Rapporto civico sulla Salute 2022

rapporto civico

E’ stato pubblicato e presentato il “Rapporto civico sulla Salute 2022. I diritti dei cittadini ed il federalismo in Sanità”, di Cittadinanzattiva.

Cittadinanzattiva ha presentato con una diretta Zoom lo scorso 5 maggio il suo ultimo rapporto sulla Salute per il 2022.

Rapporto civico Salute

 Il Rapporto di quest’anno si presenta in una veste nuova, diversa da quelle degli anni passati.

Infatti vengono fornite due analisi sulla Sanità vista dai cittadini.

Una segue le 13.748 segnalazioni che sono arrivate a Cittadinanzattiva ed al tribunale del malato, in tutto il 2021.

La seconda cerca di analizzare da un punto di vista civico il federalismo sanitario. Questo per cercare di descrivere le organizzazioni e amministrazioni a livello regionale, e la loro capacità di fornire risposte ai cittadini.

Risultati del Rapporto

I risultati non sono certo confortanti!

Quasi due anni di attesa per una mammografia, un anno per una ecografia o una TAC.

Lo stesso anche per quanto riguarda la chirurgia. Un anno per una intervento ortopedico per esempio!

E così nel 2021 più di un cittadino su dieci è stato costretto al rinunciare alle cure.

E purtroppo anche gli screening oncologici sono coinvolti. In ritardo su oltre la metà delle Regioni.

Cittadinanzattiva

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha così commentato l’attuale situazione.
“Durante la pandemia abbiamo fatto i conti con una assistenza sanitaria che, depauperata di risorse umane ed economiche, si è dovuta concentrare sull’emergenza, costringendo nel contempo le persone a “rinunciare” a programmi di prevenzione e di accesso alle cure ordinarie. Ancora oggi abbiamo la necessità di recuperare milioni di prestazioni e i cittadini devono essere messi nella condizione di tornare a curarsi”. “Allo stesso tempo la pandemia ha evidenziato anche alcune priorità di intervento, prima fra tutte quella relativa alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, oggetto di riforma con il PNRR e di acceso dibattito. Tuttavia, occorrerà una lettura attenta dei contesti territoriali, individuando percorsi e non solo luoghi che favoriscano servizi più accessibili e prossimi ai cittadini, puntando molto sulla domiciliarità come luogo privilegiato delle cure, per avere maggiore attenzione alla qualità della vita. La carenza di servizi, la distanza dai luoghi di cura, tipica di alcune aree del paese, come pure la complessità delle aree urbane e metropolitane impongono un’innovazione dei modelli organizzativi sanitari territoriali”.

Conclusioni

Il problema delle liste di attesa non riesce a trovare una fine! Servono sinergie e collaborazione da parte delle istituzioni, del SSN, e delle iniziative della sanità privata.

Per saperne di più

Contattaci a info@sef.care o visita il ns sito www.sef.care per avere informazioni sulle soluzioni alle Liste di attesa.

Liste di Attesa: bisogno da latente a palese

Il problema delle Liste di Attesa coinvolge tutti i cittadini, se non ora, lo ha fatto in passato o lo farà in futuro.

Tutti noi abbiamo avuto difficoltà quando abbiamo dovuto prenotare un controllo medico, o abbiamo un amico/parente che attende da mesi di sottoporsi ad un determinato intervento chirurgico. Ed arriva il momento in cui il problema da latente diventa palese!

Liste di Attesa

Le liste di attesa sono sempre state un problema “nascosto” per il cittadino. Si era a conoscenza della loro esistenza, ma fino a che non si era coinvolti direttamente in un problema di salute  sembrava un problema lontanto.

Con l’arrivo del Covid e della pandemia il problema è però salito alle cronache dei giornali, visto il forte impatto che il Covid ha avuto salla Sanità e sulle sue prestazioni.

Ed è diventato un tema di dibattito pubblico, del quale molto si discute, ma per il quale poche soluzioni vengono trovate.

 

Sanità pubblica, sanità privata, o.....

Il cittadino di solito ha in mente due soluzioni al suo problema di salute.

Curarsi attraverso il SSN aspettando tempi
biblici, oppure ricorrere alla sanità privata.

In pochissimi sono a conoscenza della possibilità delle cure in un altro paese dell’Unione e del relativo rimborso, grazie alla Sanità Transfrontaliera. 

Potremmo definirla, come si usa oggi, una scarsa Alfabetizzazione Sanitaria (Health Literacy).

Tenendo conto delle richieste che ci sono pervenute, la pubblicazione dell’articolo di SEF su La Repubblica ha confermato infatti l’esigenza di trovare nuove vie di accesso alle cure, una scarsa conoscenza delle possibilità che attualmente ci sono, e delle considerazioni interessanti che stiamo valutando.

SEF - Surgical European Facilitator

Surgical European Facilitator offre al cittadino la possibilità di trovare la soluzione migliore, che non è necessariamente all’estero, attraverso la sua rete, in costante crescita, di chirurghi italiani e stranieri, di cliniche in Europa. Il tutto supportato dal suo applicativo.

E’ possibile infatti chiedere un consulto ad uno dei nostri specialisti in Telemedicina.

E’ possibile programmare l’ intervento in una clinica europea o in Italia.

Se la tipologia dell’operazione lo permette, è possibile richiedere il rimborso al SSN delle spese per l’intervento effettuato all’estero.

Tutto questo tramite l’applicativo di SEF, che, oltre a semplificare le domande di autorizzazione e rimborso secondo la normativa ed una comunicazione costante con lo specialista prescelto, permette:

  • Visite online a distanza con gli specialisti
  • Consulti per una Second Opinion
  • Valutazioni di referti di esami con visualizzatore di immagini DICOM, certificato Dispositivo Medico CE.

SEF offre un videocollegamento di qualità grazie all’uso dell’applicazione Zoom for Healthcare. 

Garantisce il rispetto della privacy e la protezione dei dati personali e sensibili usando tecnologie certificate per l’applicazione medica.

Conclusioni

Il problema delle liste di attesa per SEF si è trasformato in un’opportunità. Riuscire a creare una rete globale europea a disposizione dei cittadini e della loro salute!

Per saperne di più

Contattaci a info@sef.care o visita il ns sito www.sef.care per avere informazioni sulla sanità transfrontaliera, senza alcun impegno!

Auguri di Buona Pasqua

buona pasqua

Tanti Auguri di Buona Pasqua 

Per Pasqua  il nostro pensiero va a chi è in attesa di un intervento chirurgico programmato da molto tempo

Perché Surgical European Facilitator (SEF)

SEF nasce per aiutare chi    è in difficoltà nel dover aspettare le lunghe liste di attesa per effettuare un intervento chirurgico programmato.

La Sanità Transfrontaliera un'alternativa interessante

La La Direttiva 2011/24/EU del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 Marzo 2011 recepita dall’Italia con il DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2014, n. 38  codifica molti anni di giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia di diritti dei pazienti.

I principi fondamentali sono:

  •  Nel caso un paziente abbia diritto ad una cura nello Stato membro di affiliazione, lo stesso
    paziente ha diritto al rimborso per quella cura laddove prestata in un altro Stato membro (sia che il
    trattamento sia stato programmato o meno).
  • Il livello del rimborso è pari al costo del trattamento nello Stato membro di affiliazione.
  • Per alcuni trattamenti (cure che comportano il ricovero; trattamenti altamente specializzati e
    costosi) gli Stati membri possono prevedere che il paziente richieda un’autorizzazione preventiva.
  •  L’autorizzazione non può essere rifiutata se la cura in questione non può essere prestata al paziente entro un termine giustificabile dal punto di vista clinico.

Che cosa stiamo facendo

Dal 2018 con il nostro Comitato scientifico stiamo lavorando ad una soluzione per il problema delle liste di attesa sia a livello giuridico che pratico. 

Il nostro attuale network ci permette di poter accedere a qualsiasi struttura europea, scelta dal paziente, occupandoci della parte burocratica per la richiesta di autorizzaione e rimborso.

Abbiamo accordi di collaborazione con alcune importanti cliniche in alcuni paesi europei con le quali abbiamo un rapporto preferenziale.

Stiamo coinvolgendo Specialisti italiani molto sensibili ai problemi dei pazienti che impossibilitati ad operarli in Italia a causa degli scarsi spazi si sono resi diponibili ad organizzare sedute operatorie presso le cliniche partner all’estero.

Vademecum ed informazioni

Le lunghe attese per gli interventi chirurgici programmati erano già un problema, la sospensione delle attività chirurgiche a causa della pandemia ha peggiorato la situazione.

Per questo abbiamo deciso, seguendo le linee guida della Commissione Europea di pubblicare un Vademecum,Vademecum assistenza sanitaria transfrontaliera scaricabile qui  contenente informazioni, copie delle domande di autorizzazione e rimborso relative al diritto all’assistenza sanitaria transfrontaliera e ci rendiamo disponibili, senza nessun impegno da parte vostra, per qualsiasi altra informazione a riguardo  

Per saperne di più senza impegno

Contattaci a info@sef.care o visita il ns sito www.sef.care per avere informazioni sulla sanità transfrontaliera.

Giornata mondiale della Salute

sanità transfrontaliera

Si è celebrata lo scoso 7 Aprile l’annuale Giornata Mondiale della Salute.

Tutti gli anni, il 7 aprile, viene celebrata la Giornata Mondiale della Salute, per sensibilizzare il mondo interno alle tematiche che coinvolgono la salute.

Giornata Mondiale della Salute

La Giornata Mondiale della Salute, il World Health Day, viene celebrata nel giorno che corrisponde al 74° anniversario della nascita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, WHO, agenzia delle Nazioni Unite. 

Il messaggio dell’Organizzazione è quello di “concentrare l’attenzione globale sulle azioni urgenti per mantenere gli essere umani e il piantea in salute. E promuovese un movimento per creare società incentrate sul benessere“.

 

Sanità Transfrontaliera

Tra i vari temi della Salute, finalmente anche la Sanità Transfrontaliera è entrata tra gli argomenti di interesse in questa giornata.

Da quando la Direttiva Europea sulla sanità transfrontaliera è entrata in vigore, nel 2011, non è sempre stato un argomento di punta della Sanità.

La Direttiva 2011/24/UE stabilisce le condizioni alle quali un paziente può recarsi in un altro paese dell’Unione europea per ricevere un’assistenza medica sicura e di qualità. E che possa essere rimborsata dal proprio regime di assistenza sanitaria.

SEF

E’ stato quindi un onore per SEF essere preso come esempio da una delle maggiori testate italiane, La Repubblica, proprio per affrontare l’argomento della Sanità Transfrontaliera.

Un concetto sconosciuto a molti. Eppure una soluzione possibile e vincente di fronte agli eterni tempi di attesa per effettuare un intervento chirurgico di qualunque tipo – operazioni agli occhi, protesizzazioni anca – solo per pescare qualche esempio nel mare infinito dei tempi lunghi della sanità.

Trovate qui il link all’articolo del 7 aprile su La Repubblica

Dato l’interesse suscitato da questo articolo, è stata fatta una seconda pubblicazione ieri, domenica 10 aprile, sul freepress METRO.

Conclusioni

Un riconoscimento al costante impegno da parte di SEF. Dal 2018 si dedica ai pazienti che cercano soluzioni ai loro propblemi di salute, soprattutto per quanto riguarda le liste di attesa.

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Vademecum sanità transfrontaliera

Vademecum assistenza sanitaria transfrontaliera

Vademecum per la sanità transfrontaliera, SEF seguendo le indicazioni della Commissione Europea, ha pubblicato una guida, scaricabile per l’accesso alle cure secondo il Regolamento 883/2004 o la Direttiva 2011/24/UE.

Negli ultimi due anni la Commissione Europea ha pubblicato alcuni manuali operativi sul tema della sanità transfrontaliera e la Direttiva 2011/24/UE.

Sanità transfrontaliera

L’Unione Europea ha sempre dimostrato interesse verso la salute dei suoi cittadini. Da quando la Direttiva sulla sanità transfrontaliera è entrata in vigore, nel 2011, la Commissione Europea monitora i vari Stati Membri per controllare quale sia il livello di applicazione della Direttiva stessa.

La Direttiva 2011/24/UE, infatti, stabilisce le condizioni alle quali un paziente può recarsi in un altro paese dell’Unione europea per ricevere un’assistenza medica sicura e di qualità. E che possa essere rimborsata dal proprio regime di assistenza sanitaria.

I Toolbox

Nell’interesse dei cittadini, la Commissione ha anche pubblicato alcuni manuali, chiamati Toolbox, per agevolare il cittadino ad orientarsi nelle scelte riguardanti la propria salute.

Si possono trovare sul sito della Commissione Europea diversi documenti. Dal classico documento delle FAQ (Freqently Asked Question), cioè un riassunto delle domande standard che vengono normalmente poste dai cittadini. Al documento riservato invece ai NCP (National Contact Point), più incentrato sull’aspetto burocratico.

Toolbox for Cross-Border Healthcare

SEF ha tradotto per i cittadini italiani l’ultima versione del “Toolbox for Cross-Border Healthcare”.

Il manuale riassume i punti salienti della Direttiva 2011/24/UE, e le differenze tra questa Direttiva ed i Regolamenti sulla sicurezza sociale CE 883/2004 e 987/2009. 

Vediamo insieme le principali differenze tra Direttiva e Regolamenti.

Regolamenti CE 883/2004 e 987/2009

Direttiva 2011/24/UE

Conclusioni

L’impegno della Commissione Europea nel divulgare le diverse possibilità di cura per i suoi cittadini continua ad essere costante nel tempo. 

Da parte sua, SEF è a fianco dei cittadini italiani interessati ad alternative di cura in Europa.

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EU: nuova governance sui dati sanitari

medico sanità mondo

La Commissione europea proporrà un nuovo quadro di governance per i dati sanitari, con requisiti di interoperabilità transfrontaliera.

 

Commissione europea

La Commissione europea svolge un ruolo attivo nello sviluppo della strategia generale dell’UE e nella progettazione e attuazione delle sue politiche, che sono oggetto di valutazioni e relazioni periodiche.

In collaborazione con le altre istituzioni dell’UE, la Commissione europea elabora l’orientamento politico e strategico complessivo dell’UE.

La Commissione traduce le priorità in azioni concrete nel suo programma di lavoro annuale.

Governance - significato

Prima di tutto cerchiamo di capire il singificato della parola “governance”. La governance è l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società, di un’istituzione, di un fenomeno collettivo.

Governance dei dati sanitari

La Commissione europea ha proposto un nuovo quadro di governance per i dati sanitari con requisiti di interoperabilità transfrontaliera. Gli obiettivi principali del regolamento sono i seguenti. Rendere il settore sanitario più efficiente, far progredire la ricerca scientifica nell’area della telemedicina e “sbloccare l’economia dei dati sanitari”. Favorendo così lo sviluppo di nuovi servizi e prodotti sanitari digitali.

Per la Commissione, le persone dovrebbero avere il diritto di accedere a una serie minima di dati sanitari “primari”, tra cui vaccinazioni, prescrizioni elettroniche, diagnostica ad immagini, risultati di laboratorio, rapporti di dimissione e altri, utilizzando un servizio di accesso gratuito.

La Commissione spera che questa standardizzazione possa conferire ai pazienti il diritto di controllo sui propri dati sanitari in formato elettronico.

Gruppo di esperti

La Commissione istituirà un gruppo formale di esperti, il Comitato europeo per i dati sanitari e digitali, per garantire la cooperazione tra le autorità competenti. In particolare, la relazione tra l’uso primario e secondario dei dati sanitari elettronici.

Due sottogruppi di esperti del consiglio si occuperanno dei dati sanitari per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e dell’applicazione dei dati sanitari a fini di ricerca, innovazione, elaborazione delle politiche e regolamentazione.

Questi organismi gestiranno le richieste di accesso ai dati secondari, riducendo al minimo la quantità di dati condivisi e rendendo anonimi o aggregando i dati quando pertinente.

Interoperabilità transfrontaliera

Un’altra area cruciale è l’interoperabilità dei dati sanitari oltre i confini. Sarà portata avanti la creazione di un’infrastruttura digitale dedicata per lo scambio di dati sanitari tra i fornitori di assistenza sanitaria all’interno dei paesi.

L’interoperabilità con i sistemi di cartelle cliniche elettroniche potrebbe ridurre i test non necessari o duplicati poiché gli operatori sanitari possono accedere facilmente all’anamnesi dei pazienti, con conseguenti risparmi sostanziali per i pazienti e il sistema sanitario.

Lo spazio dei dati sanitari riprende le misure del Data Act, in particolare introducendo limiti ai trasferimenti internazionali di dati sanitari non personali.

Sicurezza dei cittadini

Per garantire la sicurezza dei dati dei cittadini/pazienti europei, la bozza di proposta delinea i requisiti specifici per i sistemi di Fascicolo Sanitario Elettronico, il software utilizzato per l’archiviazione e la condivisione delle cartelle cliniche. Vengono inclusi una serie di requisiti, tra cui l’interoperabilità e la sicurezza, e delineate le specifiche tecniche che questi sistemi dovrebbero soddisfare.

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Contatta info@sef.care visita il ns sito  www.sef.care per avere informazioni sulla sanità nell’Unione Europea.

Curarsi in Polonia. Una nuova opportunità con SEF

Carolina Med Center

Sempre più pazienti europei ed extra-europei cercano cure al di fuori del loro paese.

I motivi possono essere diversi, come motivi economici, lunghe liste di attesa, terapie non disponibili nella propria nazione.

Un buon numero di richieste che sono arrivate a SEF nell’ultimo anno indicavano la Turchia come una delle mete preferite per il Turismo medico.

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Pubblicato nuovo Report della Commissione Europea sulla Direttiva 2011/24/UE

Bandiera EU con medico

Pubblicato il nuovo Report della Commissione Euroepa sulla sanità transfrontaliera

Nello scorso mese di febbraio la Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione Europea ha pubblicato il suo ultimo Report sui diritti dei pazienti nella UE, garantiti dalla Direttiva 2011/24/UE.

Unione Europea

Questo studio sottolinea l’interesse della stessa Unione Europea sul delicato argomento della salute dei suoi cittadini. Non è la prima volta, infatti, da quando la Direttiva è entrata in vigore nel 2011, che la Commissione Europea richiede uno studio sull’attuazione della Direttiva tra i suoi Stati membri.

Nel luglio dell’anno scorso, a dieci anni dalla sua entrata in vigore, la Commissione Europea ha addirittura indetto una Survey per coinvolgere tutti i cittadini europei ed avere la loro opinione a riguardo.

Report febbraio 2022

Questo ultimo studio è incentrato sul miglioramento dell’attuazione della Direttiva nei vari Stati Membri.

Lo scopo di questo studio era sostenere il lavoro della Commissione per approfondire l’analisi del problema.

Continua infatti ad essere difficile per un certo numero di pazienti accedere all’assistenza sanitaria in un altro Stato membro.

Questo perchè molti Stati risultano sempre carenti nell’applicazione pratica della Direttiva.

Il Report si prefigge quindi degli obiettivi.

1) individuare opzioni e soluzioni per migliorare la coerenza e la trasparenza nell’applicazione
della Direttiva.

2) raccogliere, mappare e analizzare le informazioni dai 27 Stati membri e dai paesi EEA su aree specifiche dell’attuazione pratica della Direttiva.

3) sviluppare una logica di intervento e
una revisione critica degli indicatori di monitoraggio esistenti per la futura valutazione della Direttiva.

Cosa prevede la Direttiva 2011/24/UE

La Direttiva stabilisce le condizioni alle quali un paziente può recarsi in un altro paese dell’Unione europea per ricevere un’assistenza medica sicura e di qualità. E che possa essere rimborsata dal proprio regime di assistenza sanitaria.

Il paese dell’Unione che fornisce la cura deve garantire quanto segue.

  • I pazienti devono ricevere tutte le informazioni necessarie per compiere una scelta informata. Comprese le opzioni terapeutiche, la disponibilità, la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria che fornisce, i prezzi, lo status di autorizzazione o di iscrizione.
  • Devono essere previste procedure di reclamo trasparenti.
  • Devono esistere sistemi di assicurazione di responsabilità professionale o garanzie analoghe.
  • Deve essere rispettata la riservatezza dei dati personali.
  • I pazienti devono avere accesso a una cartella clinica, scritta o elettronica, in cui viene registrata la cura in questione.
  • Devono essere applicati gli stessi onorari per l’assistenza sanitaria applicati ai pazienti nazionali in una situazione clinica comparabile. Ovvero deve essere fissato un prezzo calcolato in base a criteri oggettivi e non discriminatori, se non esiste un prezzo comparabile per i pazienti nazionali.

Il paese dell’Unione dove il paziente è assicurato, deve garantire che:

    • il costo dell’assistenza sanitaria prestata sia rimborsato.
    • siano disponibili le informazioni sui diritti dei pazienti.
    • i pazienti abbiano accesso a qualsiasi controllo medico necessario.
    • i pazienti abbiano accesso alla propria cartella clinica.

Risultati del Report

Lo studio della Commissione Europea è giunto ai seguenti risultati, concludendo che c’è ancora un grosso margine di miglioramento.

Come viene applicata l’autorizzazione preventiva negli Stati membri?

La maggior parte degli Stati membri (20) e un paese EEA hanno scelto di attuare un sistema di autorizzazione preventiva. 7 Stati membri e 1 paese EEA non dispongono di un sistema PA. Il modo in cui viene attuato un sistema di autorizzazione preventiva varia notevolmente in tutti gli Stati membri. 

Quali sono le ragioni alla base dei diversi approcci di autorizzazione preventiva nei 27 Stati membri e paesi EEA?

Per quanto riguarda l’esistenza di un elenco di autorizzazioni preventive, i rappresentanti degli Stati membri e dei paesi EEA hanno indicato che la protezione del loro sistema sanitario è il motivo principale per l’attuazione di un sistema di autorizzazione preventiva. In linea con ciò, alcuni Stati membri hanno spiegato che l’introduzione del sistema di autorizzazione preventiva è stata una decisione politica. Al momento dell’attuazione della Direttiva, l’effetto sui loro sistemi sanitari era incerto e per alcuni Stati membri, l’introduzione di un sistema di autorizzazione preventiva è servito come mezzo per monitorare l’effetto della Direttiva sui propri sistemi sanitari.

In che modo potrebbero essere migliorate le procedure amministrative a beneficio del paziente secondo le disposizioni della Direttiva?

I dati raccolti a livello nazionale sono stati analizzati al fine di identificare se una qualsiasi delle procedure/requisiti amministrativi per l’assistenza sanitaria transfrontaliera possa essere considerata un ostacolo potenzialmente ingiustificato per i pazienti alla luce degli articoli 7, paragrafo 7, e 9, paragrafo 1 della Direttiva. In particolare, quelle procedure/requisiti che, sulla base di tale valutazione, sono apparsi potenzialmente discriminatori/basati su criteri discriminatori, ovvero non necessari e sproporzionati
rispetto all’obiettivo da raggiungere, o ostacoli potenzialmente ingiustificati alla libera circolazione dei pazienti, dei servizi o merci.

L’analisi dei dati ha mostrato che alcune procedure/requisiti amministrativi negli Stati membri possono essere considerati ostacoli potenzialmente ingiustificati per i pazienti che cercano assistenza sanitaria transfrontaliera ai sensi della Direttiva.

Quali meccanismi di consultazione hanno messo in atto i NCP (National Cntact Point) con gli operatori sanitari, gli assicuratori sanitari e le organizzazioni di pazienti e c’è margine di miglioramento?

La maggior parte degli Stati membri che hanno risposto all’indagine sembrano avere accordi di consultazione con le organizzazioni di pazienti (12), gli assicuratori sanitari (11) e gli operatori sanitari (13). Tuttavia, per una quota significativa di Stati membri, questi accordi di consultazione non hanno avuto luogo nell’ultimo anno (per 7 non con organizzazioni di pazienti, per 4 non con assicuratori sanitari e per 7 non nell’ultimo anno con fornitori di assistenza sanitaria). Alla domanda su quando avranno luogo questi accordi di consultazione, la stragrande maggioranza (17 Stati membri) ha indicato che si svolgono solo occasionalmente su richiesta.

Conclusioni

Lo studio attuale ha mostrato che in generale vi sono ancora margini di miglioramento per quanto riguarda la fornitura di informazioni ai pazienti nel contesto dell’assistenza sanitaria transfrontaliera. E’ stato infatti osservato che meno della metà dei siti web dei NCP fornisce informazioni sulla differenza tra il Regolamento 883/2004 e la Direttiva 2011/24. E generalmente mancano informazioni approfondite sui diritti dei pazienti. Inoltre, le informazioni sull’autorizzazione preventiva sembrano essere insufficienti in molti Stati membri e la disponibilità per quanto riguarda gli elenchi di autorizzazione preventiva è di poco migliorata rispetto al 2018.

Nel 2019 è stato pubblicato un pacchetto di strumenti (toolbox) utili ai NCP. Già ampiamente adottato dalla maggior parte dei NCP, questi documenti potrebbero essere ancora utili per migliorare ulteriormente l’attuazione della Direttiva. In particolare, i pazienti potrebbero trarre vantaggio da una migliore diffusione di questi documenti tra le organizzazioni di pazienti, gli assicuratori sanitari e gli operatori sanitari. Spesso infatti le parti interessate hanno dimostrato di non conoscere o non aver familiarità col pacchetto di strumenti (documenti) sulla fornitura di informazioni sull’assistenza sanitaria transfrontaliera.

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Essere cittadini europei

essere cittadini europei

L’invasione Russa in Ucraina deve farci riflettere !

Come cittadini europei godiamo di vantaggi che diamo ormai per scontati. Da circa settant’anni l’Unione Europea (già CEE) non conosce conflitti armati. Facciamo parte della maggiore economia del mondo e siamo liberi di vivere e viaggiare in altri paesi dell’Unione.

Unione europea

L’Unione Europa rappresenta un organismo sui generis, a cavallo tra una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d’America) e un’organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite).

A differenza delle federazioni, nell’Unione Europea viene usato  concetto di “membro”. Termine che implica la volontà di voler far parte del “club europeo”.

Regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri

I trattati che hanno dato vita all’Unione istituiscono per gli Stati membri vincoli giuridici che vanno molto oltre le normali relazioni contrattuali esistenti fra Stati sovrani. Attribuiscono alle istituzioni dell’organizzazione il potere di prendere decisioni vincolanti per tutti gli Stati attraverso regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri, che regolano molti aspetti della vita dei cittadini europei.

Cittadini europei e cittadinanza europea

I vantaggi che derivano dalla cittadinanza europea sono tanti ma, come spesso accade, ci dimentichiamo delle garanzie che ci vengono riconosciute.

L’Unione Europea riconosce infatti veri e propri diritti per i cittadini connessi alla cittadinanza UE.

Libera circolazione delle merci, dei servizi e dei capitali nell’UE

libera circolazione

Grazie al mercato unico, nell’Unione possono circolare liberamente le persone, ma anche le merci, i servizi e i capitali.

Le imprese dell’UE possono operare in più paesi e competere sui mercati mondiali.

Hanno accesso a 446 milioni di potenziali clienti sui mercati nazionali di tutti i paesi dell’UE.

Questo determina  una maggiore concorrenza con conseguente calo dei prezzi e una più vasta scelta di prodotti e servizi.

Sanità in tutto il territorio dell’UE

Come cittadini dell’ Unione Europea, se ci ammaliamo o subiamo un infortunio,  abbiamo diritto alle cure necessarie nell’ambito del sistema sanitario pubblico alle stesse condizioni dei cittadini residenti nel paese che ci ospita.

Dal 1 novembre 2004 questo è possibile con la Tessera Europea di Assicurazione e Malattia  (TEAM) che di fatto altro non è che il retro della Tessera sanitaria del paese di origine

sanità

Con la Direttiva 24/2011/UE l’Unione ha ampliato e rafforzato la cooperazione

Dando il diritto ai cittadini di poter sceglere di effettuare cure programmate anche presso centri privati in qualsiasi paese membro.

Ha istitutito la creazione delle Reti di Riferiremento Europee (ERN) per le malattie rare o complesse.

Formalizzato il riconoscimento delle prescrizioni rilasciate in un altro Stato membro necessarie a garantire la continuità della cura per medicinali o dispositivi medici disponibili nello Stato membro di affiliazione.

Puntando sullo sviluppo dell’ assistenza sanitaria online facilitando la cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri .

Viaggiare nell’UE è facile e sicuro

viaggiare

Viaggiare in Europa è molto più facile che in passato.

La maggioranza dei paesi dell’UE e alcuni paesi terzi hanno eliminato i controlli reciproci alle frontiere firmando l’accordo di Schengen, che prende il nome dall’omonima cittadina lussemburghese nella quale fu firmato nel 1985 il primo accordo per l’abolizione dei controlli alle frontiere.

Come cittadini europei, potete viaggiare nei 26 «paesi Schengen»: 22 paesi dell’UE (Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) e Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. L’Irlanda ha scelto di non fare parte dello spazio Schengen, mentre la Bulgaria, Cipro, la Croazia e la Romania non possono ancora aderirvi. Per viaggiare verso o da un paese non Schengen, dovrete esibire un passaporto o una carta di identità validi.

Possibilità di studiare, formarsi e lavorare in qualunque paese dell’UE

possibilità di studiare

Grazie all’UE, molti giovani si avvalgono della libertà di circolazione nei paesi dell’UE.

Come cittadini dell’Unione, avete il diritto di:

  • studiare e seguire corsi di formazione in qualunque paese dell’UE alle stesse condizioni dei cittadini di quel paese;
  • lavorare in qualunque paese dell’UE e sfruttare le opportunità offerte dal mercato del lavoro dell’Unione.

Professioni regolamentate e riconoscimento titoli

Professioni regolamentate

È un diritto fondamentale di ogni singolo cittadino europeo, riguardante il diritto alla libera circolazione nei paesi membri per lavorare o per cercare un impiego.

Poiché ogni Stato membro regola l’accesso alle professioni autonomamente all’interno del proprio territorio nazionale, con percorsi di studio e sistemi di abilitazione professionale che differiscono da paese a paese, le Istituzioni europee hanno introdotto norme che agevolano il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali nell’UE. Le ha definite professioni regolamentate, professioni per cui la legge prescrive il possesso di determinati titoli (medico, odontoiatria, veterinario, farmacista, infermiere, ostetrico, architetto) e il superamento di prove di abilitazione professionale (ad esempio avvocato, commercialista, insegnante, fisioterapista, biologo, ingegnere e circa 800 altre tipologie).

L’esercizio di tali professioni è protetto dalla legge ed è consentito esclusivamente ai soggetti abilitati secondo la normativa specifica per la tipologia di professione regolamentata.

I titoli di formazione di medico, infermiere responsabile dell’assistenza generale, odontoiatra, veterinario, farmacista e architetto, essendo regolamentati in tutti i paesi membri, sono riconosciuti automaticamente (c.d. professioni a riconoscimento automatico).

Telecomunicazioni nell’UE, "Roaming like at home"

telecomunicazioni mobili

In un mondo iperconnesso vivere e viaggiare senza smartphone o tablet è quasi impossibile per questo l’Unione Europea ha regolamentato il mercato delle comunicazioni elettroniche permettendo ai cittadini europei di:

  • usufruire di servizi di telecomunicazioni fisse garantiti e di qualità ragionevole a prezzi accessibili, indipendentemente dal paese UE in cui vivete;
  • confrontare facilmente tutte le offerte di prezzo, in quanto gli operatori devono fornire informazioni trasparenti e aggiornate sui prezzi e sulle tariffe che praticano;
  • cambiare il vostro operatore di telecomunicazioni senza cambiare numero di telefono nel giro di un giorno;
  • utilizzare il vostro telefono ovunque nell’UE come a casa vostra.
  • Dal 2007 le tariffe di roaming sono diminuite di oltre il 90 %. Dal giugno 2017 il «roaming a tariffa nazionale», che prevede l’applicazione delle tariffe nazionali ai clienti che viaggiano in qualunque paese dell’UE, è ormai una realtà per tutti gli europei.

I diritti dei consumatori dell’UE

L’Unione Europea tutela la sicurezza dei consumatori e i loro diritti, stando al passo anche di settori in rapida evoluzione come il commercio elettronico, l’approvvigionamento energetico e i servizi finanziari.

Inoltre sostiene i centri europei dei consumatori, che offrono assistenza in caso di controversie transfrontaliere.

  • Ha messo in atto regole per garantire prodotti che rispettano standard accettabili e il diritto di ricorso in caso di problemi
  • Norme  in materia di marketing, contratti e pratiche commerciali sleali.
  • Diritti connessi al credito al consumo, inerenti all’informazione, al ripensamento e al rimborso anticipato .

La «garanzia per i giovani»

garanzia giovani

I giovani per l’UE sono una risorsa importante. L’UE quindi si impegna per Promuovere la partecipazione dei giovani alla vita democratica, ne sostiene l’impegno sociale e civico e punta a garantire che tutti i giovani dispongano delle risorse necessarie per prendere parte alla società in cui vivono con Iniziative a favore dell’occupazione giovanile. Come “garanzia giovani”, che  mira a garantire una transizione agevole dalla scuola al lavoro, a sostenere l’integrazione nel mercato del lavoro e a fare in modo che nessun giovane sia escluso.

Il sistema dovrebbe garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida di:

  • lavoro
  • proseguimento degli studi
  • apprendistato o
  • tirocinio

entro quattro mesi dalla perdita del posto di lavoro o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale

Erasmus+

Erasmus +

Il programma Erasmus, (EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students), il cui nome deriva dall’ umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture, consente a uno studente universitario europeo di effettuare un periodo di studio in una università di un altro stato dell’UE  . 

Dal 2014, il programma ha assunto il nome di Erasmus+ Programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

Trascorrere del tempo in un altro paese per studiare, imparare e lavorare dovrebbe diventare la norma, così come l’essere in grado di parlare altre due lingue oltre alla propria lingua madre. 

Una moneta comune in 19 paesi dell’UE: l’euro

Euro

Dopo anni di preparazione il 1 giugno 1998 nasce la Banca Centrale Europea (BCE) che assieme alle banche centrali nazionali dei primi 11 Stati partecipanti (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia) costituiscono l’Eurosistema.

Con l’ingresso della Grecia diventano 12 i paesi che dal 1 gennaio 2002 adottano la moneta unica dell’UE.

Passati 20 anni i paesi aderenti a BCE e Euro sono diventati 19 (si sono aggiunti Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia e Slovenia), rendendola la moneta di oltre 300 milioni di cittadini europei con i seguenti vantaggi:

  • la facilità con cui i prezzi possono essere confrontati tra paesi, che stimola la concorrenza tra le imprese, a vantaggio dei consumatori
  • la stabilità dei prezzi
  • la moneta comune rende più facile, meno costoso e più sicuro per le imprese, acquistare e vendere nell’area dell’euro e commerciare con il resto del mondo
  • una maggiore stabilità e crescita economica
  • mercati finanziari meglio integrati e quindi più efficienti
  • una maggiore influenza sull’economia globale
  • un segno tangibile dell’identità europea.

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I pazienti non possono più aspettare

i pazienti non possono più aspettare

Un ulteriore rinvio che potrebbe minare il piano di recupero per il 2022 delle prestazioni sanitarie saltate in questi due anni di pandemia.

Nella Legge di Bilancio 2022, già approvata, sono stati stanziati 500 milioni di euro da destinare alle Regioni per il recupero delle liste di attesa .

Accesso ai fondi

Per accedere alla loro quota parte le Regioni avrebbero dovuto presentare al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, entro il 31 gennaio 2022, un piano di recupero. Ma alcune Regioni hanno palesato difficoltà nella realizzazione entro il termine, ed il Ministero della Salute ha concesso una proroga al 24 febbraio.

Nonostante fosse chiaro da novembre la necessità della presentazione del piano da parte delle Regioni, solo alcune sono state in grado di rispettare il termine del 31 gennaio 2022.

  • Molise 
  • Valle d’Aosta
  • Sardegna
  • Liguria
  • Emilia Romagna
  • Provincia di Trento

 

Sospensione delle cure procrastinabili

Questa proroga per i piani di recupero delle prestazioni sospese arriva in un momento particolarmente difficile per i pazienti non covid.

Molte regioni, nel periodo che va da dicembre 2021 a febbraio 2022, hanno interrotto nuovamente le cure programmabili per far fronte, durante il nuovo picco, all’assistenza dei pazienti covid.

Da un’ indagine di Salutequità, alla data del 9 gennaio 2022, erano 17 le Regioni  che avevano applicato rinvii di interventi visite ed esami non urgenti.

I blocchi delle prestazioni avvenuti nei due anni di pandemia hanno accresciuto il fenomeno delle liste di attesa nella prevenzione e nelle cure programmate.

Prevenzione e diagnosi

I dati  diffusi dall’Osservatorio Nazionale Screening, in ambito prevenzione, per il periodo gennaio 2020 maggio 2021, evidenziano una netta riduzione rispetto al 2019.

Dei controlli:

  • per la cervice  – 35,6%
  • per la mammella  -28.5%
  • per il colon retto  -34,3%

e dei ritardi diagnostici per:

  • 3054 lesioni CIN2+
  • 3558 carcinomi mammari
  • 1376 carcinomi colorettali
  • 7763 adenomi avanzati del colon retto

Prestazioni rimandate da recuperare

Per le altre prestazioni rimandate, non essendoci una fonte univoca nazionale, risultano rilevanti i dati per  2021, diffusi sulla stampa, di alcune Regioni.

Ad esempio la Valle D’Aosta, che entro il 31 dicembre 2021 avrebbe dovuto recuperare 1.891 ricoveri elettivi e 11.394 prestazioni di specialistica ambulatoriale e la diagnostica. Invece per i primi il risultato raggiunto è stato di soli 474 (il 25%),  i restanti 1417  dovranno esserne riprogrammati nel 2022. Per la specialistica ambulatoriale e la diagnostica nel 2021 recuperate 4.692 su 11.394, le  restanti 6.702 prestazioni posticipate nel 2022.

In Umbria, secondo la Regione, dovranno trovare spazio 80.000 prestazioni da recuperare nel corso del 2022. 

La Toscana ha numeri più alti, circa 500.000 visite specialistiche e 36 mila interventi chirurgici da recuperare  nello stesso periodo

Tempistiche

É fondamentale che venga rispettata, da tutte le Regioni, la nuova scadenza del 24/02/2022 ed allo stesso tempo anche i Ministeri competenti dovranno essere rapidi nel controllo formale e sostanziale  dei piani.

Considerando che i primi 2 mesi del 2022 sono già trascorsi e quindi il tempo a disposizione è passato da  da 12 a 10 mesi, che potrebbe ancora ridursi con l’eventualità di un nuovo picco dei contagi in autunno, questa finestra sarà sufficiente per il totale recupero ?

Conclusioni

Per concludere un estratto dell’editoriale di Tonino Aceti, Presidente di Salutequità

“Finanziare le misure di recupero non è più sufficiente, bisogna garantire una governance che permetta di centrare velocemente l’obiettivo e di cambiare concretamente lo stato delle cose per i cittadini.

Per questo, si potrebbe applicare al tema del recupero delle liste di attesa il modello utilizzato per le vaccinazioni Covid: sviluppare un cruscotto pubblico per rendere trasparente l’andamento dell’attività di recupero delle liste di attesa e dell’utilizzo delle risorse stanziate da parte delle Regioni.

Così, in modo trasparente, i cittadini potranno farsi velocemente un’idea di come le Istituzioni stiano lavorando per l’esigibilità del loro Diritto alla Salute.

Tutto questo, nella consapevolezza che la vera sfida da vincere è quella di “superare la strategia del recupero delle prestazioni mancate”, attraverso la definizione e l’implementazione di un modello organizzativo del SSN, in particolare della rete ospedaliera, in grado di garantire sempre e per tutti i pazienti la continuità delle cure, senza più alcuna sospensione nei prossimi picchi di contagio.

In caso contrario, chi potrà mettere mano al portafoglio riuscirà ad accedere alle cure in privato, chi non potrà sarà costretto a rimandare o a rinunciare.”

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