Pubblicato il PNE 2021

Programma nazionale esiti 2021

È stato pubblicato il Piano nazionale esiti (PNE) 2021 che valuta l’efficacia e la sicurezza delle cure garantite dal nostro SSN.

 

Piano nazionale esiti

Da diversi anni AGENAS, attraverso il Piano Nazionale Esiti a livello nazionale e regionale, monitora e la situazione della nostra assistenza sanitaria. 

PNE edizione 2021

Quest’anno, con l’edizione 2021, si è ottenuto uno spaccato sull’emergenza epidemiologica e sulle dinamiche che il COVID-19 ha determinato rispetto all’organizzazione dei servizi.

E’ stato infatti possibile effettuare un confronto ampio e particolareggiato dei dati di attività realtivi all’anno 2020 con quelli della fase pre-pandemica.

Specialità analizzate

Le specialità che sono state analizzate in questo Piano Nazionale Esiti sono molteplici. Vanno dall’area cardio e cerebrovascolare, all’area perinatale e alla area muscolo-scheletrica. Vediamo in dettaglio proprio la situazione di quest’ultima.

Chirurgia protesica

Gli interventi di protesica in ambito ortopedico
sono tra i più frequenti in Italia, in quanto oltre la
metà della popolazione ultrasessantacinquenne
presenta patologie degenerative, prevalentemente di natura artrosica, a carico dell’apparato osteoarticolare, con elevato rischio di disabilità motoria.

Con il Covid, tutta la chirurgia elettiva ha subito una marcata riduzione.  

Protesi di anca

Ad esempio, gli interventi di protesi d’anca avevano fatto registrare un aumento nei cinque anni precedenti la pandemia. Da 104.425 nel 2015 a 115.989 nel 2019 (+11,1%).
Nel 2020, si è verificata una marcata contrazione della casistica (N=96.822), quantificabile in 19.167 ricoveri in meno (-16,5%) rispetto all’anno precedente.

L’impatto della pandemia non è stato uniforme sul territorio nazionale. La riduzione degli interventi di protesi d’anca è stata più marcata al Nord (-20,8%), dove la prima ondata si è abbattuta con maggiore virulenza, meno al Centro (-11,1%) e al Sud e nelle Isole (-10,2%).

grafico protesi anca

Protesi di ginocchio

Per quanto riguarda la chirurgia protesica del ginocchio, i ricoveri erano in costante aumento prima della pandemia. Da 72.286 nel 2015 a 87.922 nel 2019 (+21,6%). Nel 2020 si sono drasticamente ridotti a 66.691 (-24,1% rispetto al 2019, pari in valore assoluto a 21 mila ricoveri in meno).  

grafico protesi ginocchio

Protesi di spalla

Infine, anche gli interventi di protesi della spalla, in crescita nel quinquennio precedente la pandemia (+53,3%), si sono fortemente ridotti nel 2020 . Il decremento è stato del 16% rispetto al 2019, pari a una perdita di circa 2 mila ricoveri. 

grafico protesi spalla

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La mobilità sanitaria del paziente

mobilita sanitaria del paziente

Quando si parla di mobilità sanitaria si intende il diritto dei pazienti di spostarsi dalla propria zona di residenza per beneficiare di servizi sanitari più adeguati ai propri bisogni.

I motivi degli spostamenti

I cittadini alla ricerca delle migliori terapie, tese al soddisfacimento dei propri bisogni, hanno il diritto di rivolgersi a qualsiasi struttura ospedaliera.

I motivi che spingono i pazienti a recarsi fuori dai propri confini residenziali possono essere svariati.

La fiducia verso determinate strutture sanitarie, la maggiore informazione su determinate cure o su nuovi farmaci, le lunghe liste di attesa, sono solo alcune delle ragioni che influenzano su questa scelta.

In particolare, emergono tre motivi principali che influenzano la decisione. La maggiore qualità dei livelli di prestazione, una logistica più efficace che permette di ridurre i ritardi e disagi, la necessità di prestazioni assenti nella zona in cui si vive .

D’altra parte, tale fenomeno può essere inquadrato come un normale effetto della globalizzazione e dell’evoluzione dei sistemi d’informazione dei soggetti.

Tipologie di mobilità sanitaria

Qualunque sia il motivo, il fine della mobilità è quello di garantire ai soggetti richiedenti un’assistenza sanitaria qualitativamente elevata, ma anche efficace dal punto di vista economico.

Con flusso migratorio per ragioni di salute si possono intendere tre diverse tipologie di mobilità.

È, infatti, possibile individuare la mobilità regionale, che implica lo spostamento all’interno della propria regione di appartenenza.

La mobilità interregionale, invece, prevede di uscire dalla propria regione di residenza alla ricerca di un sistema sanitario migliore in un’altra regione.

Infine, con mobilità internazionale, si intende lo spostamento dei pazienti verso un altro Stato a causa dell’assenza di determinate cure, o alla ricerca di un sistema sanitario più all’avanguardia, o tempi di attesa minori.

Mobilita sanitaria europea

Questo fenomeno, molto discusso in politica, viene disciplinato dalla Direttiva 2011/24/Ue del Parlamento europeo. Con la Direttiva, vengono fissate le regole affinché i cittadini europei possano usufruire di cure e terapie senza confini territoriali.

La citata direttiva nasce dall’esigenza di soddisfare il principio di armonizzazione tra gli Stati membri dell’Unione europea, affinché si applichi un quadro unitario di garanzie e tutele negli specifici sistemi sanitari nazionali.

I soggetti hanno diritto a usufruire di trattamenti medici in un Stato membro dell’Ue, richiedendo un rimborso al Servizio sanitario nazionale del paese di residenza.

Si parla, in questo caso, di un rimborso pari al costo in essere nella propria zona di appartenenza.

Cosa si intende per mobilità sanitaria attiva e passiva

Da un punto di vista amministrativo-finanziario, la mobilità sanitaria può essere distinta in attiva e passiva.

Con mobilità attiva si intende l’entrata di fondi da destinare ai costi necessari a garantire ai pazienti di altre regioni o Paesi le migliori prestazioni in ambito terapeutico e curativo.

Al contrario, la mobilità passiva implica l’invio di fondi ad altre regioni o Paesi, al fine di compensare i costi dei servizi messi in atto per i pazienti in uscita dal proprio territorio.

Un’analisi dei dati relativi a questi due indicatori fornisce un’idea generale del livello di Servizio Sanitario Regionale.

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La riabilitazione preventiva nella chirurgia ortopedica

La riabilitazione preventiva nella chirurgia ortopedica

La riabilitazione preventiva sta prendendo sempre più piede in ambito della chirurgia ortopedica. Ma perché è così importante?

La riabilitazione preventiva nella chirurgia ortopedica: cos'è?

Andare incontro ad un intervento chirurgico ortopedico, che quasi sempre è molto invasivo, non è mai semplice perché oltre alla bravura del chirurgo e della sua squadra c’è il fattore paziente. Il modo migliore per approcciarsi a questo “appuntamento” è quello di farsi trovare il più in forma possibile. Ciò sicuramente può essere utile non solo per l’intervento ma anche e soprattutto per la riabilitazione. Il post intervento è un momento molto complicato per i pazienti, che devono affrontare una strada molto dura e complicata durante la quale il paziente deve riuscire a riprendere le normali funzionalità.

Scopriamo gli elementi della riabilitazione preventiva

Come accennato in precedenza, un intervento di chirurgia ortopedica porta ad una serie di importanti effetti collaterali tra i quali il principale è l’atrofia muscolare. Questo evento si ha quando il muscolo non viene usato spesso. Inoltre durante l’intervento il flusso sanguigno diminuisce. Entrambe queste due cause portano ad una riduzione del muscolo, cosa che accade rapidamente. Ciò porta alla diminuzione della forza, della potenza, della resistenza fino addirittura a comprometterne l’equilibrio.

Cos'è la valutazione funzionale tecnologica?

In fase di valutazione della terapia migliore da portare avanti è necessario eseguire alcuni esami, chiamati test funzionali. Questi sono:

  • la valutazione iniziale: è molto importante per tutti gli aspetti della salute dell’individuo. In questo modo è possibile individuare problematiche preesistenti. Sarà quindi possibile determinare con maggiore attenzione gli ambiti su cui operare;
  • passi intermedi: si va a determinare la possibilità di trarre i risultati della prima fase di riabilitazione;
  • l’esito finale: come si può facilmente immaginare, consiste nella parte in cui si traggono le conclusioni.

E’ evidente che questi sono i principi generali che vengono seguiti per offrire un servizio di ottimo livello.

Cosa può fare la riabilitazione preventiva?

Per cercare di diminuire il più possibile questi fattori avversi è possibile agire in anticipo con la riabilitazione. In questo modo è possibile prevenire la mobilità della massa con la conseguente perdita di potenza. Vi sono una serie di operazioni che traggono giovamento da questo tipo di riabilitazione, vediamo le principali:
  • artroplastica totale del ginocchio, anca e spalla;
  • chirurgia spinale;
  • ricostruzione LCA;
  • ripazione cuffie rotatori.
La riabilitazione pre intervento permette di migliorare le aspettative per una post riabilitazione completa e meno faticosa e dolorosa.

La riabilitazione preventiva in ambito sportivo

In ambito sportivo professionale questo tipo di riabilitazione è usato già da molti anni perché è l’unico modo per mettere lo sportivo nelle condizioni di riprendersi velocemente. Un atleta, nel malaugurato caso di infortunio, dovrebbe rivolgersi verso questo tipo di riabilitazione, perché permette di ottenere questi tre obiettivi principali:

  • lavorare sulla forza fisica;
  • migliorare l’equilibrio della gamma dei movimenti;
  • migliorare la stabilizzazione ed il cordinamento.

E’ necessario tenere presente che il successo della riabilitazione dipende dalla bravura del fisoterapista ma anche dall’impegno del convalescente.

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Il ruolo del facilitatore chirurgico

Il ruolo del facilitatore chirurgico

La figura del facilitatore medico/chirurgico sta prendendo sempre più piede in un mondo dove anche la Sanità ha molteplici possibilità da offrire al paziente.

Cosa è un facilitatore chirurgico

Solitamente si definisce facilitatore un individuo che ha la funzione di intermediario.

In ambito medico, il facilitatore è la persona con la quale un paziente si interfaccia quando ha bisogno di supporto nella ricerca di un medico specialista, di un particolare intervento chirurgico, di trovare una clinica (in Italia o all’estero) che sia idonea al trattamento di cui ha bisogno.

Il ruolo di un facilitatore è quindi molto importante. Molti pazienti, che non sanno o non possono essere informati su medici o cliniche, possono ricevere un grande aiuto dal facilitatore. Possono avere un unico interlocutore per avere a disposizione informazioni su diverse strutture mediche, diversi medici specialisti o chirurghi.

Negli ultimi 5 anni, secondo il XXIII Rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva, tra le principali criticità in Italia, al terzo posto delle segnalazioni dei cittadini, troviamo la sicurezza delle cure e la presunta malpractice. Preoccupante l’impennata di segnalazioni in questo settore (+6,8%) dal 2018 (10,5%) al 2019 (17,3%).

SI evince da qui la necessità del cittadino/paziente di trovare un professionista di fiducia

Cosa fa un facilitatore chirurgico

Il facilitatore è un “professionista della salute”, che lavora ed ha esperienza in campo sanitario, ed ha le competenze per aiutare il paziente nella scelta da affrontare. Nella ricerca di un chirurgo, per esempio, spesso il paziente si trova di fronte a difficoltà, e si affida solamente al “passaparola”. Il facilitatore riesce invece a mettere insieme molteplici fattori che possono indirizzare il paziente verso uno specialista che possa fare maggiormente al proprio caso ed al proprio stato di salute. Come detto, i fattori sono diversi. Il facilitatore ha infatti a disposizione svariati canali dai quali ottenere informazioni. Si va dalla semplice conoscenza diretta del chirurgo, ai contatti con le multinazionali produttrici di medical device, all’accesso privilegiato alle liste ed ai siti che monitorano le attività delle strutture sanitarie in Italia.

Come scegliere la clinica

Un paziente che si affida ad Internet per la scelta della clinica dove operarsi si trova di fronte ad una “giungla” di informazioni. Sono tantissime le società che fanno classifiche degli ospedali, e non è facile trarne delle conclusioni. Il facilitatore chirurgico ha proprio il compito di snellire questa ricerca. Egli, infatti, è in grado di leggere e capire le statistiche che gli vengono fornite, riesce a capire quali siano i punti di forza e di debolezza delle strutture (una struttura molto nota a livello nazionale potrebbe però avere delle lacune in una particolare branca medica).

Facilitatore del Turismo Medico

Un paragrafo a parte va riservato al Facilitatore del Turismo Medico. Questa figura, infatti, oltre a fornire le informazioni necessarie al paziente per prendere una decisione sulla propria salute, sarà il punto di riferimento per il paziente durante il suo “viaggio medico”. Un facilitatore del turismo medico aiuta il paziente a pianificare i dettagli del suo trattamento nella clinica straniera. Lo aiuta ad ottenere autorizzazioni sanitarie, visti, prenotare voli, organizzare alloggi e prendersi cura di altri aspetti come trasporti, tour, etc. Il facilitatore deve avere un rapporto privilegiato con l’ospedale per essere in grado di parlare direttamente con lo staff, in caso di necessità. Ci sono varie organizzazioni internazionali che si occupano dei Facilitatori in modo da fare corsi e tenerli sempre aggiornati su tutti gli aspetti legati al Turismo Medico. SEF fa parte di due delle maggiori associazioni, Medical Tourism Association e Medical Tourism Business.

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9°CIHTConference, Conferenza Internazionale sul Turismo Medico

9°CIHTConference

Si è svolta il 4 e 5 novembre scorsi a Crikvenica, in Croazia, la 9° Conferenza Internazionale sul Turismo Medico, CIHTCONFERENCE.

Finalmente, dopo la battuta di arresto dovuta al Covid, i congressi e gli incontri dal vivo sono ripresi a pieno ritmo.

La 9° CIHT Conference è una conferenza di due giorni che riunisce docenti locali e stranieri e partecipanti provenienti dai campi della medicina, del turismo e dell’economia. Il tutto con l’obiettivo di introdurre le nuove tendenze nel turismo e nella medicina. Questa manifestazione è il risultato di una collaborazione tra l’Ente per il turismo di Crikvenica e il Distretto del turismo sanitario del Kvarner.

Crikvenica

La CIHT Conference contribuisce all’implementazione delle attuali conoscenze teoriche, ed alle tendenze del mercato del turismo medico.  

I partecipanti

Alla Conferenza partecipano più di 150 esperti di turismo medico internazionali che ricoprono posizioni dirigenziali nelle grandi istituzioni e aziende del turismo sanitario.

Due giorni quindi di scambio di esperienze e di formazione.

 Gli interventi sono stati molteplici, e su diversi aspetti del Turismo Medico. E non solo turismo medico. 

 

Gli interventi

Infatti, tra gli interventi più interessanti, annotiamo quello di Arnis Krasovskis, Presidente di Medrefund Ltd UK, che ha parlato dell’effetto post Brexit per i cittadini inglesi sulla Direttiva della Sanità Transfrontaliera (La Direttiva 2011/24/UE). Infatti, anche se per le richieste di rimborso pre Brexit il cittadino inglese ha tempo fino al 31/01/2022 per presentarle, per tutti gli interventi post Brexit questa possibilità non c’è più. Unica possibilità che è rimasta al cittadino inglese: il modello S2.
brexit

Il modello S2 permette ad una persona assicurata in un paese dell’UE (e in questo caso anche Gran Bretagna) di dimostrare di avere diritto a cure programmate (o “pianificate”) in un altro paese dell’UE. Se una persona si reca in un altro paese per sottoporsi a cure sanitarie, la relativa spesa sarà sostenuta dall’ente per l’assistenza sanitaria di questa persona soltanto se per tali cure è stato preventivamente chiesto il permesso all’ente (cioè la previa autorizzazione).

 

Non è sempre facile però trovare cliniche che accettano questo tipo di modello e di pagamento.

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Per maggiori info sulla sanità transfrontaliera o sul turismo mecio contattaci a info@sef.care, o visita il ns sito www.sef.care

Il nostro partner Quirónsalud, tra i migliori ospedali al mondo

Il nostro partner Quirónsalud

Quirónsalud. Nella classifica di Newsweek sui migliori ospedali al mondo troviamo anche uno dei nostri partner.

Le classifiche di Newsweek

La rivista Newsweek è stata fondata nel 1933. Da allora ci ha informato sui progressi della medicina, della scienza e della promozione della salute, e ogni anno pubblica diversi report per identificare e riconoscere le migliori istituzioni sanitarie.

World's Best Specialized Hospitals 2022

La classifica, realizzata in collaborazione con Statista, è stata realizzata grazie un sondaggio su oltre 40.000 professionisti provenienti da più di 20 paesi, tra medici, dirigenti e direttori ospedalieri e altri operatori sanitari.

Ospedali di Quirónsalud

Nella classifica “World’s Best Specialized Hospitals 2022, che include i migliori centri del mondo in 10 specialità mediche, troviamo i seguenti centri specialistici di Quirónsalud.

Ospedale Internazionale RuberOspedale Internazionale Ruber

Ospedale Universitario Quirónsalud MadridOspedale Universitario Quirónsalud Madrid

Centro Medico TeknonCentro Medico Teknon

Ospedale Universitario DexeusOspedale universitario dexeus

In dettaglio, il Ruber Internacional appare tra i migliori ospedali al mondo nelle specialità di Neurologia e Oncologia, rispettivamente alle posizioni 101 e 162.

Inoltre, il Teknon Medical Center compare anche nella classifica dei migliori centri nella lotta ai tumori, alla posizione 124.

Allo stesso modo, nella categoria Traumatologia e Ortopedia, la rivista Newsweek ha riconosciuto anche l’Ospedale Universitario Quirónsalud Madrid e l’Ospedale Universitario Dexeus, collocandoli rispettivamente alla posizione 76 e 118.

World's Best Specialized Hospitals 2021

Anche nella classifica del 2021 Quirónsalud poteva vantare il fatto di avere nella classifica uno dei pochi ospedali spagnoli. Infatti, l’ospedale universitario Fundación Jiménez Díaz risultava uno dei 200 migliori ospedali del mondo.

Quirónsalud e SEF Surgical European Facilitator srl

SEF svolge un accurata analisi prima di sottoscrivere partnership. Ed è per questo che è orgogliosa di collaborare con il Gruppo Quirónsalud.

Questo risultato conferma la garanzia della scelta da parte di SEF di accesso alle cure per la mobilità sanitaria in Europa solo con clicniche dai migliori standard.

Per approfondire

I migliori ospedali al mondo per il 2022 secondo Newsweek

I migliori ospedali al mondo

Ti devi operare, e stai cercando l’ospedale migliore in cui farlo? Un tuo parente si deve sottoporre a un delicato intervento e ti vuoi accertare che l’ospedale sia specializzato proprio in quella patologia?
La rivista Newsweek, insieme alla società Statista, piattaforma globale di raccolta dati, ha pubblicato la classifica annuale dei migliori ospedali nel mondo.

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Sanità transfrontaliera: difficoltà anche per i disabili

Sanita transfrontaliera difficolta anche per i pazienti con disabilità

Sanita transfrontaliera, difficolta anche per i pazienti con disabilità a reperire informazioni sui propri diritti.

Forum Europeo Disabilità

Il rapporto dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, intitolato “Access to cross border healthcare by disabilities in the European Union“, è uno studio sull’accesso all’assistenza sanitaria transfrontaliera da parte dei pazienti con disabilità nell’Unione Europea. Il documento è stato reso pubblico il 18 settembre scorso, in occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza dei Pazienti, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Difficoltà con i NCP

NCP

Solo 16 siti web dei Punti di Contatto Nazionali dei vari Ministeri della Sanità dei Paesi Membri forniscono informazioni adeguate sui diritti alle cure sul proprio territorio e 17 su 30 forniscono informazioni sulle cure in altri Stati membri dell’Unione Europea.

Solo 9 di quei siti, inoltre, informano sull’accessibilità fisica delle strutture sanitarie.

Nessuno dei NCP dà notizie su adeguamenti ragionevoli delle strutture e dei servizi sanitari.

Nemmeno uno dei NCP fornisce informazioni sull’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva specificamente rivolta alle persone con disabilità.

In generale, gli Stati membri dell’Unione che vietano la discriminazione basata sulla disabilità e richiedono soluzioni ragionevoli per l’accesso all’assistenza sanitaria sono solamente 14.

La direttiva Europea

Recepimento Direttiva 24/2011
La Direttiva 2011/24/UE recepita dall’ Italia con il D. Lgs 38/2014 e regolata dal Decreto del Ministero della Salute 50/2018 permette ai cittadini europei di ricevere, attraverso l’assistenza sanitaria transfrontaliera e a determinate condizioni, prestazioni sanitarie in un altro Paese dell’Unione Europea diverso da quello di residenza. In questo modo, i cittadini europei potranno decidere di curarsi in un altro Paese dell’UE. La Direttiva mette al centro il paziente-cittadino dell’UE. Può scegliere liberamente in quale Stato dell’UE e in quale struttura, privata o pubblica, ricevere assistenza sanitaria

L’esperienza di SEF con i NCP

Cross border healthcare

Nello scorso mese di giugno anche SEF ha cercato di ottenere informazioni dai vari NCP (in tutto 30) dei Paesi Membri. Nel nostro caso la richiesta riguardava le modalità di rimborso ai pazienti.

Sulle 30 richieste inviate, abbiamo ottenuto solo 14 risposte dai NCP. 5 di questi hanno fornito altri contatti, in quanto non erano in grado di dare risposta alla nostra richiesta.

Purtroppo, l’Unione Europea ha ancora molto da lavoro da fare per far attuare al 100% la Direttiva 2011/24.

Per saperne di più

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Autorizzazione all’esercizio della professione medica in Romania

Laurea e specializzazione in Europa

Sono tanti i medici e i professionisti della salute che ci seguono su LinkedIn, il social network dedicato alle opportunità professionali. Per noi si tratta di un traguardo importante, soprattutto perché significa che sempre più persone ormai conoscono l’esistenza della sanità transfrontaliera. È un’opportunità imprescindibile in questo momento, in cui le liste d’attesa in Italia per gli interventi chirurgici programmati sono in gran parte bloccate.

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Grazie! Ai 1000 professionisti che ci seguono su LinkedIn

grazie ai 1000 professionisti che ci seguono su Linkedin

Sono tanti i medici e i professionisti della salute che ci seguono su LinkedIn, il social network dedicato alle opportunità professionali. Per noi si tratta di un traguardo importante, soprattutto perché significa che sempre più persone ormai conoscono l’esistenza della sanità transfrontaliera. È un’opportunità imprescindibile in questo momento, in cui le liste d’attesa in Italia per gli interventi chirurgici programmati sono in gran parte bloccate.

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