Col passare del tempo, però, una o entrambe le anche possono dare problemi che irrigidiscono le anche, con conseguente limitazione del movimento: una vita normale non è più possibile.
Piuttosto che confrontarsi con queste limitazioni fisiche, con il dolore, e con uno stile di vita meno attivo, molti pazienti decidono di sottoporsi all’intervento di protesi di anca come soluzione definitiva ai loro problemi. Oggigiorno, l’intervento di protesi d’anca eseguito in maniera mininvasiva permette alle persone di recuperare la funzione delle loro anche con il minor disagio possibile.
Potresti aver bisogno di questo intervento se sei affetto da un’artrosi dell’anca che non migliora con il trattamento conservativo convenzionale (farmaci, fisioterapia, ecc.).
L’intervento di protesi di anca per via anteriore mininvasiva permette di sostituire l’anca danneggiata con una protesi, risparmiando i muscoli dell’anca, senza doverli incidere.
Questo tipo di intervento è un’alternativa alle più tradizionali vie di accesso laterale e posteriore che, per quanto estremamente utilizzate e valide, prevedono necessariamente l’incisione di alcuni muscoli.
Nel caso dell’accesso anteriore, invece, si riesce a raggiungere l’articolazione dell’anca spostando i gruppi muscolari, senza inciderli. Tutto questo si traduce in minor dolore dopo l’intervento, degenza ospedaliera più breve e recupero più rapido.
Il Dottor Alessandro Gildone, chirurgo ortopedico della rete SEF, ha risposto ad alcune domande su questa tecnica.
In cosa consiste la protesi totale di anca?
Sostanzialmente l’intervento consiste nella sostituzione dell’articolazione danneggiata con un’articolazione protesica, in metallo e plastica.
L’intervento può essere eseguito in maniera tradizionale oppure mediante ciò che viene considerata una tecnica mininvasiva. La differenza sta nella lunghezza dell’incisione chirurgica e nell’aggressione dei tessuti sottostanti.
Questo tipo di intervento viene eseguito in anestesia spinale, associata ad una sedazione profonda, in modo da rilassare la muscolatura ed evitare al paziente di sentire i rumori derivati dall’intervento.
Esistono diversi modi per raggiungere l’articolazione dell’anca, a grandi linee suddivisibili in accessi anteriori e posteriori. Personalmente opto per un accesso anterolaterale, mininvasivo, che non distacca i muscoli ma, a mio modo di vedere, ha meno complicanze dell’accesso anteriore diretto. Arrivati all’articolazione dell’anca, si rimuove con una sega la testa del femore e si inserisce nel femore la componente protesica femorale, con o senza cemento, a seconda delle situazioni. Nella stragrande maggioranza dei casi preferisco evitare di utilizzare il cemento. A questo punto si prepara la superficie dell’acetabolo asportando tutta la cartilagine danneggiata e preparando l’alloggiamento nell’osso per la componente protesica acetabolare. Per finire si può inserire un drenaggio o meno, a seconda del sanguinamento che si è verificato durante l’intervento.
Come detto in precedenza, questo intervento si può realizzare attraverso incisioni chirurgiche standard lunghe circa 20 cm oppure mediante incisioni mininvasive lunghe da 5 a 10 cm, che hanno il vantaggio di diminuire le perdite di sangue e il dolore postoperatorio, ridurre la degenza in ospedale ed accelerare la guarigione.
Quanto dura l’intervento?
L’intervento dura circa 2 ore.
Si può fare l’intervento anche con l’aiuto del robot?
Sì, si può. Il robot aiuta il chirurgo a migliorare la precisione e l’accuratezza del posizionamento della protesi di anca, cercando di ridurre al minimo i danni ai tessuti.
Di cosa sono fatte le componenti protesiche?
Le componenti protesiche sono di vario tipo. La parte acetabolare (la coppa) è fatta di cromo cobalto e accoglie un inserto in polietilene, una plastica speciale ad alta durata. La parte femorale ha uno stelo in titanio e la testa utilizzata è di ceramica.
Se la mia nuova protesi si consuma dovrò fare un'altra operazione?
Oggigiorno sono stati fatti enormi progressi in termini di qualità dei materiali utilizzati per le protesi. Tra questi senza dubbio la creazione di una plastica speciale tra la protesi femorale e quella acetabolare, di ottima qualità e di alta durabilità. Di conseguenza le problematiche relative al consumo e alla durata di una protesi di anca si sono molto attenuate.
Per quanto tempo devo utilizzare i farmaci antidolorifici?
Il dolore è una sensazione molto personale, che varia da paziente a paziente. Alcuni pazienti abbandonano i farmaci dopo pochi giorni, altri dopo 2/3 settimane. In linea di massima, bisognerebbe cercare di assumere questi farmaci solo in caso di reale bisogno, diminuendone l’utilizzo con il passare del tempo.
Per quanto tempo si rimane ricoverati?
Dopo l’intervento di protesi di anca, nella struttura dove opero, si rimane ricoverati per 1 settimana, durante la quale si esegue un protocollo di fisioterapia. Al termine si sarà in grado di andare a casa aiutandosi con 2 stampelle
Per quanto tempo dovrò fare la fisioterapia?
Generalmente è consigliato fare fisioterapia ed esercizi al domicilio per almeno 45 giorni dopo l’intervento, in modo da recuperare al meglio la mobilità dell’anca e la forza muscolare. Se possibile, il consiglio è di eseguire idrochinesiterapia, cioè fisioterapia in acqua.
Quali accorgimenti posso tenere al mio rientro a casa dopo l'intervento?
Ci sono alcuni semplici accorgimenti da seguire per rendere più semplice il ritorno a casa dopo un intervento di protesi totale dell’anca, tra cui:
- Cercare di fare meno scale possibile. Fare le modifiche necessarie in modo da dover fare su e giù per le scale solo un paio di volte al giorno.
- Per evitare le cadute togliere tutti i tappeti e gli oggetti ingombranti dai pavimenti delle stanze.
- Utilizzare un rialzo per WC, che impedirà una eccessiva flessione delle anche.
- Evitare il contatto con animali domestici troppo vivaci fino a quando non si sarà completamente guariti.
Quando potrò fare la doccia?
Se non si utilizzano speciali cerotti idrorepellenti, si potrà fare la doccia alla rimozione del cerotto ed alla guarigione della ferita, solitamente dopo 2 settimane dall’intervento chirurgico
Quando posso tornare a guidare?
Nel momento in cui si è capaci di stare seduti confortevolmente su una sedia e di spostare la propria gamba agilmente e senza dolore, allora si potrà pensare di tornare a guidare. In linea di massima bisognerà attendere circa 4 settimane dall’intervento.
Sento un rumore nell’anca, è normale?
Un rumore tipo “click” dentro all’anca è il risultato dell’attrito tra i tessuti molli e il materiale artificiale della protesi. Solitamente questa sensazione diminuisce con l’irrobustimento dei muscoli.
La gamba si gonfia, è normale?
I liquidi possono accumularsi nella gamba a causa dell’effetto della gravità. Non di rado può capitare che la gamba inizi a gonfiarsi al ritorno a casa (magari perché la si sforza di più). Per ridurre il gonfiore bisogna cercare di tenere sollevate le gambe il più possibile, utilizzando anche durante la notte dei cuscini che tengano le gambe sopra il livello del cuore. Bisogna poi utilizzare anche le calze elastiche per almeno 40 giorni dall’intervento.
Quando posso tornare a lavorare?
Dipende dal lavoro. In ogni caso non è mai sbagliato prendersi qualche giorno in più, in modo da focalizzarsi con maggior attenzione verso la propria anca. In linea di massima consiglio di tornare al lavoro almeno dopo 4 settimane dopo una protesi di anca.
Quando potrò andare dal dentista?
Bisogna aspettare almeno 3 mesi prima di andare dal dentista, per evitare di correre il rischio di infettare la protesi. Bisogna comunque ricordarsi di assumere antibiotici prima di qualsiasi procedura dentale per almeno 2 anni dopo l’intervento
La protesi di anca è una procedura sicura?
La protesi totale di anca è un intervento che viene eseguito da molti decenni e in un gran numero di casi; inoltre le tecniche chirurgiche e i materiali utilizzati sono in continuo miglioramento. Tuttavia, proprio come per ogni altro tipo di intervento chirurgico, il risultato non può essere garantito al 100% ed esistono delle possibili complicanze, più o meno severe. Siccome nei primi tempi dopo l’intervento non ci si riesce a muovere con disinvoltura, potrebbero formarsi dei coaguli di sangue nelle vene: per questo motivo sarà opportuno eseguire una terapia giornaliera con dei farmaci che riducono il rischio della formazione di coaguli. Altre complicanze possibili e temibili sono rappresentate dalle infezioni e dal sanguinamento postoperatorio.
Altri problemi meno frequenti ma che potrebbero verificarsi sono:
- Differenza di lunghezza tra le gambe.
- Coaguli di grasso del midollo osseo che possono entrare nei vasi sanguigni e finire nei polmoni, dando gravi problemi di respiro.
- Problemi ai nervi della gamba operata.
- Le componenti protesiche potrebbero muoversi, rompersi o infettarsi.
Posso viaggiare dopo l’intervento?
Se si viaggia in macchina bisogna fare frequenti fermate, in modo da mettere in movimento l’anca il più possibile. Se si viaggia necessariamente in aereo, nel primo mese dopo la protesi bisogna obbligatoriamente indossare le calze elastiche, fare un paio di passeggiate in cabina durante il volo ed eseguire esercizi per la mobilizzazione dell’anca, del ginocchio e delle caviglie.
Alessandro Gildone, Chirurgo ortopedico
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