Ritardare ancora queste procedure in pazienti con artrosi grave può portare a un aumento dell’uso di oppioidi, a risultati clinici inferiori e a maggiori tassi di riammissione dopo la procedura.
Finalmente arrivano le linee guida europee per la ripresa, in modo sicuro, delle artroprotesi.
Dopo l’enorme riduzione, al fine di prevenire il collasso dei Sistemi Sanitari Nazionali, delle procedure per artroplastica primaria dell’anca e del ginocchio, come confermato dai membri dell’European Hip Society (EHS) e dell’European Knee Association (EKA), le stesse associazioni hanno nominato un pool di esperti per definire delle linee guida per la ripresa, in modo sicuro, delle artroprotesi.
Le linee guida hanno lo scopo di prevenire i costi sociali ed economici dovuti a cure mancate o ritardate.
Ritardare ancora queste procedure in pazienti con artrosi grave può portare a un aumento dell’uso di oppioidi, a risultati clinici inferiori e a maggiori tassi di riammissione dopo la procedura.
I costi diretti e indiretti per i vari Sistemi Sanitari Nazionali sono e sarebbero enormi. Molti pazienti affetti da artrosi grave senza una ripresa dovranno prolungare la loro assenza dal lavoro, richiedere indennità di disoccupazione temporanea e gravare sul welfare pubblico.
Il gruppo ha prodotto un elaborato con 27 domande e relative affermazioni, basate su prove disponibili, divise in tre fasi: 1) preoperatoria, 2) perioperatoria, 3) postoperatoria.
Pubblicato sulla piattaforma online surveymonkey.com, sono stati invitati via mail tutti gli iscritti alle due associazioni a partecipare, usando le tre opzioni messe a disposizione (d’accordo – in disaccordo – astenuto).
Vedi la Tabella 1, con le domande e le relative affermazioni.
Per dare un esempio, riportiamo qui un estratto delle domande con relativa affermazione.
681 i chirurghi coinvolti dalla survey
Tramite il passaparola hanno partecipato al sondaggio 681 chirurghi ortopedici di 46 paesi di 6 continenti, 479 lo hanno terminato, l’anzianità lavorativa media è stata di 20 anni (minimo 1 anno – massimo 46 anni) evidenziando che chirurghi molto esperti hanno partecipato ed espresso la loro opinione.
Nella Figura 1 vediamo la distribuzione geografica degli intervistati. Il 50% delle risposte arriva proprio dal nostro continente, mentre il restante 50% dal resto del mondo.
Collegandosi alla Tabella 2 è possibile infine vedere le percentuali di coloro che sono:
“D’accordo”, “In disaccordo”, “Astenuto” con quanto dichiarato nelle 27 domande.
Vedi la tabella con le risposte dei chirurghi.
Eccone un estratto: