, ma anche una maggiore attenzione dedicata ai pazienti da parte delle strutture pubbliche per coloro che accedono tramite il regime di libera professione.

Questo solleva gravi preoccupazioni riguardo ai tempi così lunghi che impediscono ai pazienti di essere calendarizzati.

Le ramificazioni su tutta la popolazione

L’esperienza del signor Salvatore non è unica, ma riflette quella di milioni di italiani che, pur desiderando accedere alla sanità pubblica, si trovano costretti a optare per prestazioni in intramoenia a pagamento.

Questa disparità colpisce in particolare le fasce della popolazione con un reddito più basso.

Preoccupazioni sollevate da un rapporto dell'Agenas

Secondo un recente rapporto dell’Agenas, ben quattro medici su dieci impegnati in ambito ospedaliero svolgono attività medica privata al di fuori dell’orario di lavoro.

Questo solleva preoccupazioni sull’equilibrio tra le risorse dedicate all’attività privata e quelle alla sanità pubblica.

La necessità di una scelta libera

Il ricorso alle prestazioni intramoenia in regime di libera professione deve essere una scelta libera del cittadino e non una scorciatoia all’interno del sistema di cure o, peggio ancora, un tappabuchi per le lacune dell’assistenza pubblica.

Un appello alla riflessione

Questa situazione fa sorgere un’importante domanda: dove è finito lo spirito dei nostri Padri Costituenti quando hanno scritto l’articolo 32 della Costituzione?

È ora di riflettere seriamente sulla necessità di garantire un accesso equo e tempestivo alle cure mediche per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica.

Classifica dei migliori ospedali nel mondo per il 2024

Come ogni anno Newsweek in collaborazione con Statista classifica i migliori ospedali specializzati del mondo.

Questa classifica comprende i primi ospedali in tutto il mondo per cardiologia, oncologia, pediatria, cardiochirurgia, endocrinologia, gastroenterologia, neurologia, neurochirurgia, ortopedia, pneumologia, urologia, ostetricia e ginecologia.

Oncologia

Il MD Anderson Cancer Center di Houston, negli Stati Uniti, è stato classificato come il migliore ospedale al mondo per l’oncologia.

Questo riconoscimento proviene da una lista che comprende ben 300 istituti ospedalieri, di cui l’Europa annovera 122 strutture, con la Germania in testa con 35 ospedali, seguita da Francia (26), Italia (21), Spagna (17), Svizzera (10), Olanda (4), Danimarca (3), Svezia (2), e un rappresentante ciascuno per Austria, Belgio e Norvegia.

Tra gli ospedali italiani, l’IEO – Istituto Europeo di Oncologia a Milano è al 16° posto, seguito dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano al 19° e dal Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma al 34°.

Cardiologia

La Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti si è posizionata come la migliore struttura al mondo per la cardiologia.

La lista comprende 301 ospedali, di cui 121 europei, con la Germania in testa con 33 ospedali, seguita da Francia (25), Italia (21), Spagna (21), Svizzera (10), Olanda (3), Svezia (3), mentre Finlandia e Danimarca annoverano 2 ospedali ciascuna, e un ospedale in Norvegia.

In Italia, il Centro Cardiologico Monzino di Milano è al 19° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 20° e dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 37°

Endocrinologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’endocrinologia.

Il gruppo analizzato include 150 cliniche, di cui 48 sono situate in Europa, con la Germania in testa con 13 cliniche, seguita da Francia (10), Spagna (10), Italia (9), Svizzera (3), Danimarca (2), e Svezia (1).

In Italia, l‘Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano è al 24° posto, seguito dalle Molinette di Torino al 45° e dal Policlinico Gemelli di Roma al 53°.

Gastroenterologia

La Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata nuovamente classificata come la migliore struttura al mondo per la gastroenterologia.

La lista include 150 ospedali, con 52 di essi situati in Europa, guidati dalla Germania con 15 ospedali, seguiti dalla Spagna con 11, l’Italia con 9, la Francia con 8, la Svizzera con 3, mentre Belgio e Danimarca hanno 2 ospedali ciascuno, e Olanda e Svezia annoverano una struttura ciascuno.

In Italia, il Policlinico Gemelli di Roma è all’8° posto, seguito dall’Humanitas di Rozzano al 21° e dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 39°.

Cardiochirurgia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la cardiochirurgia.

L’Europa è ben rappresentata in questa lista dei migliori 150 ospedali, con la Germania in testa con 24 strutture, seguita dall’Italia con 12, Spagna con 10, Francia con 9, Olanda con 4, Svizzera con 4, Svezia con 3, e con un rappresentante ciascuno per Austria, Belgio e Danimarca.

In Italia, il Centro Cardiologico Monzino di Milano è al 23° posto, seguito dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 28°, dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 47° e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma al 51°.

Neurologia

Anche per la neurologia, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo.

L’Europa annovera 44 cliniche tra le 125 classificate, con la Germania in testa con 15 cliniche, seguita dalla Francia con 9, Spagna con 7, Italia con 5, Svizzera con 4, Svezia con 2, Danimarca con 1, e Olanda con 1.

Tra le strutture italiane, l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è al 15° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 36°, dal Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma al 41° e dalla Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino di Pavia al 52°.

Neurochirurgia

Di nuovo, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la neurochirurgia.

In totale, 125 cliniche sono state classificate, di cui 45 sono europee. La Germania vanta 15 cliniche, la Francia 6, l’Italia 5, la Spagna 4, mentre Olanda, Svizzera e Danimarca ne hanno 3 ciascuna. Austria e Svezia presentano 2 cliniche ciascuna, mentre la Finlandia ha una rappresentante.

Tra le strutture italiane, il Carlo Besta di Milano è all’18° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 58° e dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 67°.

Ortopedia

L’Hospital For Special Surgery negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’ortopedia.

Questa lista comprende 125 ospedali, con 46 di essi situati in Europa. La Germania è in testa con 17 ospedali, seguita da Spagna e Francia con 8 ciascuna, Italia con 6, Svizzera con 4, e con un ospedale ciascuno in Finlandia, Norvegia e Svezia.

In Italia, lIstituto Ortopedico Rizzoli di Bologna è all’8° posto, seguito dallIstituto Galeazzi di Milano al 27°, dallAzienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze al 77° e dal Policlinico Gemelli di Roma all’86°.

Pediatria

Il Boston Children’s Hospital degli Stati Uniti è stato classificato come il migliore ospedale al mondo per la pediatria.

Questa lista comprende 250 strutture, con 78 di esse situate in Europa. La Germania è in testa con 32 ospedali, seguita da Spagna con 17, Italia con 13, Francia con 7, Svizzera con 5, e con un rappresentante ciascuno per Austria, Danimarca, Norvegia e Svezia.

Tra le strutture italiane, l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è al 9° posto, seguito dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova al 35° e dall’A.O. Ospedali Riuniti Marche Nord – Presidio San Salvatore Centro di Pesaro al 44°.

Pneumologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la pneumologia.

Questa categoria comprende 125 ospedali, con 34 di essi situati in Europa. La Francia ne conta 13, la Germania 7, la Spagna 6, l’Italia 3, mentre Belgio, Svezia, Svizzera e Olanda presentano una struttura ciascuno. 

In Italia, il Policlinico Gemelli di Roma è al 49° posto, seguito dal Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 68° e dal San Camillo di Roma al 73°.

Urologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’urologia.

In totale, sono stati classificati 125 ospedali, di cui 41 sono europei. La Francia è in testa con 12 ospedali, seguita da Germania con 10, Italia con 9, e con 6 rappresentanti ciascuna. Svizzera ha 2 ospedali, mentre Austria e Olanda presentano un ospedale ciascuna.

In Italia, l’Azienda Ospedaliera di Padova è al 24° posto, seguita dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 49° e dalle Molinette di Torino al 58°.

Ginecologia e Ostetricia

Il John Hopkins Hospital negli Stati Uniti è stato classificato come la migliore struttura al mondo per la ginecologia e l’ostetricia.

In questa categoria, sono stati considerati solo 100 ospedali, di cui 32 sono situati in Europa. La Germania è in testa con 12 ospedali, seguita da Francia con 6, Italia e Spagna con 5 ciascuna, Svizzera con 3, e Austria con 1.

Tra le strutture italiane, il Policlinico Gemelli di Roma è al 7° posto, seguito dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 16° e dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova al 46°.

Conclusioni

Questa classifica fornisce un’ampia visione delle eccellenti strutture sanitarie specializzate in varie discipline mediche, riconoscendo il notevole contributo offerto dagli ospedali italiani ed europei.

È un punto di riferimento prezioso per coloro che potrebbero considerare l’opzione della mobilità sanitaria, in linea con la Direttiva 24/2011/UE sulla Sanità transfrontaliera.

Per approfondire ulteriormente le possibilità di cura in queste specialità, ti invitiamo a consultare i link inclusi nell’articolo.

Fonte

Medici dall’Italia verso i Paesi del Golfo

Oltre 500 professionisti della Sanità si sono dichiarati disponibili negli ultimi tre mesi a lasciare l’Italia, da soli o con le famiglie, per prestare servizio nei Paese Arabi in vista di un’esperienza lavorativa, culturale e di vita.

Il richiamo del Medio Oriente

Un trend che era già iniziato ma che ha visto impennarsi del 40% le richieste in 90 giorni, forse influenzato anche dalla fascinazione del Medio Oriente su “numeri uno” del calcio mondiale come Ronaldo e Neymar o come l’ex Ct della nazionale Roberto Mancini.

Attrattive offerte dai Paesi del Golfo

Di sicuro stipendi che raggiungono anche i 20mila dollari al mese e benefit decisamente allettanti rispetto a quanto offerto dal nostro Ssn hanno un peso nella scelta di medici, infermieri e altre figure sanitarie di considerare mete fino a oggi meno “gettonate” rispetto alle più tradizionali Europa e Usa.

La crescente richiesta

Dall’altra parte, c’è il crescente fabbisogno di cura dei Paesi del Golfo, in cui la popolazione aumenta e sta vivendo un fisiologico processo di invecchiamento e dove, soprattutto, si è scelto di investire circa il 10% del Pil in sanità, servizi e industria sanitaria con ospedali e cliniche private all’avanguardia.

Il profilo dei professionisti italiani

In Arabia Saudita già il 90% dei sanitari sono di origine straniera e oggi anche i nostri, mentre l’Italia apre ai professionisti cubani, guardano al Medio Oriente.

A tracciare il quadro sono l’Associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione medica euro mediterranea (Umem): dei 450 professionisti della sanità italiani e dei 50 europei residenti in Italia che nell’ultimo trimestre hanno iniziato a programmare un lavoro nei Paesi del Golfo, 250 sono medici specialisti, 150 sono infermieri e 100 sono medici generici, fisioterapisti, farmacisti, podologi e dietisti.

Le mete preferite

Foad Aodi, presidente Amsi e componente della Commissione Salute globale della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, entra nel dettaglio del potenziale “win-win” tra domanda e offerta. «I tre Paesi più richiesti sono Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, poi c’è il Bahrein. Ovviamente i colleghi puntano ai Paesi dove sono maggiori le chance di essere valorizzati.

Ci sono medici già in pensione ma molti sono giovani che vogliono trasferirsi anche con la famiglia e non tutti guardano solo all’aspetto economico, che pure è una componente importante: si cercano qualità di vita e migliori condizioni di lavoro».

Una via di fuga dalla crisi della sanità pubblica

In tempi di profonda crisi della Sanità pubblica, con i camici bianchi che da anni denunciano un profondo disagio oltre a stipendi contenuti, la fuga avviene quindi non più solo verso il privato e, per chi ne abbia i requisiti, verso la pensione, ma anche in realtà lontane.

Requisiti per lavorare nei Paesi del Golfo

Paradossalmente, però, più facilmente accessibili: «Bastano tre mesi a fronte dell’anno e mezzo di attesa che registriamo in Italia per essere ammessi dalla presentazione della domanda – prosegue Aodi -: con diploma di formazione, specializzazione e certificato di buona condotta del ministero e dell’Ordine professionale alla mano. E ovviamente un ottimo inglese.

Il curriculum minimo varia in base alla professione: gli infermieri devono essere in attività da almeno due anni, i medici specialisti da tre anni e i medici generici da 5 anni».

L'attraente offerta italiana

Arruolare personale medico e sanitario ottimamente formato, come è quello italiano, è una scelta conveniente.

Le specializzazioni più richieste? Dermatologia, chirurgia generale, medicina estetica, ortopedia, gastroenterologia, ginecologia, pediatria, oculistica, emergenza, chirurgia plastica, otorinolaringoiatra, odontoiatria.

Poi, infermieri specializzati, fisioterapisti, farmacisti e dietisti.

Compensi e benefit

I compensi includono servizi e casa, inserimento scolastico per i figli e agevolazioni fiscali: per i medici oscillano da 14mila a 20mila dollari al mese e per gli infermieri da 3mila a 6mila dollari.

In Arabia Saudita i medici più pagati sono neurochirurghi, neurologi, ortopedici, camici bianchi dell’emergenza, chirurghi plastici, ginecologi e pediatri.

Sempre con passaporto europeo.

La rivoluzione nella chirurgia robotica

Il futuro della sanità pubblica promette enormi risparmi grazie alla fine del monopolio robotico.

Un evento prestigioso

In questo contesto, spicca il congresso annuale della Società Europea di Chirurgia Robotica (Erus 2023), in programma presso il centro ospedaliero universitario Careggi.

Si tratta di un evento prestigioso che vedrà la partecipazione di oltre ottocento urologi provenienti da tutto il mondo, insieme a rinomati esperti di chirurgia robotica a livello internazionale.

Interventi in diretta da diverse location

Durante le tre giornate di lavori, verranno trasmessi in diretta ben quarantadue interventi chirurgici da sedi diverse, tra cui Firenze, Milano, Bologna, Alst (Belgio), Pechino e Chicago.

Ventidue di questi interventi saranno eseguiti all’interno delle sale operatorie dell’Urologia dell’azienda ospedaliero universitaria Careggi, utilizzando le due piattaforme robotiche più all’avanguardia: Hugo Ras MedTronic e Da Vinci Intuitive.

La fine del monopolio

La svolta epocale sarà rappresentata dalla fine del monopolio.

In passato, c’era solo Intuitive, ma oggi il mercato vede la presenza del nuovo robot Medtronic e del robot Cmr.

Inoltre, ci sono nuovi robot in attesa di approvazione europea, come il Medicaroid giapponese, mentre nel 2025 arriverà il tanto atteso robot targato Johnson & Johnson.

Un convegno organizzato dai pionieri

Il congresso a Careggi è stato organizzato dal Professor Andrea Minervini, direttore dell’Urologia Oncologica Mininvasiva Robotica e Andrologica, nonché membro del consiglio di Erus, e dal Professor Alberto Breda, presidente di Erus e direttore del reparto di urologia della Fondazione Puigvert di Barcellona.

Firenze si conferma come punto di riferimento costante nella chirurgia robotica a livello italiano ed internazionale, con oltre 1400 interventi eseguiti nell’ultimo anno.

Fonte

Ricostruzione pionieristica di Trachea e Arteria a Roma

Una storia di speranza e innovazione nella medicina: un giovane di 23 anni colpito da un’emorragia fulminante viene salvato da un pionieristico intervento chirurgico a Roma presso l’ospedale Sant’Andrea.

La Storia

Tutto ha avuto inizio quando un giovane di 23 anni è stato trattato in emergenza a Macerata e poi trasferito ad Ancona, dove è stato stabilizzato.

Tuttavia, il suo caso richiedeva un intervento straordinario. È stato quindi trasferito d’urgenza presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma, dove è stato affidato all’équipe di Chirurgia Toracica, diretta dal rinomato chirurgo Erino Angelo Rendina.

Questa incredibile storia di sopravvivenza è stata possibile grazie alla collaborazione di anestesisti, cardiochirurghi, cardiologi e chirurghi generali.

Un intervento epico

L’intervento di ricostruzione della trachea e dell’arteria anonima è durato cinque ore e mezza, coinvolgendo un team impressionante di 25 operatori altamente specializzati.

Dopo l’operazione, il paziente è stato trasferito in Terapia Intensiva, dove ha mostrato un notevole miglioramento nelle sue condizioni.

Dopo appena due giorni, è stato spostato nel Reparto di Chirurgia Toracica e, sorprendentemente, si è completamente ristabilito, consentendo la sua dimissione.

Intervento innovativo e unico nel suo genere

Ciò che rende questo caso veramente straordinario è che si tratta del primo intervento al mondo di ricostruzione di trachea e arteria anonima.

L’operazione ha coinvolto la rimozione di parte della trachea e dell’intera arteria anonima, seguita dalla loro ricostruzione utilizzando un condotto biologico.

Tutti gli esami postoperatori hanno confermato il successo delle ricostruzioni, portando una luce di speranza in questa incredibile storia di sopravvivenza.

Riconoscimento per l'impresa medica

Il dottor Erino Angelo Rendina, il chirurgo dietro a questo straordinario intervento, ha sottolineato l’importanza del coraggio e delle competenze dei medici di Macerata ed Ancona, senza i quali questa impresa non sarebbe stata possibile.

Ha elogiato la sinergia di ben cinque diverse équipe mediche, unite dalla comune appartenenza all’Università Sapienza e al Sant’Andrea.

Quando la clinica incontra la ricerca

La DG del Sant’Andrea, Daniela Donetti, ha evidenziato come complessi interventi come questo siano possibili solo in centri di eccellenza come il Sant’Andrea, dove si fonde una professionalità eccezionale con un approccio multidisciplinare.

Questo successo è il risultato di un intenso lavoro di squadra del Policlinico Universitario Sant’Andrea, sottolineando l’importanza del dialogo continuo tra l’attività clinica e la ricerca medica e biomedica.

Un trionfo dell'interdisciplinarietà

La rettrice Antonella Polimeni ha sottolineato che interventi complessi come questo dimostrano l’efficacia dell’interdisciplinarietà nella medicina moderna.

Questo eccezionale caso conferma la Chirurgia Toracica della Sapienza come un’eccellenza in cui la regione può essere fiera.

La passione, la generosità e le competenze delle persone coinvolte hanno reso possibile salvare questa giovane vita, dimostrando ancora una volta che la ricerca e la medicina possono collaborare per risultati straordinari.

ll Turismo Medico e il suo impatto sul settore sanitario globale

Il turismo medico sta rivoluzionando l’assistenza sanitaria a livello globale, promuovendo soluzioni oltre i confini, stimolando la crescita economica e facilitando la condivisione di conoscenze.

Il Turismo Medico, una tendenza in crescita

Il turismo medico è una tendenza emergente che sta rivoluzionando il panorama dell‘assistenza sanitaria globale.

Le persone viaggiano oltre i confini nazionali alla ricerca di trattamenti medici avanzati, interventi chirurgici e procedure.

Vivek Prakash, cofondatore e amministratore delegato di CareMedico, sottolinea l’importanza di questa pratica e il suo impatto economico positivo sul settore sanitario del paese ospitante.

Ecco come il turismo medico sta cambiando la percezione e la pratica dell’assistenza sanitaria in tutto il mondo.

Un nuovo modo di guardare all'assistenza sanitaria

Il turismo medico agisce come un ponte tra le necessità di salute delle persone e le soluzioni di cui hanno bisogno.

Molti individui viaggiano verso paesi che offrono strutture mediche all’avanguardia, personale sanitario altamente qualificato e opzioni spesso convenienti.

Questo segna un cambiamento significativo nella percezione dell’assistenza sanitaria, trasformandola da un servizio limitato ai confini geografici a un’opportunità globale.

Benefici economici per le strutture sanitarie

L’afflusso di turisti medici porta notevoli benefici economici al settore sanitario del paese ospitante.

Gli ospedali e le cliniche investono spesso in tecnologie all’avanguardia e reclutano personale medico altamente qualificato per attrarre i pazienti.

Questo non solo beneficia i turisti medici, ma alza anche il livello generale dei servizi sanitari offerti ai residenti locali.

Le entrate supplementari generate dal turismo medico possono essere reinvestite nell’ulteriore sviluppo delle infrastrutture e dei servizi medici.

Scambio globale di conoscenze mediche

Il turismo medico favorisce lo scambio di conoscenze e competenze mediche su scala internazionale.

Medici e professionisti della sanità provenienti da diverse parti del mondo si incontrano, condividendo esperienze, tecniche e risultati di ricerca.

Questa collaborazione internazionale può portare a scoperte e avanzamenti medici che non sarebbero stati possibili in sistemi sanitari isolati.

Sfide e preoccupazioni da affrontare

Nonostante i vantaggi, il turismo medico presenta alcune sfide.

Garantire la qualità e la sicurezza del paziente è una delle principali preoccupazioni, data la varietà di standard medici in tutto il mondo.

È essenziale che i turisti medici conducano ricerche approfondite sulle credenziali dei fornitori di servizi sanitari e delle strutture nelle destinazioni scelte.

Inoltre, la pressione sulle risorse sanitarie locali dovuta all’afflusso di turisti medici può influenzare la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti locali.

Considerazioni etiche

L’incremento del turismo medico solleva questioni etiche importanti.

È giusto che persone provenienti da paesi più ricchi viaggino per ricevere cure mediche, mentre coloro che vivono in regioni meno fortunate hanno difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari di base?

Questa disparità potrebbe accentuare le disuguaglianze globali nell’assistenza sanitaria.

Trovare un equilibrio tra sfruttare i benefici del turismo medico e garantire un accesso equo all’assistenza sanitaria per tutti rappresenta una sfida critica.

In sintesi

Il turismo medico sta plasmando il settore sanitario globale in modi straordinari, promuovendo soluzioni sanitarie oltre i confini nazionali, stimolando la crescita economica e facilitando lo scambio globale di conoscenze.

Tuttavia, è essenziale affrontare le sfide e le questioni etiche che accompagnano questa tendenza.

In un mondo sempre più interconnesso, trovare modi per sfruttare gli impatti positivi del turismo medico, garantendo al contempo un accesso equo all’assistenza sanitaria per tutti, rimane fondamentale per un futuro sanitario equilibrato e sostenibile.

Algoritmo basato sull’IA predice la perdita di peso Post-Chirurgia Bariatrica

Nel corso del recente congresso mondiale dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders (Ifso) tenutosi a Napoli, è stato presentato un nuovo sviluppo rivoluzionario nel campo della chirurgia bariatrica.

Progetto Sophia dell'Unione Europea

Un gruppo di ricercatori provenienti dall’Università di Lille (Francia) ha presentato un algoritmo innovativo basato sull’intelligenza artificiale, capace di prevedere con precisione la quantità di peso che una persona obesa potrebbe perdere attraverso un intervento chirurgico.

Questo risultato di rilievo è emerso da uno studio finanziato dal progetto Sophia dell’Unione Europea e coordinato dalla University College di Dublino.

Le scoperte sono state condivise nella rinomata rivista The Lancet Digital Health.

I Sette Fattori chiave per la previsione

I ricercatori hanno svolto uno studio approfondito su dati provenienti da quasi diecimila pazienti, identificando sette fattori fondamentali che influenzano in modo significativo gli esiti degli interventi di chirurgia bariatrica.

Questi fattori, tra cui età, peso, altezza, storia di fumo, nonché lo stato e la durata del diabete di tipo 2, sono stati utilizzati per creare un algoritmo di previsione.

Un aspetto cruciale è che questi parametri possono essere facilmente acquisiti in diversi contesti clinici, senza la necessità di complessi esami di laboratorio.

Strumento per decisioni informate

Questo nuovo algoritmo rappresenta una svolta significativa per i professionisti della salute e per i pazienti che considerano interventi di chirurgia bariatrica.

A differenza dei modelli precedenti che fornivano previsioni solo dopo l’intervento, basandosi sui primi sei mesi di risultati, il nuovo strumento è in grado di anticipare le informazioni ai pazienti prima della procedura.

Questo aiuta a ridurre l’incertezza e fornisce sia ai medici che ai pazienti una base solida per prendere decisioni informate riguardo all’opzione chirurgica più adatta.

Riflessioni del Prof. Angrisani

Luigi Angrisani, professore associato di chirurgia generale all’Università Federico II di Napoli e presidente del congresso, ha condiviso le sue considerazioni su questo progresso.

Ha sottolineato che il concetto alla base di questo progetto è intrigante e ha apprezzato l’utilizzo di metodi innovativi.

Tuttavia, ha evidenziato che, nella pratica reale, non tutti i pazienti potrebbero seguire alla lettera le raccomandazioni dei chirurghi.

Angrisani ha anche suggerito che ulteriori studi potrebbero essere necessari per confermare l’efficacia e l’accuratezza di questi fattori predittivi nel mondo reale.

Implicazioni chiave e conclusioni

I risultati dello studio hanno dimostrato che il tipo di intervento chirurgico è il fattore più influente nella perdita di peso.

Inoltre, è emerso che il diabete di tipo 2 gioca un ruolo significativo nei risultati dell’intervento.

Ciò suggerisce che, sebbene il genere non abbia un impatto rilevante, il controllo del diabete potrebbe influenzare la perdita di peso.

In sintesi, l’algoritmo basato sull’intelligenza artificiale presentato a Napoli offre un vantaggio tangibile per i pazienti e i medici, offrendo una previsione precisa e informazioni cruciali per prendere decisioni consapevoli nell’ambito della chirurgia bariatrica.

Cure mediche all’estero: un’opportunità spesso ignorata

Nonostante l’Unione Europea abbia introdotto la Direttiva UE n. 24/2011 con l’intento di agevolare l’accesso alle cure mediche al di là dei confini nazionali, sembra che in Italia la maggior parte dei cittadini non sia al corrente di tale opportunità. Questa situazione è ancor più frustrante dato che molti individui rimangono vincolati alle lunghe liste d’attesa del sistema sanitario nazionale.

Turismo sanitario e cure mediche

Ogni anno, oltre 350,000 italiani scelgono l’estero per interventi estetici a costi contenuti.

Tuttavia, pochi sanno che le cure mediche per gravi patologie sono possibili nello stesso contesto, usufruendo del Sistema Sanitario Nazionale.

È una direttiva ancora poco conosciuta

Tessera TEAM

La Tessera Europea Assistenza Malattie (TEAM) svolge un ruolo cruciale nell’agevolare l’accesso alle prestazioni sanitarie  durante il soggiorno temporaneo in uno dei 27 paesi dell’UE.

Con essa, hai il privilegio di accedere direttamente ai servizi medici e alle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate.

Presentando la tua TEAM, acquisisci il diritto di ricevere cure alle medesime condizioni garantite ai cittadini del paese ospitante.

Questa forma di assistenza viene erogata senza intermediazioni finanziarie, ad eccezione dell’eventuale contributo personale noto come ticket, il quale rimane a carico del beneficiario e non è soggetto a rimborso..

Autorizzazione preventiva cure programmate

Relativamente alle cure programmate all’estero, è fondamentale ottenere un’autorizzazione preventiva dall’Azienda Territoriale Sanitaria.

Puoi scegliere se preferire un’assistenza diretta presso strutture pubbliche o convenzionate (in base al Regolamento CE 883/2004) oppure un’assistenza indiretta, anticipando personalmente i costi (come previsto dalla Direttiva 24/2011/UE), anche presso strutture private, e successivamente richiedere il rimborso.

Direttiva UE n. 24/2011: Guida per le Cure Transfrontaliere

La Direttiva UE n. 24 del 09.03.2011, il decreto legislativo 38 del 4 marzo 2014, noto come “Schengen Sanitaria e le Linee Guida del Decreto Ministero Salute n. 50 del 16/4/2018 regolamentano le cure transfrontaliere e consentono ai cittadini europei di ricevere cure all’estero con l’autorizzazione preventiva del SSN rivolgendosi anche a strutture private.

L’autorizzazione preventiva è connessa ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Conoscenza e implementazione

In Italia, l’implementazione dell’assistenza sanitaria transfrontaliera secondo la Direttiva 2011/24/UE è meno avanzata rispetto ad altri paesi dell’UE.

Questa situazione sembra derivare da una limitata conoscenza dei diritti dei pazienti, dalla mancanza di informazioni chiare e dalla presenza di possibili ostacoli burocratici.

È necessario che le autorità lavorino per sensibilizzare i cittadini riguardo alla direttiva e semplificare le procedure, allo scopo di favorire un utilizzo più efficace dell’assistenza sanitaria transfrontaliera in Italia.

Gruppo San Donato acquista American Heart of Poland

Il Gruppo San Donato, in partnership con Gksd, ha ufficializzato l’acquisizione di American Heart of Poland, gruppo di spicco nel campo delle cure cardiovascolari in Europa e nei servizi sanitari privati in Polonia.

Un passo avanti per il gruppo San Donato

Il Gruppo San Donato, il più grande gruppo privato della sanità italiana, ha dichiarato di aver stipulato un accordo per acquisire una quota di maggioranza in American Heart of Poland.

Questa mossa è un passo significativo nel rafforzare la posizione di leadership del Gruppo nel settore sanitario europeo.

Una collaborazione strategica

L’accordo è stato possibile grazie alla collaborazione tra il Gruppo San Donato e Gksd, una joint venture tra GK Investment Holding e il Gruppo San Donato.

Questa partnership sinergica è stata progettata per sfruttare le competenze complementari delle due aziende, aprendo la strada a un miglioramento delle cure, della ricerca e dell’istruzione nel campo medico in Europa.

Obiettivi e autorizzazioni

L’accordo di acquisizione è ancora soggetto all’approvazione dell’Ufficio per la concorrenza e la protezione dei consumatori in Polonia.

Tuttavia, una volta completato, si prevede che crei un centro di eccellenza per il trattamento delle malattie cardiovascolari, contribuendo così al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, della ricerca medica e dell’istruzione in tutta Europa.

American Heart of Poland

American Heart of Poland, il principale fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa, si è specializzato nelle malattie legate all’invecchiamento della popolazione.

Offre trattamenti complessi che spaziano dalle operazioni di alto livello a programmi di riabilitazione e cure ambulatoriali.

Inoltre, è partner e fornitore del Ministero della Salute e del Fondo Nazionale per la Salute in Polonia, concentrando la sua attenzione sulle malattie cardiovascolari.

Le dimensioni e le ambizioni di San Donato

Il Gruppo San Donato è un colosso nel settore sanitario, essendo il più grande gruppo sanitario privato italiano e il primo in Europa per cure intensive, formazione medica e ricerca.

Con 56 centri medici, ospedali universitari e un avanzato polo universitario, il Gruppo tratta oltre 5,4 milioni di pazienti all’anno e impiega più di 27.000 medici.

Il futuro di American Heart of Poland

American Heart of Poland è cresciuta organicamente nel settore sanitario privato polacco, con una crescita dei ricavi di oltre 2,5 volte negli ultimi 3 anni.

La strategia aziendale prevede ulteriori investimenti per fornire assistenza medica di livello mondiale, con l’obiettivo di raddoppiare ulteriormente le attività e raggiungere nuovi standard di eccellenza.

Le voci dei Leader

Paolo Rotelli, presidente dell’Università Vita-Salute San Raffaele e vicepresidente del Gruppo San Donato, ha sottolineato l’importanza dello sviluppo dell’assistenza sanitaria di qualità e della ricerca nel settore.

Adam Szlachta, CEO del Gruppo AHoP, ha espresso la soddisfazione nell’avere il Gruppo San Donato come partner per il futuro, con l’obiettivo di migliorare gli standard medici in Polonia.

Conclusione

L’accordo di acquisizione tra il Gruppo San Donato e American Heart of Poland segna un passo significativo nel settore sanitario europeo.

Questa partnership sinergica promette di portare miglioramenti nell’assistenza medica, nella ricerca e nell’istruzione in tutta Europa, a vantaggio dei pazienti e della comunità medica.

Fonte