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Coxartrosi o artrosi degenerativa dell’anca

Coxatrosi: cos’è e come si cura

Una delle principali sintomatologie dolorose dell’anca nei soggetti adulti è la coxartrosi o artrosi degenerativa dell’anca.

La coxartrosi porta ad una inabilità crescente nell’arco di alcuni anni e si manifesta quando lo strato di cartilagine che ricopre la testa del femore si assottiglia progressivamente fino ad esporre l’osso sottostante.

Di par suo l’osso reagisce all’attrito addensandosi e producendo delle escrescenze periferiche appuntite dette osteofiti.

Le deformità tipiche della coxartrosi di vecchia data come: anche semi flesse, rigide  e ruotate all’esterno si verificano quando la malattia è in stadio avanzato con la conseguenza che la capsula articolare aumenta di spessore e i muscoli si ritirano

coxalgia

Quali sono i principali sintomi

Quali sono le cause

Si parla coxartrosi primitiva quando la malattia non ha una causa determinante.

Grazie ai passi da gigante che ha fatto la medicina questo tipo di patologia sarà sempre meno frequente, infatti ad oggi solo poche coxartrosi possono essere ancora definite primitive.

L’insorgere della patologia in seguito alle cause sotto indicate viene definita coxartrosi secondaria:

  • esiti di fratture
  • necrosi avascolare della testa
  • displasia dell’anca
  • impingement femoro-acetabolare
  • esiti della malattia di Perthes
  • malattia di Paget

Raramente, la forma secondaria dell’artrosi all’anca può derivare da disordini sistemici:

  • morbo di Cushing
  • assunzione protratta di corticosteroidi
  • malattie dismetaboliche

Chi è maggiormente colpito

I maggiormente colpiti da questa patologia sono:

Gli uomini over 60

Negli individui di sesso maschile che abbiano superato i 60 anni di età, dato che è una patologia tipica di una età avanzata, la coxartrosi si manifesta soprattutto nella sua forma primitiva.

Le donne fra i 40-50 anni

Le forme secondarie della coxartrosi (che derivano quindi da una patologia preesistente) colpiscono ,soprattutto in Italia, le donne. Con una insorgenza della malattia che si abbassa a 40 50 anni a causa di una forte incidenza della displasia dell’anca, patologia più frequente negli individui di genere femminile.

Quali esami sono necessari per diagnosticarla

Per diagnosticare e classificare l’artrosi degenerativa dell’anca  (stabilire se è una forma primitiva o secondaria) occorre una radiografia nelle due posizioni standardantero posteriore di bacino e assiale di anca.

Questo esame evidenzia i quattro segni radiologici fondamentali dell’artrosi:

  1. riduzione della rima articolare
  2. addensamento dell’osso subcondrale
  3. geodi (cavitazioni dell’osso)
  4. osteofiti

Come si cura l’artrosi all’anca

Il tipo di cura dipende dallo stadio più o meno avanzato della malattia e dal paziente

  • Terapia chirurgica con protesi d’anca:

           Senza dubbio la soluzione più efficace per trattare questa patologia è l’impianto di una protesi. 

           Tuttavia i pazienti che soffrono di coxartrosi oltre al dolore persistente vivono questa patologia con molta preoccupazione.

           Nei pazienti giovani l’impianto di una protesi è un problema di non poca importanza in quanto gli stessi impianti hanno una durata limitata               nel tempo (anche se negli ultimi tempi la durata media è di circa 25 anni) per questo è raccomandabile solo nel caso che l’artrosi                                degenerativa dell’anca sia in stato avanzato e che il paziente sia costretto ad assumere spesso analgesici per allievare il dolore.

  • Terapia farmacologica ed altre cure

    Nei pazienti che non sono candidati all’impianto della protesi vuoi perché inoperabili o ancora poco sintomatici, la terapia con uso di FANS costituisce solo una cura palliativa ciclica e non continuativa.

    Si utilizzano principalmente farmaci antidolorifici e antinfiammatori

    Potrebbero avere un effetto benefico  anche integratori a base di glucosamine e analoghi composti che sembrano rallentare la degenerazione cartilaginea, anche se a conferma di questa ipotesi non ci soso ancora studi concreti 

    L’anca si trova in una zona profonda e poco raggiungibile per via topica (transcutanea o infiltrativa) , a differenza dell’articolazione del ginocchio, quindi la somministrazione sistemica dei predetti farmaci è la migliore soluzione.

    Tuttavia le infiltrazioni con acido ialuronico o con cellule mesenchimali sono indicate in casi molto selezionati e di competenza strettamente specialistica.

    Nei pazienti magri si può ottenere un successo anche se temporaneo con la radarterapia e l’elettroterapia mentre le comuni terapie fisiche come laser ultrasuoni a causa della profondità dell’articolazione coxofemorale non hanno successo.

    Il calo ponderale  di peso nei pazienti obesi apporta grande beneficio in quanto rallenta l’evoluzione del danno alle articolazioni

Attività e sport da praticare e non praticare

Un leggero esercizio fisico in senza carico  permette di prolungare la mobilità e il tono muscolare rallentando l’arrivo della rigidità.

Sì a nuoto e bicicletta
 
No a jogging e sport di contatto

Sono da evitare, le attività fisiche di carico  perché potrebbero accelerare la degenerazione della cartilagine.