Curarsi in Italia è sempre più difficile. Nel 2021 oltre la metà dei nuclei familiari ha rinunciato alle cure. Ricordando che siamo anche cittadini europei, SEF mette a disposizione la sua soluzione.
Curarsi in Italia con la giusta tempistica è sempre stato difficile a causa delle liste di attesa. Durante la pandemia è diventato davvero un incubo.
Il Servizio Sanitario Nazionale vacilla e molte famiglie rinunciano spesso a interventi, visite e controlli per indisponibilità del servizio e problemi economici.
La sanità e la gestione della pandemia da Covid19
Da due anni gli ospedali sono messi a dura prova a causa della pandemia, con grande stress di tutti i sanitari per il loro sforzo a favore della comunità.
Il grosso problema sono i malati che normalmente venivavo giornalmente accolti, e che si sono visti posticipare di molto interventi e terapie, a causa delle restrizioni causate dal virus.
Dalla prima ondata, questo trend si è andato ad accavallare con i problemi già preesistenti. Fino a far diventare le liste d’attesa davvero esasperanti per ogni utente.
Distinzione tra sanità pubblica e privata
In Italia le prestazioni garantite dal sistema sanitario nazionale possono essere fornite sia dalle strutture pubbliche sia da quelle private, purché accreditate.
È possibile ricevere cure anche nel privato non accreditato, o in intramoenia nelle strutture pubbliche. Dove le liste di attesa sono molto più snelle e in pochi giorni, pagando di tasca propria o con assicurazioni integrative, è possibile ricevere assistenza e trovare risposte per ogni sorta di patologia.
Le persone che si trovano a dover attendere molto tempo per trovare risposte per la loro salute spesso vi si rivolgono per poter ottenere assistenza rapidamente. Anche spendendo grosse cifre per riuscire a risolvere situazioni che mettono a repentaglio la loro salute.
Ma il Covid ha rallentato anche queste.
La mancanza di personale, reclutato per combattere la pandemia, e le nuove procedure antinfezione hanno bloccato tutte le prestazioni programmate.
Perché le famiglie rinunciano a curarsi
Nel 2018 fece notizia il picco negativo della rinuncia alle cure. Il 2019 si è allineato agli stessi numeri.
4 milioni di cittadini rinunciavano per problemi di liste di attesa e ragioni di carattere economico. (fonte Istat)
Con l’arrivo della pandemia si è passati dal 6.3% che rinunciava a curarsi del 2019 al 10% del 2020.
Nel 2021, secondo quanto emerge dal “Bilancio di welfare delle famiglie italiane” presentato da Cerved, oltre la metà delle famiglie italiane (50,2%) ha rinunciato a prestazioni sanitarie per problemi economici, indisponibilità del servizio o inadeguatezza dell’offerta.
Tra il calo del lavoro, gli aumenti e la forte crisi che stiamo vivendo, in Italia sono tante le famiglie che si trovano costrette a rinunciare a molte cose.
Può sembrare un paradosso ma anche curarsi fa parte dei lussi che alcune famiglie non si possono permettere.
Si arriva quindi ad accantonare le diagnosi e gli interventi per poter sopravvivere.
Rinunce, rinvii e liste di attesa da recuperare
Il rischio dell’aggravarsi di patologie che , se prese in tempo sarebbero state facilmente risolvibili, sta diventando un problema reale e dilagante.
Recuperare le prestazioni perse è un imperativo.
Una corsa contro il tempo difficilmente realizzabile solo con la coperta corta del Sistema Sanitario Nazionale .
Serve pensare fuori dagli schemi.
Creare una cassa di espansione che permetta di assorbire la piena dei prossimi due anni.
Essendo già abituati alla mobilità sanitaria regionale ed interregionale, ora è il momento di di sfruttare anche il nostro diritto, come cittadini europei, alla mobilità internazionale per la chirurgia programmata presso cliniche private europee.
Questo è possibile già da anni grazie alla Direttiva 21/2011/UE, recepita dall’Italia nel 2014 ma sempre poco pubblicizzata.
Magari creando una collaborazione tra specialisti italiani e cliniche estere, al fine di trovare nuovi spazi per esercitare senza dover aspettare i tempi biblici delle nostre liste di attesa. Tutto questo per non arrivare ad un sovraccarico insostenibile sulle strutture di casa nostra.
L'impegno di SEF
Vogliamo essere il punto di riferimento per chi trova difficoltà a curarsi, facilitando l’accesso alle cure di cui ha bisogno quando ne ha bisogno.
Grazie alla Sanità Transfrontaliera (mobilità sanitaria europea) possiamo aiutare ad esercitare i diritti di cittadino europeo, che permettono di scegliere qualsiasi clinica e paese dell’ Unione in cui operarsi e ricevere il rimborso delle spese sostenute. Accollandoci l’onere burocratico della richiesta di autorizzazione e relativo rimborso delle spese anticipate, organizzando il viaggio e il soggiorno di cura nella clinica prescelta.
Nel progetto vogliamo coinvolgere tutti quegli specialisti disposti al sacrificio di andare ad operare i loro pazienti e non, costretti ad attese disumane, presso cliniche estere preventivamente valutate che hanno dato la loro disponibilità.
Ulteriore passo sarà coinvolgere istituti e società finanziarie nell’erogazione di prestiti per cure mediche a chi non ha la disponibilità immediata di poter ancipare le spese in attesa del rimborso.
Per saperne di più
contattaci a info@sef.care, o visita il ns sito www.sef.care