Un ulteriore rinvio che potrebbe minare il piano di recupero per il 2022 delle prestazioni sanitarie saltate in questi due anni di pandemia.
Nella Legge di Bilancio 2022, già approvata, sono stati stanziati 500 milioni di euro da destinare alle Regioni per il recupero delle liste di attesa .
Accesso ai fondi
Per accedere alla loro quota parte le Regioni avrebbero dovuto presentare al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, entro il 31 gennaio 2022, un piano di recupero. Ma alcune Regioni hanno palesato difficoltà nella realizzazione entro il termine, ed il Ministero della Salute ha concesso una proroga al 24 febbraio.
Nonostante fosse chiaro da novembre la necessità della presentazione del piano da parte delle Regioni, solo alcune sono state in grado di rispettare il termine del 31 gennaio 2022.
- Molise
- Valle d’Aosta
- Sardegna
- Liguria
- Emilia Romagna
- Provincia di Trento
Sospensione delle cure procrastinabili
Questa proroga per i piani di recupero delle prestazioni sospese arriva in un momento particolarmente difficile per i pazienti non covid.
Molte regioni, nel periodo che va da dicembre 2021 a febbraio 2022, hanno interrotto nuovamente le cure programmabili per far fronte, durante il nuovo picco, all’assistenza dei pazienti covid.
Da un’ indagine di Salutequità, alla data del 9 gennaio 2022, erano 17 le Regioni che avevano applicato rinvii di interventi visite ed esami non urgenti.
I blocchi delle prestazioni avvenuti nei due anni di pandemia hanno accresciuto il fenomeno delle liste di attesa nella prevenzione e nelle cure programmate.
Prevenzione e diagnosi
I dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Screening, in ambito prevenzione, per il periodo gennaio 2020 maggio 2021, evidenziano una netta riduzione rispetto al 2019.
Dei controlli:
- per la cervice – 35,6%
- per la mammella -28.5%
- per il colon retto -34,3%
e dei ritardi diagnostici per:
- 3054 lesioni CIN2+
- 3558 carcinomi mammari
- 1376 carcinomi colorettali
- 7763 adenomi avanzati del colon retto
Prestazioni rimandate da recuperare
Per le altre prestazioni rimandate, non essendoci una fonte univoca nazionale, risultano rilevanti i dati per 2021, diffusi sulla stampa, di alcune Regioni.
Ad esempio la Valle D’Aosta, che entro il 31 dicembre 2021 avrebbe dovuto recuperare 1.891 ricoveri elettivi e 11.394 prestazioni di specialistica ambulatoriale e la diagnostica. Invece per i primi il risultato raggiunto è stato di soli 474 (il 25%), i restanti 1417 dovranno esserne riprogrammati nel 2022. Per la specialistica ambulatoriale e la diagnostica nel 2021 recuperate 4.692 su 11.394, le restanti 6.702 prestazioni posticipate nel 2022.
In Umbria, secondo la Regione, dovranno trovare spazio 80.000 prestazioni da recuperare nel corso del 2022.
La Toscana ha numeri più alti, circa 500.000 visite specialistiche e 36 mila interventi chirurgici da recuperare nello stesso periodo
Tempistiche
É fondamentale che venga rispettata, da tutte le Regioni, la nuova scadenza del 24/02/2022 ed allo stesso tempo anche i Ministeri competenti dovranno essere rapidi nel controllo formale e sostanziale dei piani.
Considerando che i primi 2 mesi del 2022 sono già trascorsi e quindi il tempo a disposizione è passato da da 12 a 10 mesi, che potrebbe ancora ridursi con l’eventualità di un nuovo picco dei contagi in autunno, questa finestra sarà sufficiente per il totale recupero ?
Conclusioni
Per concludere un estratto dell’editoriale di Tonino Aceti, Presidente di Salutequità
“Finanziare le misure di recupero non è più sufficiente, bisogna garantire una governance che permetta di centrare velocemente l’obiettivo e di cambiare concretamente lo stato delle cose per i cittadini.
Per questo, si potrebbe applicare al tema del recupero delle liste di attesa il modello utilizzato per le vaccinazioni Covid: sviluppare un cruscotto pubblico per rendere trasparente l’andamento dell’attività di recupero delle liste di attesa e dell’utilizzo delle risorse stanziate da parte delle Regioni.
Così, in modo trasparente, i cittadini potranno farsi velocemente un’idea di come le Istituzioni stiano lavorando per l’esigibilità del loro Diritto alla Salute.
Tutto questo, nella consapevolezza che la vera sfida da vincere è quella di “superare la strategia del recupero delle prestazioni mancate”, attraverso la definizione e l’implementazione di un modello organizzativo del SSN, in particolare della rete ospedaliera, in grado di garantire sempre e per tutti i pazienti la continuità delle cure, senza più alcuna sospensione nei prossimi picchi di contagio.
In caso contrario, chi potrà mettere mano al portafoglio riuscirà ad accedere alle cure in privato, chi non potrà sarà costretto a rimandare o a rinunciare.”
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