La preospedalizzazione serve a preparare il paziente, o a valutare la sua idoneità, a un determinato intervento chirurgico.
Preospedalizzazione: che cosa significa?
La preospedalizzazione nasce come supporto a un intervento chirurgico programmato (la cosiddetta chirurgia elettiva) e serve a preparare il paziente, o a valutare la sua idoneità a quell’intervento chirurgico.
L’obiettivo principale è quello di ridurre la morbilità (l’incidenza di infezioni o malattie) e la mortalità post-operatoria per cause chirurgiche o anestetiche. Ma anche di permettere al paziente un recupero più rapido possibile dopo l’operazione.
Un’anamnesi e un esame obiettivo, concentrati sui fattori di rischio per complicanze cardiache o polmonari e una determinazione della capacità funzionale del paziente, sono essenziali per qualsiasi valutazione pre-operatoria. L’esecuzione di visite e esami permette la valutazione del rischio operatorio (attribuzione di classe ASA).
Preospedalizzazione: in cosa consiste
Sono prestazioni di preospedalizzazione tutti gli accertamenti clinici e diagnostici necessari per l’ammissione del paziente all’intervento, e non alla formulazione della diagnosi. Infatti, la diagnosi dovrà essere già definita dallo specialista prima di effettuare questi accertamenti.
L’accesso alla preospedalizzazione avviene in seguito alla richiesta del medico specialista che ha visitato il paziente e gli ha indicato l’intervento chirurgico ed è seguito dal medico anestesista.
La preospedalizzazione avviene precedentemente all’intervento e permette di ridurre la degenza pre-operatoria, e tutti gli esami di preospedalizzazione devono essere eseguiti in un lasso di tempo che non superi i 30 giorni dalla data dell’intervento programmato.
Nel corso della preospedalizzazione vengono effettuati solitamente i seguenti esami:
- Prelievo ematico per gli esami di laboratorio
- Elettrocardiogramma con controllo della pressione arteriosa
- Eventuali indagini radiologiche (a seconda del tipo di intervento)
- Visita anestesiologica
La valutazione dei fattori di rischio
La preparazione all’intervento include anche la valutazione dei fattori di rischio che potrebbero compromettere o ritardare la guarigione post-operatoria. Tra i fattori di rischio possono rientrare: carenze nutrizionali, uso di steroidi, chemioterapia, abuso di droghe o alcol e malattie metaboliche come il diabete.
Il paziente deve anche fornire un elenco di tutti i farmaci assunti, vitamine e integratori.
Importante è anche poter definire in questa fase se il paziente è allergico al lattice. L’allergia al lattice, infatti, è diventata una preoccupazione per la salute pubblica. Il lattice si trova nella maggior parte dei guanti chirurgici sterili ed è un componente comune in altre forniture mediche, comprese maschere per anestesia generale, tubi e fiale di farmaci. Si stima che più dell’1% della popolazione e il 7-10% degli operatori sanitari abbiano questa allergia. Per chiunque abbia un’allergia al lattice documentata, devono essere usati guanti e accessori privi di lattice.
Il medico anestesista, dopo aver preso visione degli esami già effettuati, può richiedere, se lo ritiene necessario, ulteriori accertamenti o consulenze specialistiche.
Un’adeguata e attenta preospedalizzazione è quindi importante, in quanto diversi studi epidemiologici internazionali su larga scala hanno indicato che una preparazione pre-operatoria inadeguata del paziente può essere un fattore determinante per le cause primarie di mortalità perioperatoria.