Servono 14 mesi per accedere ai farmaci oncologici innovativi

Italia sul podio per disponibilità di farmaci innovativi (129 su 167), ma la Germania resta in testa per velocità: solo 93 giorni per l’autorizzazione.

Italia seconda in Europa

La disponibilità complessiva dei farmaci innovativi in Italia si attesta al 77%, con 129 prodotti su 167 approvati dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA).

Questo dato posiziona l’Italia al secondo posto in Europa, subito dopo la Germania, che ne ha resi disponibili 147.

Tuttavia, nonostante l’alta disponibilità, i tempi di accesso restano critici: per ottenere l’effettiva rimborsabilità passano in media circa 14 mesi, sia per i farmaci oncologici che per quelli orfani destinati alle malattie rare.

Lo studio Patients W.A.I.T. 2023

A fotografare lo stato dell’arte è lo studio Patients W.A.I.T. 2023 (Waiting to Access Innovative Therapies), condotto da Iqvia in collaborazione con Efpia (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations).

Si tratta della più ampia indagine europea sulla disponibilità dei farmaci innovativi e sui tempi di accesso nei diversi Paesi.

Il report sottolinea: “L’Italia è uno dei Paesi europei più virtuosi nell’accesso ai farmaci innovativi, ma esistono ulteriori margini di miglioramento nell’accelerazione e nello snellimento dei processi per l’immissione nelle liste di rimborsabilità, sia a livello nazionale che regionale”.

Copertura dello studio e classifiche europee

Lo studio, attivo dal 2004, ha analizzato la disponibilità di 167 farmaci approvati da EMA tra il 2019 e il 2022, suddivisi in quattro categorie: oncologici, orfani, orfani non oncologici e combinazioni terapeutiche.

Il campione comprende 36 Paesi (27 UE e 9 extra UE), offrendo una panoramica completa della situazione europea.

L’Italia si distingue in particolare per la disponibilità di farmaci orfani: è seconda in Europa con 45 farmaci su 63, dietro solo alla Germania (56).

Anche per i farmaci oncologici l’Italia mostra buoni risultati, collocandosi al quarto posto con 40 prodotti su 48, preceduta da Germania, Svizzera e Austria.

Tempi di accesso: miglioramenti, ma ancora lunghi

Nonostante i progressi, i tempi medi di accesso ai farmaci restano lunghi.

Per i farmaci orfani, l’Italia impiega in media 14 mesi (431 giorni) per inserirli nelle liste di rimborsabilità, contro i soli 96 giorni della Germania.

Per quelli oncologici, il tempo medio è simile: 417 giorni, che collocano l’Italia al dodicesimo posto, ben lontano dai 93 giorni della Germania e dai 134 della Danimarca.

Tuttavia, rispetto alla media dei Paesi UE, l’Italia registra tempi di accesso più rapidi di circa 3-4 mesi, segno di un miglioramento rispetto al passato.

Disomogeneità e restrizioni: le sfide da superare

Uno dei principali ostacoli resta la parziale disponibilità alla rimborsabilità e le disuguaglianze regionali.

Circa il 20% dei farmaci disponibili in Italia presenta restrizioni parziali alla rimborsabilità.

Sebbene questa quota sia inferiore rispetto a Paesi come Spagna (52%) e Francia (35%), rappresenta comunque un elemento critico.

Va inoltre considerato che i tempi di accesso rilevati nello studio riguardano il livello nazionale e non tengono conto dei ritardi ulteriori che possono verificarsi nelle singole Regioni.

Conclusioni: un’Italia in crescita, ma ancora con margini di miglioramento

In conclusione, lo studio conferma l’Italia sul podio europeo per la disponibilità di farmaci innovativi.

Anche i pazienti avanzano nell’accesso alle terapie, ma persistono barriere importanti come i lunghi tempi di approvazione e le disuguaglianze territoriali.

Superare questi ostacoli sarà fondamentale per garantire un accesso equo e tempestivo alle cure più avanzate.

Prime evidenze dal registro delle protesi mammarie

 

Il registro nazionale delle protesi mammarie ha fornito i primi dati rilevanti sugli impianti in Italia, migliorando la sicurezza dei pazienti e ottimizzando la gestione clinica. Grazie a un monitoraggio rigoroso, questo strumento offre benefici per la salute pubblica e l’uso efficiente delle risorse sanitarie.

Statistiche sugli impianti di protesi mammarie in Italia

Dal 1° agosto dell’anno scorso al 30 giugno 2024, sono state oltre 500 le strutture sanitarie che hanno caricato almeno una volta le informazioni relative all’impianto di protesi mammarie.

Durante questo periodo, 1.207 chirurghi sono stati coinvolti in oltre 22.500 interventi, di cui più di 6.500 eseguiti in strutture pubbliche e 15.772 in strutture private.

Complessivamente, sono state impiantate più di 37.000 protesi mammarie, con oltre 8.000 interventi nel pubblico e più di 28.000 nel privato, coinvolgendo oltre 21.800 pazienti.

Il Registro Nazionale delle Protesi Mammarie

I dati provengono dal Registro Nazionale delle Protesi Mammarie, istituito per monitorare l’attività clinica, prevenire complicanze, migliorare la gestione degli effetti indesiderati e rintracciare tempestivamente i pazienti se necessario.

Avviato a pieno regime nel 2023, il registro offre la possibilità di un controllo continuo a scopo di ricerca scientifica e clinica.

Nel lungo termine, si prevede che diventi uno strumento utile per la programmazione dei dispositivi medici impiantabili.

La storia dei Registri sulle Protesi Mammarie

Il registro nazionale è stato istituito presso il Ministero della Salute insieme ai registri regionali e provinciali, grazie alla legge 86 del 2012.

La necessità di raccogliere informazioni su questi dispositivi nasce dall’importanza che il mondo scientifico e le istituzioni attribuiscono alle protesi mammarie, classificate nella più alta categoria di rischio (classe III) dal decreto legislativo 304 del 2004.

La legge è stata approvata a seguito di problemi riscontrati in Europa, tra cui il caso delle protesi PIP riempite di silicone non conforme.

Obbligo di registrazione degli interventi

Tutte le Regioni e Province autonome italiane hanno istituito un proprio registro e, di conseguenza, tutti i chirurghi che impiantano o rimuovono protesi mammarie devono registrare l’intervento entro tre giorni dalla procedura.

Le strutture sanitarie che omettono la raccolta e trasmissione dei dati sono soggette a sanzioni amministrative.

Inoltre, i distributori di protesi sono obbligati a registrare mensilmente ogni dispositivo venduto in Italia.

Il primato italiano nel Registro delle Protesi Mammarie

L’Italia vanta un primato globale per il suo registro delle protesi mammarie grazie all’obbligatorietà della trasmissione dei dati e alla gestione da parte di un’istituzione governativa.

In altri Paesi, come Francia, Svezia, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti, i registri sono volontari e raggiungono una copertura variabile.

Il registro italiano è considerato un esempio di best practice, poiché consente di monitorare la sicurezza e l’efficacia dei dispositivi medici e di migliorare la qualità delle cure.

Estensione del modello ad altri dispositivi medici

Il monitoraggio delle protesi mammarie non solo tutela la salute dei pazienti, ma può anche contribuire a contenere la spesa pubblica.

Solo nel 2023, sono stati spesi oltre 5 miliardi di euro per dispositivi medici.

Il modello del registro potrebbe essere esteso ad altre categorie di impianti, come quelli cardiologici e ortopedici, che rappresentano circa l’84% della spesa per dispositivi ad alto rischio.

Analisi dei dati sulle sostituzioni

Per conoscere la durata media di vita di una protesi mammaria sarà necessario attendere gli interventi di sostituzione o rimozione.

Tuttavia, il Ministero della Salute ha iniziato a monitorare i tempi medi di revisione degli impianti.

I dati mostrano che i tempi di revisione sono inferiori nei pazienti sottoposti a procedure ricostruttive, probabilmente a causa di trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia, che influenzano gli esiti chirurgici.

Primo trapianto in Italia di cuore e fegato salva donna di 38 anni

Una donna di 38 anni, affetta da una grave cardiopatia congenita, ha subito un intervento pionieristico presso l’ospedale Molinette di Torino. Per la prima volta in Italia, è stato eseguito un trapianto di blocco multiorgano cuore-fegato, salvandole la vita. Grazie alla perfetta sincronizzazione di un’équipe multidisciplinare e alla donazione di un organo compatibile, l’intervento rappresenta un traguardo medico senza precedenti.

Un caso di cardiopatia congenita grave

La sua unica speranza di sopravvivenza era un trapianto, e nei giorni scorsi, presso l’ospedale Molinette di Torino, è stato eseguito per la prima volta in Italia un trapianto di blocco multiorgano cuore-fegato.

La paziente, originaria di Roma, a causa della malattia cardiaca aveva sviluppato nel tempo un danno sempre più grave al fegato.

Per questo motivo, era stata inserita nella lista nazionale dei trapianti urgenti, che ha consentito di trovare in breve tempo un donatore compatibile per entrambi gli organi.

Il trapianto innovativo

L’eccezionalità dell’intervento, eseguito dall’équipe multidisciplinare trapianti di Torino, risiede nell’aver mantenuto la normale connessione del cuore con il fegato, trapiantando il blocco come un unico organo.

Questo approccio ha permesso di ridurre al minimo i tempi di sofferenza ischemica degli organi, migliorando significativamente la loro funzione subito dopo il trapianto.

Tuttavia, la complessità dell’intervento ha richiesto una perfetta collaborazione tra i vari specialisti coinvolti.

Da un lato, il team di specialisti lombardi lavorava sul donatore, mentre dall’altro, i cardiochirurghi e epatochirurghi torinesi preparavano la paziente a ricevere il blocco cuore-fegato.

L'equipe chirurgica

Il team chirurgico è stato guidato dal professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia delle Molinette, insieme al dottor Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, al professor Massimo Boffini e alla dottoressa Erika Simonato.

Durante l’intervento, il cuore malato è stato isolato e rimosso.

Contemporaneamente, il professor Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento Trapianti e Chirurgia del Fegato, con il supporto del dottor Paolo Strignano, rimuovevano il fegato malato. Il team di anestesisti, composto dal dottor Alberto Orsello, dalla dottoressa Francesca Momigliano e dal dottor Angelo Panio, ha fornito supporto costante durante l’operazione.

Un intervento complesso

Durante l’intervento, la paziente è stata mantenuta in vita grazie alla circolazione extracorporea assicurata dalla macchina cuore-polmoni.

Quando i chirurghi hanno completato il collegamento vascolare degli organi trapiantati, sia il nuovo cuore che il nuovo fegato hanno ripreso immediatamente a funzionare.

L’intera procedura ha avuto una durata superiore alle dodici ore e si è conclusa con successo.

Il decorso post-operatorio

Attualmente, la paziente è sveglia, lucida e respira autonomamente.

Il dottor Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino, ha commentato l’eccezionalità del trapianto: “Questo intervento innovativo conferma l’eccellenza a livello internazionale della nostra Azienda Ospedaliero-Universitaria. La consolidata collaborazione tra i vari programmi di trapianto attivi in Azienda, già abituati a eseguire trapianti combinati, ha permesso di raggiungere questo nuovo importante traguardo, offrendo cure sempre più efficaci per pazienti gravemente malati. Il tutto è stato possibile grazie alla donazione di organi e sangue, essenziali per interventi di tale portata.”

Fonte:

Primo intervento robotico transcontinentale eseguito da un chirurgo italiano

Per la prima volta nella storia, è stato eseguito un intervento transcontinentale di chirurgia robotica a distanza per l’asportazione di un tumore al rene. La notizia è stata diffusa dalla Fondazione Puigvent di Barcellona, che ha comunicato la conclusione positiva dell’operazione.

Il chirurgo e l'intervento

Il chirurgo che ha condotto l’intervento con successo è Alberto Breda, un medico italiano primario di Urologia Oncologica e membro dell’équipe chirurgica dei Trapianti Renali della fondazione spagnola.

Breda ha operato a distanza un paziente situato a Pechino, in Cina, mentre si trovava all’auditorium di Bordeaux per partecipare alla 21esima riunione annuale della Società Europea di Urologia (Eau), di cui è presidente.

Dettagli dell'operazione

Il paziente, un uomo di 37 anni con un tumore al rene di 3,5 centimetri, era ricoverato presso l’Ospedale Generale Pla di Pechino.

L’intervento è avvenuto con l’ausilio del sistema robotico Edge, con cui Breda ha controllato i bracci robotici a distanza da una console.

Nonostante la distanza, il tempo di ritardo nella trasmissione dei comandi è stato di soli 132 millisecondi.

Il paziente è stato dimesso il giorno successivo e sta proseguendo la convalescenza.

Sfide tecnologiche e il ruolo delle reti di telecomunicazioni

Una delle maggiori sfide riscontrate nell’intervento è stata la latenza causata dalla lunga distanza.

Come sottolineato dalla Fondazione Puigvent, lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni, in particolare delle reti 5G e in fibra ottica, sarà cruciale per il futuro della telechirurgia.

L’evoluzione e l’adattamento dei sistemi robotici rappresentano un altro fattore chiave per migliorare l’efficienza di questo tipo di operazioni.

Commento del dottor Breda

Alla fine dell’operazione, il dottor Breda ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto, definendo l’intervento un momento storico.

Ha inoltre evidenziato l’importanza della collaborazione internazionale e ha sottolineato come questo traguardo dimostri la diversità nella pratica della medicina moderna.

Dati sanitari finlandesi accessibili in Spagna

A partire dal 23 settembre, i viaggiatori finlandesi che necessitano di assistenza medica in Spagna potranno beneficiare di un nuovo servizio che facilita l’accesso ai loro dati sanitari. Grazie alla collaborazione con i servizi Kanta, gli operatori sanitari di alcune regioni spagnole possono ora visualizzare informazioni essenziali sui pazienti, come prescrizioni, allergie e diagnosi, previa autorizzazione tramite MyKanta.

Disponibilità del servizio nelle principali destinazioni turistiche

Il servizio è attualmente attivo in alcune aree della Spagna, tra cui destinazioni turistiche molto frequentate come la Costa del Sol, le Isole Canarie, la Catalogna e l’area di Madrid.

Questo permette ai cittadini finlandesi di ricevere un’assistenza sanitaria semplificata durante i loro soggiorni all’estero.

Tuttavia, è importante sottolineare che solo i dati essenziali verranno condivisi con gli operatori sanitari, e l’accesso completo alle cartelle cliniche sarà possibile solo con il consenso del paziente.

Un sistema già in uso in altri Paesi Europei

Questa iniziativa segue un modello già implementato in Estonia, che nel giugno 2024 è diventato il primo Paese dell’Unione Europea a permettere l’accesso ai dati dei pazienti finlandesi.

Fino ad oggi, circa 12.000 viaggiatori finlandesi hanno autorizzato la condivisione dei propri dati sanitari con gli operatori sanitari estoni tramite MyKanta.

Prescrizioni elettroniche validate a livello internazionale

Dal 2019, le prescrizioni elettroniche finlandesi sono valide anche all’estero, facilitando l’acquisto di farmaci per i cittadini finlandesi durante i loro viaggi.

Paesi come l’Estonia e la Spagna, tra le mete più visitate dai turisti finlandesi, sono tra i primi a beneficiare di questa innovazione, che contribuisce a rendere i viaggi più sicuri e confortevoli.

Miglioramenti nell'assistenza sanitaria transfrontaliera

La possibilità di condividere dati sanitari oltre confine rappresenta un significativo passo avanti per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria ai viaggiatori.

In futuro, i professionisti sanitari finlandesi potranno accedere ai dati sanitari provenienti da altri Paesi europei, rendendo più agevole il trattamento dei pazienti stranieri.

Sicurezza dei pazienti e maggiore efficienza

“La condivisione transfrontaliera dei dati dei pazienti semplifica il trattamento per chi viaggia o si trasferisce in Finlandia dall’estero”, afferma Paavo Kauranne, product owner dei servizi Kanta presso Kela.

Un riepilogo tradotto e chiaro delle informazioni mediche del paziente fornisce ai professionisti sanitari una panoramica completa, migliorando le decisioni terapeutiche e aumentando la sicurezza dei pazienti.

Espansione del servizio e prospettive future

Con l’espansione di questo servizio in Europa, si prevede un miglioramento generale della qualità dell’assistenza sanitaria.

L’accesso più rapido a informazioni mediche essenziali contribuirà a trattamenti più sicuri ed efficienti per tutti i pazienti, garantendo un’assistenza sanitaria di qualità superiore in tutto il continente.

Pillola 3D, farmaci combinati in un’unica dose

I ricercatori australiani hanno sviluppato una nuova applicazione della tecnologia di stampa 3D per creare una ‘poli-pillola’ che combina più farmaci in un’unica compressa. Questa innovazione mira a semplificare la vita di chi deve assumere più farmaci ogni giorno, riducendo il rischio di errori di dosaggio e migliorando l’accesso alle cure.

La stampa 3D al servizio della medicina

I ricercatori australiani hanno fatto un significativo passo avanti nella medicina, utilizzando la tecnologia di stampa 3D, comunemente impiegata per la produzione di giocattoli, calchi dentali e ricambi auto, per creare una ‘poli-pillola’.

Questa innovativa soluzione combina più farmaci in un’unica compressa, semplificando la vita di coloro che devono assumere diversi farmaci ogni giorno.

Il problema della politerapia negli anziani

Con l’avanzare dell’età, molte persone si trovano a dover assumere più farmaci ogni giorno, aumentando il rischio di sottodosaggi o overdose.

Questo problema è destinato a crescere con l’invecchiare della popolazione.

Gli studiosi dell’Università del Queensland hanno sviluppato una soluzione: l’uso di stampanti 3D per produrre pillole su misura per ciascun paziente, combinando i farmaci in un polimero biocompatibile che permette il rilascio controllato nell’organismo.

Vantaggi della poli-pillola personalizzata

Le poli-pillole sono prodotte uno strato alla volta, e i farmaci vengono disciolti e combinati con altri ingredienti per migliorare l’assorbimento nello stomaco.

Questo sistema permette di includere vari farmaci in una sola pillola, da assumere una volta al giorno, riducendo così il rischio di errori di dosaggio. “Si possono includere farmaci differenti in una pillola, da prendere una sola volta al giorno, riducendo così la probabilità di overdose o di sottodose,” scrive il professor Amirali Polat della Scuola di Farmacia sul sito dell’università.

Soluzioni per bambini e persone con disabilità visive

I farmaci stampati in 3D potrebbero essere particolarmente utili per i bambini, permettendo la creazione di pillole più piccole e ‘attraenti’, magari con forme o colori diversi.

Anche le persone non vedenti o ipovedenti trarrebbero beneficio da questa tecnologia, grazie alla possibilità di cambiare i colori per rendere le pillole più identificabili, aggiungere simboli come il sole e la luna per distinguere le dosi del mattino e della sera, o persino stampare in braille sulla pillola per facilitare il riconoscimento.

Impatto sulle comunità remote

L’uso della stampa 3D potrebbe rappresentare un grande vantaggio per le comunità remote, dove spesso si registrano carenze di medicinali o ritardi nelle consegne. “Se vi è la possibilità di produrle dove il farmacista può farlo sul posto, si potrà offrire migliore assistenza sanitaria in quelle comunità,” conclude Polat. Questo approccio potrebbe rivoluzionare l’accesso ai farmaci e migliorare notevolmente la qualità delle cure in zone isolate.

Fonte:

Torino rivoluziona l’angioplastica con l’Intelligenza Artificiale

Un nuovo strumento basato sull’Intelligenza Artificiale, sviluppato a Torino, potrebbe rivoluzionare il trattamento delle malattie coronariche, semplificando le diagnosi e migliorando l’efficacia delle angioplastiche.

L'intelligenza Artificiale per l'Angioplastica Coronarica

Quando fare l’angioplastica coronarica? Ora lo dice l’Intelligenza Artificiale (IA), “leggendo” una semplice coronarografia.

Parliamo di un nuovo strumento che rivoluzionerà il trattamento delle malattie coronariche, semplificando e migliorando la valutazione delle placche nelle arterie.

Pubblicato sulla rivista European Heart Journal Quality of Care and Cardiovascular Outcomes, questo studio pionieristico è il risultato di una collaborazione tra l’ospedale Molinette di Torino, l’Università degli Studi di Torino e il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Catania.

Lavoro di squadra

Guidato dai cardiologi Ovidio De Filippo e Fabrizio D’Ascenzo, della Cardiologia Universitaria delle Molinette (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari), in collaborazione con i professori Marco Aldinucci (UniTo) e Concetto Spampinato (Catania), il progetto ha coinvolto numerosi Centri cardiologici italiani ed europei, tra cui cinque piemontesi.

L’obiettivo del team è stato affrontare una sfida comune nella cardiologia interventistica.

Per decidere se procedere con un’angioplastica, infatti, le linee guida internazionali raccomandano l’esecuzione di due esami specifici: il Ffr (Fractional Flow Reserve) e l’Ifr (Instantaneous Wave-Free Ratio).

Nella pratica, però, questi esami vengono effettuati molto raramente a causa dei costi, del tempo richiesto e dei rischi associati alla necessità di inserire nella coronaria cateteri aggiuntivi per le misurazioni.

Diagnosi avanzata

Il team ha sviluppato Starflow, uno strumento avanzato di Intelligenza Artificiale capace di stimare i valori di Ffr e Ifr direttamente dalle immagini standard di coronarografia.

Utilizzando una rete neurale profonda multi-task, Starflow analizza due semplici proiezioni angiografiche per fornire una valutazione accurata della rilevanza delle placche, indirizzando i pazienti verso l’angioplastica o la terapia medica.

Primi risultati

I risultati ottenuti sono notevoli: l’applicazione ha raggiunto un’accuratezza quasi pari al 90%, un livello di precisione paragonabile a quello ottenuto con le tecniche invasive tradizionali ma con significativi vantaggi in termini di tempo, riduzione dei rischi per i pazienti e costi.

Le implicazioni future

«Lo sviluppo di Starflow potrebbe avere un impatto significativo sull’accesso dei pazienti a valutazioni fisiologiche precise delle stenosi coronariche», spiega il dottor De Filippo. «Ha il potenziale di migliorare il processo decisionale clinico e ottimizzare i trattamenti per le malattie coronariche».

Aggiunge il professor De Ferrari: «Si tratta di un grandissimo contributo dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in cardiologia e di una dimostrazione della possibilità che l’innovazione tecnologica, associata alle competenze mediche, possa affrontare problemi clinici complessi, migliorando l’efficienza e l’efficacia delle cure mediche».

Presentazione ufficiale

La nuova tecnologia sarà presentata in anteprima durante le 36me Giornate Cardiologiche Torinesi, che si terranno a Torino dal 19 al 21 settembre 2024, presso il Polo Aldo Moro dell’Università degli Studi di Torino (via Sant’Ottavio 18), dirette dai professori Mauro Rinaldi, Gaetano Maria De Ferrari e Fabio Verzini.

Fonte:

Autotrapianto di rene robotico, per la prima volta in Italia alle Molinette di Torino

A luglio 2024, l’ospedale Molinette di Torino ha realizzato un traguardo storico nella chirurgia robotica: per la prima volta in Italia, è stato effettuato un autotrapianto di rene utilizzando un sistema robotico di ultima generazione. Questo intervento innovativo ha salvato la vita di un paziente di 56 anni, affetto da una rara e pericolosa patologia, dimostrando le potenzialità rivoluzionarie della tecnologia medica avanzata.

Autotrapianto di rene con sistema robotico di ultima generazione

Per la prima volta in Italia, a luglio 2024, all’ospedale Molinette di Torino, è stato effettuato un autotrapianto di rene utilizzando un sistema robotico di ultima generazione.

Un uomo di 56 anni aveva da poco scoperto di essere portatore di una rara patologia tanto silente quanto pericolosa: un aneurisma di due centimetri a carico dei rami dell’arteria renale.

Era necessario intervenire per prevenire l’elevato rischio di rottura spontanea dell’arteria, ma la complessa posizione dell’aneurisma non rendeva possibile un intervento tradizionale, cioè con il rene nella sua posizione naturale.

Le speranze di salvare il rene erano affidate alla possibilità di poter effettuare un delicato intervento di prelievo del rene per ripararlo al di fuori del campo operatorio e poi effettuare un autotrapianto.

Utilizzo del sistema robotico Da Vinci Single Port

A tal fine è stato utilizzato il nuovissimo e rivoluzionario sistema robotico Da Vinci Single Port, da poco disponibile in Europa e da tre settimane in dotazione presso il reparto di urologia universitaria dell’ospedale, diretto dal professor Paolo Gontero.

Il nuovo approccio chirurgico attraverso un’unica piccola incisione di due centimetri e mezzo ha permesso di effettuare il prelievo del rene sinistro da riparare.

Vantaggi della Tecnologia Robotica Avanzata

“L’estrema raffinatezza di questa importante evoluzione della tecnologia operatoria robotica, insieme alla capacità di lavorare in uno spazio relativamente ristretto, tanto quanto una pallina da tennis, ha permesso di effettuare il prelievo di rene passando al di fuori dell’addome, utilizzando quindi una via extraperitoneale – afferma il primario, che ha eseguito la parte robotica dell’intervento -.

Una via di accesso che consente una ulteriore riduzione del trauma chirurgico rendendo possibile una più rapida ripresa postoperatoria, caratteristica che contraddistingue e spiega la recente diffusione di questa nuova tecnologia negli Stati Uniti d’America”.

Procedura di riparazione e autotrapianto

Il rene è stato quindi estratto mantenendo sempre una via di accesso al di fuori del peritoneo e posizionato in un campo operatorio apposito dove è stato raffreddato e perfuso (mantenuto in vita) con liquidi speciali per prevenire i danni da ischemia e quindi sottoposto ad una delicata riparazione della malformazione di cui era affetto da parte del dottor Aldo Verri, direttore della chirurgia vascolare ospedaliera dell’ospedale Molinette.

Sempre utilizzando la stessa incisione è stato quindi effettuato l’autotrapianto.

La parte anestesiologica è stata seguita dall’équipe del dottor Roberto Balagna.

L’intervento, durato sette ore, è stato coronato da successo comportando una pronta ripresa della funzione dell’organo ed una dimissione del paziente in buone condizioni.

Importanza del supporto della fondazione CRT

“È doveroso ricordare come tutto ciò sia stato reso possibile in primis grazie alla sensibilità della Fondazione Crt, che mesi fa ha creduto in un progetto di ricerca finalizzato all’utilizzo di questa tecnologia in ambiti chirurgici urologici selezionati, quali il trapianto di rene, le disfunzioni dell’apparato urinario del mieloleso, ma anche il tumore di vescica e della prostata – continua il professor Gontero -.

Grazie alla generosa donazione ricevuta sarà possibile disporre per un anno di questa tecnologia per effettuare una cinquantina di interventi urologici”.

Progetto di ricerca multidisciplinare

Un progetto di ricerca che vede anche la partecipazione del professor Mario Morino, direttore della clinica chirurgica universitaria dell’ospedale Molinette per un utilizzo multidisciplinare in chirurgia oncologica.

“Una nuova frontiera della chirurgia che concilia l’aspetto tecnologico e le professionalità mediche per un nuovo traguardo raggiunto, che conferma per l’ennesima volta le eccellenze della nostra Città della Salute”, dichiara il dottor Giovanni La Valle, direttore generale dell’azienda ospedaliera di cui l’ospedale Molinette fa parte.

Liste d’attesa ospedaliere: 20 milioni di visite da recuperare, straordinari non bastano

Il decreto Schillaci sulle liste d’attesa, in esame al Parlamento, mira a recuperare 20 milioni di prestazioni perse tra il 2019 e il 2021. Tuttavia, le risorse limitate e il personale stremato sollevano dubbi sulla sua efficacia. Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, critica la mancanza di interventi strutturali nel provvedimento.

Il decreto Schillaci: un’analisi critica

Il decreto Schillaci sulle liste d’attesa, attualmente all’esame del Parlamento, sembra incompleto.

Considerando gli ultimi anni di sofferenza del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), cerca di affrontare il problema enorme di quasi 20 milioni di prestazioni perse tra il 2019 e il 2021 con le poche risorse disponibili negli ospedali, un personale stremato e risorse insufficienti.

Nonostante le buone intenzioni, ci sono molti aspetti critici nel decreto.

La libera professione intramuraria e altre tematiche

Il decreto punta il dito contro la libera professione intramuraria introducendo interventi coercitivi.

Tuttavia, è evidente che le liste d’attesa sono legate a problemi più ampi, inclusi l’organizzazione delle aziende e del sistema sanitario nel suo complesso, nonché l’assistenza sul territorio, la quale non viene coinvolta adeguatamente.

Critiche del Presidente della Cimo-Fesmed

Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed (medici ospedalieri), riconosce le buone intenzioni del ministro della Salute ma critica il provvedimento.

Pur approvando misure come il Cup regionale, Quici sottolinea la mancanza di interventi strutturali necessari.

Punti critici del Decreto Legge

Tetto sul personale

Uno dei principali punti critici è il mancato sblocco immediato del tetto sul personale, che sarebbe dovuto avvenire senza attendere il 2025.

Quici auspica che il ministro intervenga con un decreto per permettere assunzioni adeguate.

Fabbisogno di medici e infermieri

Il metodo proposto da Agenas per stimare il fabbisogno di medici e infermieri è considerato troppo complicato e inadeguato.

La stima di 10.000 medici in meno non riflette la realtà delle corsie vuote, dei turni coperti a stento e delle file di pazienti nei Pronto Soccorso.

Inoltre, la medicina è cambiata, aumentando gli standard del fabbisogno di medici.

Incremento delle risorse

Per evitare la fuga di medici all’estero o nel settore privato, è necessario un incremento strutturale delle risorse.

Attualmente, l’unico denaro stanziato dal decreto legge è destinato agli straordinari, una soluzione temporanea che non risolve il problema.

Inadeguatezza delle misure di compensazione

L’aumento della retribuzione per gli straordinari non è sufficiente.

È necessaria un’indennità di specificità adeguata per rendere più attraente il Ssn.

Non è solo un problema di Pronto Soccorso; mancano anche chirurghi, anestesisti, rianimatori, radioterapisti, ecc.

Il nuovo contratto 2022-2024 prevede un incremento insufficiente rispetto all’inflazione.

Domanda inappropriata di prestazioni da medicina difensiva

Il fenomeno della medicina difensiva, che costa 10 miliardi, contribuisce a gonfiare le liste d’attesa.

La commissione istituita dal ministro della Giustizia Nordio non sembra modificare sostanzialmente il problema della colpa medica, lasciando una grande quota di inappropriatezza.

I medici continueranno a richiedere più prestazioni del necessario per timore di cause legali, aumentando costi e liste d’attesa.

Prestazioni perse durante la pandemia

Esecuzione delle prestazioni in ospedale

Circa 19,8 milioni di prestazioni sono state eseguite in meno tra il 2019 e il 2021 a causa della pandemia.

Questo calo significativo denota un gap nell’offerta sanitaria, anche dovuto all’assenza di prevenzione secondaria e terziaria e all’inadeguatezza del territorio nel gestire una parte della domanda.

Gestione delle prestazioni fuori dall’ospedale

Il maggior calo delle prestazioni ha riguardato aree gestibili fuori dall’ospedale, come psichiatria (-37%), oculistica (-21,67%) e dermatologia (-19%).

Non è possibile chiedere ulteriori sforzi ai medici ospedalieri, già sovraccarichi.

Le liste d’attesa devono essere affrontate in modo olistico, considerando l’intero sistema sanitario.

Mastercard e MTA collaborano sui pagamenti sanitari transfrontalieri

La Medical Tourism Association lancerà una piattaforma unica con funzionalità di pagamento Mastercard per offrire maggiore comodità, flessibilità e fiducia al settore del turismo medico.

Risposta alla necessità di semplificazione

In risposta alla crescente necessità di semplificare l’accesso all’assistenza sanitaria globale per i turisti medici, Mastercard e la Medical Tourism Association (MTA) hanno annunciato una partnership esclusiva per modernizzare l’esperienza di assistenza sanitaria end-to-end per pazienti e operatori sanitari in tutto il mondo.

La Medical Tourism Association utilizzerà la tecnologia delle carte virtuali commerciali di Mastercard per andare oltre l’organizzazione dei trattamenti e facilitare pagamenti rapidi e sicuri con gli operatori sanitari.

Innovazione nel settore del turismo medico

Questa è una mossa unica nel suo genere per il settore del turismo medico, che è rimasto in gran parte dipendente da denaro contante e bonifici bancari, portando a una mancanza di trasparenza finanziaria e a opzioni di pagamento limitate per le persone che cercano trattamenti all’estero.

Le intuizioni di un recente sondaggio sui pazienti del turismo medico rivelano che oltre la metà dei pazienti a livello globale ha espresso preoccupazioni sui pagamenti internazionali a causa di costi nascosti, complessità del tasso di cambio e maggiore rischio di frode, dimostrando una chiara necessità di migliorare il processo di pagamento.

Le parole di Mastercard

“Come azienda tecnologica globale, innoviamo costantemente per risolvere i punti critici in più settori e semplificare il modo in cui il denaro fluisce tra persone e aziende”, ha affermato Chad Wallace, responsabile globale delle soluzioni commerciali di Mastercard.

“Stiamo integrando le nostre tecnologie per promuovere esperienze di pagamento più sicure e veloci su larga scala e questa ultima collaborazione sblocca la nostra capacità di estendere ulteriormente i vantaggi delle carte virtuali Mastercard per reinventare l’ecosistema sanitario”.

Facilitazione del processo di pagamento

I pazienti potranno semplicemente prenotare e pagare il loro trattamento utilizzando un metodo di pagamento a loro scelta, e l’MTA gestirà senza problemi il resto sfruttando la tecnologia delle carte virtuali di Mastercard.

Non appena il pagamento viene avviato e convalidato, il partner bancario dell’MTA emetterà una carta virtuale Mastercard per pagare direttamente il fornitore di assistenza sanitaria.

Vantaggi per i fornitori di servizi sanitari

L’introduzione delle carte virtuali porta anche una serie di vantaggi ai fornitori, tra cui una maggiore sicurezza, controlli robusti e dati di rimessa in tempo reale per una riconciliazione più efficiente.

Sviluppo della piattaforma "Better by MTA"

Per andare oltre la risoluzione dei punti dolenti nei pagamenti sanitari, la MTA sta sviluppando “Better by MTA”, una nuova piattaforma user-friendly integrata con le capacità di pagamento di Mastercard che mira a riunire servizi medici e di viaggio.

Dal pagamento e dalla pianificazione di una procedura alla prenotazione di viaggi, trasporti e alloggi corrispondenti, i pazienti saranno in grado di gestire con sicurezza ogni aspetto del loro viaggio all’interno della stessa piattaforma.

Better by MTA ha lo scopo di semplificare le scelte di viaggio, snellire il processo di pagamento e consentire di confrontare senza sforzo le opzioni di assistenza, sostituendo più strumenti di prenotazione con un’esperienza connessa e one-stop per le esigenze di viaggio medico.

La missione della Medical Tourism Association

“Per quasi due decenni, abbiamo svolto un ruolo fondamentale nel fornire un’assistenza sanitaria accessibile, trasparente e di alta qualità, mettendo in contatto i pazienti con un’ampia rete di fornitori fidati e accreditati in tutto il mondo“, ha affermato Jonathan Edelheit, presidente e co-fondatore della Medical Tourism Association.

“Sviluppare un’unica interfaccia con funzionalità e servizi di pagamento Mastercard integrati è un passaggio fondamentale nella nostra missione per rendere l’assistenza sanitaria di qualità sicura e accessibile oltre confine”.

Lancio globale delle nuove funzionalità

Mastercard e MTA stanno inizialmente lanciando queste nuove funzionalità di pagamento con diversi fornitori di servizi sanitari in tutto il mondo e prevedono di estenderle ad altri fornitori a livello globale entro la fine del 2024.