Migliorare il risultato nella Chirurgia Ortopedica

Il miglioramento dell’outcome è un obiettivo primario in qualsiasi intervento terapeutico, in particolare in chirurgia ortopedica. Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata sull’uso di materiali e tecniche innovative per ottimizzare la ripresa funzionale e l’outcome globale dei pazienti sottoposti a interventi ortopedici. Tuttavia, un approccio alternativo, noto come pre-abilitazione, sta guadagnando sempre più interesse nel contesto chirurgico.

La Pre-riabilitazione e il Protocollo ERAS

La pre-riabilitazione consiste nel migliorare la capacità funzionale del paziente prima dell’intervento chirurgico attraverso un programma riabilitativo.

Questo approccio è parte del protocollo Enhanced Recovery After Surgery (ERAS), che mira a ridurre morbidità, mortalità e tempi di recupero post-operatorio.

In particolare, negli interventi ortopedici complessi, come le sostituzioni articolari o le procedure spinali, la pre-abilitazione aiuta i pazienti a raggiungere una condizione fisica “ottimale”, migliorando gli esiti chirurgici, riducendo le complicanze e accelerando il recupero.

Nutrizione e Outcome Chirurgico

Un corretto approccio nutrizionale prima e dopo la chirurgia è fondamentale per ridurre i tempi di degenza, migliorare l’outcome funzionale e diminuire il rischio di complicanze e mortalità post-operatoria.

La Sarcopenia: una sfida nella chirurgia ortopedica

La sarcopenia è una condizione caratterizzata dalla perdita progressiva di massa e forza muscolare.

Nella sua forma primaria, è associata all’invecchiamento, mentre in quella secondaria può colpire persone giovani a causa di immobilizzazione prolungata, malattie croniche o malnutrizione.

Dopo un intervento chirurgico complesso, è comune osservare una sarcopenia “acuta” che influisce negativamente sull’outcome funzionale

Implicazioni cliniche della Sarcopenia

La sarcopenia rappresenta un significativo fattore di rischio per complicanze post-operatorie, inclusi ritardi nella guarigione, infezioni e recupero compromesso.

Essa aumenta anche la durata del ricovero ospedaliero e i costi sanitari.

La gestione ottimale del paziente sarcopenico in fase pre- e post-operatoria è cruciale per migliorare l’esito chirurgico e accelerare il recupero.

Patofisiologia della Sarcopenia

La sarcopenia è il risultato di meccanismi multifattoriali, tra cui:

  • Invecchiamento: Riduzione fisiologica delle fibre muscolari, particolarmente quelle di tipo II.

  • Inattività fisica: Immobilizzazione accelera l’atrofia muscolare.

  • Infiammazione cronica: Promuove la degradazione proteica muscolare.

  • Malnutrizione: Apporto inadeguato di proteine e aminoacidi.

  • Alterazioni ormonali: Cambiamenti legati all’età influenzano negativamente il metabolismo muscolare.

  • Fattori genetici: Alcuni individui sono geneticamente predisposti alla sarcopenia.

Valutazione e diagnosi della Sarcopenia

La valutazione pre-operatoria include strumenti come il questionario SARC-F, l’Handgrip Strength Test, la DXA e la bioimpedenziometria. Inoltre, test funzionali come il Timed Up and Go (TUG) forniscono informazioni utili sulla capacità di recupero del paziente.

Ottimizzazione Pre-operatoria

Programmi Riabilitativi Pre-operatori

La pre-abilitazione combina esercizi di rinforzo muscolare ed esercizi aerobici per migliorare la capacità funzionale.

Studi dimostrano che programmi multimodali riducono complicanze e tempi di recupero.

In pazienti con sarcopenia severa, la stimolazione elettrica neuromuscolare è un valido supporto.

Nutrizione e Modulatori Pro-anabolici

Un’adeguata alimentazione supporta i programmi riabilitativi pre- e post-operatori.

Nutrienti chiave come vitamina D, leucina e omega-3 promuovono la crescita muscolare.

I probiotici, migliorando la salute del microbiota intestinale, contribuiscono alla gestione della sarcopenia.

Conclusioni

L’approccio multimodale e multidisciplinare è cruciale per la gestione della sarcopenia in chirurgia ortopedica.

Programmi riabilitativi personalizzati, integrati con una nutrizione adeguata, rappresentano strategie essenziali per migliorare gli esiti chirurgici e la qualità di vita dei pazienti.

Fonte:

Innovativa tecnica AnteriorPath per la chirurgia protesica d’anca

L’aumento della longevità ha portato a una crescente richiesta di chirurgia protesica d’anca. Tecniche innovative come la bikini e la nuova “AnteriorPath” offrono interventi mininvasivi con migliori risultati estetici e funzionali.

Aumento della longevità e innovazioni nella chirurgia protesica

Con l’invecchiamento della popolazione, cresce la domanda di interventi di chirurgia protesica, tra cui la sostituzione dell’anca.

Negli anni, le tecnologie e le tecniche chirurgiche si sono evolute per rispondere meglio alle esigenze dei pazienti, con un focus particolare sulla riduzione dell’impatto estetico e sul miglioramento del recupero funzionale.

Chirurgia mininvasiva: obiettivi e vantaggi

La chirurgia mininvasiva si propone di ridurre il trauma chirurgico e migliorare i risultati per il paziente.

Oltre a garantire cicatrici meno evidenti, questa tecnica consente di preservare i tessuti della gamba, tra cui muscoli, tendini e terminazioni nervose, favorendo un recupero più rapido e completo della funzionalità dell’articolazione.

La tecnica bikini: innovazione nell'approccio anteriore

La tecnica bikini rappresenta un’evoluzione dell’approccio anteriore per l’impianto di protesi d’anca.

La cicatrice, posizionata in modo obliquo lungo la piega dell’inguine, misura circa 10-12 cm ed è facilmente nascosta da biancheria intima o costumi.

Questo approccio non solo offre vantaggi estetici ma, evitando la sezione di tendini e muscoli, garantisce una maggiore stabilità dell’impianto, una riduzione delle perdite di sangue e del dolore post-operatorio, oltre a tempi di recupero più brevi.

La nuova tecnica “AnteriorPath”: perfezionamento dall'esperienza USA

Humanitas Mater Domini presenta la tecnica “AnteriorPath”, un’innovazione dell’approccio bikini.

Questa nuova metodica, sviluppata grazie all’esperienza statunitense e perfezionata in Italia dal dott. Fabio Zerbinati, offre ulteriori benefici.

L’intervento prevede due piccole incisioni: una di 6 cm e l’altra di circa 1 cm, entrambe facilmente nascoste dagli indumenti.

Vantaggi del doppio accesso chirurgico

A differenza della tecnica bikini tradizionale, dove tutti gli strumenti vengono utilizzati attraverso un unico accesso, l’approccio “AnteriorPath” si avvale di due vie d’accesso.

La prima incisione prepara l’articolazione per l’impianto, mentre la seconda consente l’introduzione di strumenti aggiuntivi attraverso un portale secondario, migliorando la precisione nella posizione della protesi.

Questa tecnica riduce i movimenti chirurgici, minimizza il coinvolgimento dei tessuti circostanti (muscoli, tendini e nervi) e migliora la visualizzazione del campo operatorio.

Inoltre, grazie all’uso di strumenti di dimensioni ridotte, si evita di dilatare l’incisione principale, riducendo ulteriormente il trauma chirurgico.

Conclusioni: un recupero più rapido e sicuro

L’approccio “AnteriorPath” si rivolge esclusivamente ai primi impianti, non alle revisioni, e combina i vantaggi dell’accesso anteriore con ulteriori miglioramenti, come un posizionamento più preciso dei componenti, una migliore guarigione delle cicatrici e una riduzione delle complicanze.

Secondo il dott. Zerbinati particolarmente, questo metodo si dimostra efficace nei pazienti in sovrappeso e garantisce tempi di recupero più rapidi, migliorando la qualità della vita post-operatoria.