Insoddisfazione degli Italiani riguardo al SSN a causa delle liste di attesa con tempi insostenibili e preoccupanti

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano affronta una crescente insoddisfazione tra la popolazione, soprattutto a causa dei tempi di attesa e delle difficoltà nell’accesso alle visite specialistiche e agli interventi chirurgici.

Difficoltà di accesso a specialisti

Una quota significativa degli italiani trova complesso reperire uno specialista quando necessario e lamenta di non sempre incontrare medici competenti durante le proprie esperienze sanitarie.

Percezione divergente sulla fiducia nel SSN

La fiducia nel SSN è oggetto di divisione, con quasi la metà della popolazione che esprime mancanza di fiducia nel sistema. Inoltre, molti cittadini esprimono critiche riguardo alla qualità sia del sistema sanitario regionale che di quello nazionale.

Check-Up sulla salute degli Italiani

I dati raccolti da EngageMinds Hub dell’Università Cattolica indicano che la maggioranza degli italiani si considera in buona salute.

Tuttavia, emerge una discrepanza tra le aspettative dei cittadini e la capacità del SSN di soddisfarle in modo adeguato.

Percezione sulla competenza dei medici

Le opinioni sulla competenza dei medici variano tra i diversi gruppi demografici, con le donne, coloro che si identificano politicamente a destra e chi ha una bassa fiducia nel SSN che manifestano maggiore criticità rispetto a questo aspetto.

Gestione individuale della salute

Nonostante la maggior parte degli italiani ritenga di essere in grado di gestire efficacemente la propria salute, solo una minoranza discute con i medici eventuali sintomi o preoccupazioni sulla propria condizione di salute.

Crescita dell'importanza della collaborazione con il personale sanitario

Nonostante le difficoltà riscontrate, si osserva un aumento dell’importanza attribuita alla collaborazione con il personale sanitario, suggerendo una maggiore consapevolezza dei cittadini riguardo alla propria salute e al ruolo del sistema sanitario nel promuoverla.

Richiesta di investimenti nel Sistema Sanitario Pubblico

La maggioranza degli italiani ritiene che il governo debba destinare maggiori risorse al sistema sanitario pubblico, piuttosto che al settore privato, indicando una preferenza per un SSN rinnovato e potenziato.

Dubbi sull'impatto del PNRR sul Sistema Sanitario

C’è diffusa sfiducia riguardo all’efficacia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel promuovere riforme significative nel settore sanitario, sollevando dubbi sulla reale capacità di miglioramento del sistema.

Necessità di promuovere un engagement consapevole

Infine, si sottolinea l’importanza di promuovere un coinvolgimento consapevole dei cittadini nel sistema sanitario nazionale, al fine di valorizzarne la dimensione di bene comune e garantirne efficienza e sostenibilità nel lungo periodo, attraverso investimenti mirati e una maggiore partecipazione della comunità.

Fonte:

8mila pazienti in attesa di trapianti

Le donazioni e i trapianti continuano a incrementare, tuttavia, persiste un numero significativo di pazienti in attesa di un organo, che si attesta intorno agli 8.000. Questo dato, purtroppo, sembra rimanere stabile nel tempo, nonostante i progressi della ricerca.

La situazione attuale delle liste d'attesa

Attualmente, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti riportano che circa 6.000 pazienti sono in lista d’attesa per un rene, mentre poco meno di 1.000 pazienti aspettano un fegato.

La necessità di cuori e polmoni si attesta rispettivamente intorno ai 700 e ai 200, con una quantità simile per i trapianti di pancreas.

I successi dei trapianti e la mano tesa della solidarietà

Nonostante i numeri, ci sono storie di successo che alimentano la speranza.

Come quella di un uomo di 49 anni, vincitore di una medaglia d’oro ai Mondiali di sci dei trapianti a Bormio, dopo aver ricevuto un trapianto cinque mesi prima.

L'Importanza della donazione

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, sottolinea che donare gli organi è una scelta naturale e un gesto che può salvare vite.

Nonostante l’Italia abbia un sistema trapianti all’avanguardia, il numero di organi disponibili non è ancora sufficiente per coprire tutte le necessità.

La necessità di informazione e consapevolezza

Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, evidenzia che, nonostante l’innovazione nel campo dei trapianti, la scelta della donazione rimane fondamentale.

Tuttavia, la reticenza di alcuni cittadini nel prestare il consenso al prelievo è ancora un ostacolo da superare, spesso dovuto a una mancanza di conoscenza sull’argomento.

Iniziative per promuovere la donazione

Per promuovere una maggiore consapevolezza sulla donazione degli organi, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti annunciano l’invio di materiale informativo a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia entro aprile.

Questo materiale fornirà informazioni accurate sulla donazione agli individui in procinto di rinnovare il proprio documento d’identità, facilitando una decisione informata.

Prossimi passi e copertura territoriale

L’iniziativa di sensibilizzazione proseguirà nei mesi successivi, con l’obiettivo di raggiungere entro la fine dell’anno oltre 1.500 sedi anagrafiche e più di 1.100 comuni, coprendo quasi 40 milioni di cittadini residenti.

Il sostegno alla donazione può essere dichiarato tramite l’AIDO o presso gli sportelli delle ASL, promuovendo così una cultura della solidarietà e dell’aiuto reciproco.

Le liste di attesa nella sanità italiana,un problema persistente

Il problema delle liste di attesa non è una novità e affligge da tempo il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano. Tuttavia, negli ultimi anni si è aggravato a causa del grande numero di prestazioni non erogate durante la pandemia da COVID-19. Secondo il Ministero della Salute, nel 2020 rispetto al 2019 sono stati registrati oltre 1,57 milioni di ricoveri programmati in meno, più di 4,1 milioni di inviti agli screening oncologici non effettuati e oltre 112 milioni di prestazioni ambulatoriali saltate, tra visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali.

Sforzi per affrontare il problema

Sono stati stanziati 500 milioni di euro per fronteggiare il problema delle liste di attesa. Nel gennaio 2022, il Ministero della Salute ha individuato tre categorie di prestazioni prioritari da recuperare: ricoveri per interventi chirurgici programmati, inviti e prestazioni per le campagne di screening oncologici e prestazioni ambulatoriali. Ogni regione ha elaborato un Piano Operativo Regionale (POR) per definire strategie e modalità organizzative per il recupero delle prestazioni non erogate durante il periodo pandemico.

Recupero delle prestazioni:

Interventi chirurgici programmati: Le regioni hanno programmato il recupero di oltre 512.000 ricoveri programmati, ma secondo il Ministero della Salute ne sono stati recuperati poco più di 338.000 (66%). La percentuale di recupero varia dal 92% del Piemonte al 14% della Liguria.

Screening oncologici: Le regioni hanno previsto il recupero di oltre 5 milioni di inviti e quasi 2,84 milioni di prestazioni. Si stima che siano stati recuperati circa 4,2 milioni di inviti (82%) e poco più di 1,9 milioni di prestazioni (67%). Le percentuali di recupero variano notevolmente tra le diverse regioni.

Prestazioni ambulatoriali: Complessivamente, le regioni hanno programmato il recupero di quasi 11,9 milioni di prestazioni, ma finora ne sono state recuperate circa 6,8 milioni (57%). Ciò ha avuto un impatto significativo sui tempi di attesa per le nuove prestazioni ambulatoriali, con ancora oltre 5 milioni di prestazioni da recuperare.

Disparità regionali e differenze di performance

Nessuna regione ha raggiunto le quote di recupero previste per tutte le prestazioni, evidenziando una notevole variabilità nelle performance tra le regioni e all’interno di ciascuna regione per diverse tipologie di prestazioni. Alcune regioni, come la Toscana, la Provincia Autonoma di Trento e l’Emilia-Romagna, hanno ottenuto buoni risultati nel recupero, mentre altre, come la Calabria e la Campania, sono rimaste indietro.

Utilizzo delle risorse finanziarie

Nonostante siano state stanziati fondi per il recupero delle prestazioni, l’utilizzo delle risorse non è direttamente correlato al recupero effettivo. La spesa rendicontata al 31 dicembre 2022 ha raggiunto quasi il 70% del totale stanziato, ma con notevoli differenze regionali. Alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte, hanno superato il 100% di utilizzo delle risorse, probabilmente grazie agli investimenti di risorse proprie. Questo indica che la spesa maggiore non si traduce necessariamente in una riduzione delle liste d’attesa.

Coinvolgimento del settore privato

Le regioni italiane hanno avuto la possibilità di coinvolgere gli erogatori privati accreditati per affrontare il problema delle liste di attesa. Fino a un massimo di 150 milioni di euro su un totale di 500 milioni di euro sono stati destinati alle strutture private. La percentuale di coinvolgimento del settore privato si attesta intorno al 29%, con alcune regioni, come la Puglia, la Lombardia, la Campania, la Sicilia, la Liguria e la Calabria, che superano la media nazionale. Altre regioni, come le Marche e il Molise, non hanno fatto ricorso al settore privato.

Conclusioni

Nonostante gli sforzi e i finanziamenti dedicati al recupero delle prestazioni saltate durante la pandemia, le regioni italiane devono ancora affrontare il 35% delle prestazioni arretrate, corrispondenti a 7,13 milioni di prestazioni. Le differenze regionali e la mancanza di una correlazione tra risorse utilizzate e prestazioni recuperate mettono in evidenza la complessità del problema delle liste di attesa e la necessità di un approccio più efficace per ridurle e garantire cure tempestive ai cittadini italiani.

La medicina transfrontaliera è una soluzione alle liste d’attesa

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In Italia, come in Europa, da anni le operazioni di routine presso strutture ospedaliere
pubbliche devono far fronte al problema delle liste d’attesa.
Luigi Angrisani, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale, D’Urgenza e Laparoscopica dell’Ospedale S. Giovanni Bosco di Napoli, ci ha aiutato a fare luce sulla questione.

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Da cittadino a paziente europeo. La salute è un diritto

SEF_Europe

Dopo il Covid, possiamo contrastare l’aumento delle liste d’attesa, anche grazie alla sanità transfrontaliera.
Esiste da tempo un quadro normativo europeo e nazionale che include anche la sanità transfrontaliera tra le varie scelte a disposizione del cittadino per ottenere le cure di cui ha bisogno in tempi compatibili con il suo stato di salute, ed esercitare così il diritto alla salute, riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

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