Ossa di Vetro: un bambino con Osteogenesi Imperfetta cammina a 11 Anni

Un bambino di undici anni ha conquistato la gioia di camminare, sfidando l’Osteogenesi Imperfetta, attraverso quattro interventi chirurgici presso l’AOU Meyer e una determinata riabilitazione presso il Centro Don Carlo Gnocchi di Firenze.

Una vittoria di determinazione e collaborazione medica

A soli undici anni, un piccolo paziente ha sperimentato la gioia di camminare per la prima volta, grazie al lavoro collaborativo dei medici dell’AOU Meyer IRCCS.

Dopo quattro delicati interventi chirurgici e un lungo percorso riabilitativo, il bambino ha finalmente compiuto i suoi primi passi, seppur con l’aiuto delle stampelle.

La sfida dell'osteogenesi imperfetta

Il protagonista di questa storia affronta una forma estremamente severa di osteogenesi imperfetta, nota anche come ‘la malattia delle ossa di vetro’.

Questa patologia genetica, caratterizzata da un difetto del collagene, porta a una significativa fragilità ossea.

Le gambe del bambino erano affette da fratture patologiche, causando una deformità grave con una curvatura a forma di sciabola sia nelle cosce che nelle gambe, rendendo impossibile il movimento eretto.

Diagnosi e periodo di ricovero

La diagnosi è stata stabilita dopo approfondite indagini condotte dagli endocrinologi e genetisti presso l’ospedale pediatrico fiorentino.

Da quel momento, ha avuto inizio un prolungato periodo di ricovero, durante il quale l’equipe di Ortopedia e Traumatologia pediatrica, guidata dal professor Giovanni Beltrami, ha seguito attentamente il caso.

Studio preliminare e simulazioni chirurgiche

Prima di affrontare la serie di interventi necessari, gli ortopedici hanno condotto un’angiotac agli arti inferiori per uno studio approfondito.

I chirurghi, utilizzando modelli a grandezza naturale delle ossa deformi del bambino ottenuti attraverso la stampa 3D, hanno simulato e pianificato gli interventi.

Queste simulazioni hanno permesso di programmare osteotomie mirate, eliminando progressivamente la curvatura e consentendo di raddrizzare le gambe.

Chiodi telescopici e crescita fisiologica

Un elemento fondamentale del trattamento è stato l’utilizzo di chiodi telescopici in grado di “allungarsi”, adattandosi alla crescita fisiologica del bambino e fornendo una “protezione interna” all’osso stesso.

Riabilitazione e supporto a Don Carlo Gnocchi

Il percorso di riabilitazione è stato altrettanto cruciale e si è svolto presso il reparto di riabilitazione pediatrica specializzata del Centro IRCCS Don Carlo Gnocchi di Firenze.

L’équipe, guidata dalla dottoressa Giovanna Cristella, fisiatra dell’età evolutiva, ha elaborato una strategia efficace utilizzando fisioterapisti, tutori e ausili appropriati per consentire al bambino di muoversi sulle proprie gambe.

Cura continua e prospettive future

Un’attenzione particolare è stata dedicata all’individuazione di una cura adeguata per prevenire l’avanzamento della patologia.

Il bambino proseguirà il suo percorso medico presso l’Auxoendocrinologia del Meyer, diretta dal professor Stefano Stagi, dove riceverà le terapie specifiche necessarie.

Fonte:

Impatto dell’obesità nella sostituzione totale della caviglia

I chirurghi ortopedici specializzati nel trattamento del piede e della caviglia stanno attualmente esaminando l’influenza dell’obesità sull’esito delle loro procedure.

La sostituzione totale della caviglia (TAR) come trattamento per l'artrite della caviglia

La sostituzione totale della caviglia (TAR), conosciuta anche come artroplastica totale della caviglia, è una procedura chirurgica impiegata per trattare l’artrite della caviglia.

Questo intervento chirurgico mira a ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dell’articolazione, preservandone il movimento.

L'influenza dell'obesità sui risultati della TAR

Un recente studio pubblicato su Foot & Ankle International (FAI) ha esaminato l’impatto dell’obesità sui risultati della sostituzione totale della caviglia (TAR).

I ricercatori della Duke University hanno analizzato un ampio campione di pazienti per comprendere meglio l’effetto dell‘obesità sulle complicanze e l’esito della procedura.

Risultati contraddittori tra obesità e successo della TAR

Nonostante il recente studio della Duke University non abbia riscontrato un aumento delle complicanze legate all’obesità dopo la TAR, altri studi hanno mostrato risultati differenti.

Un secondo studio basato nel Regno Unito ha evidenziato un aumento del rischio di insuccesso della procedura in pazienti obesi.

Questi risultati contraddittori richiedono ulteriori indagini.

La necessità di ulteriori studi

Gli esperti rimangono perplessi dalle differenze nei risultati dei vari studi sull’obesità e la sostituzione totale della caviglia.

Sia i ricercatori della Duke University che quelli del Regno Unito concordano sulla necessità di condurre ulteriori ricerche con campioni più ampi per comprenderne meglio l’effetto.

L'American Orthopaedic Foot & Ankle Society (AOFAS)

L’American Orthopaedic Foot & Ankle Society (AOFAS) svolge un ruolo cruciale nell’educazione, nella ricerca e nel supporto dei chirurghi ortopedici del piede e della caviglia, al fine di migliorare la cura dei pazienti.

Questa organizzazione globale contribuisce a promuovere la formazione continua, finanzia la ricerca e aumenta la consapevolezza dei pazienti sulle condizioni e i trattamenti relativi al piede e alla caviglia.

La missione dell’AOFAS è quella di ispirare prestazioni professionali di alto livello per ottenere risultati migliori per i pazienti.

Fonte

Traumatologia in evoluzione: Mininvasività e Tecnologia

L’ortopedia moderna si sta orientando sempre più verso l’approccio “dall’esterno”, utilizzando strumenti che vengono introdotti attraverso piccoli fori nella pelle. Questo approccio mira a minimizzare il trauma ai tessuti già compromessi da lesioni precedenti.

Traumatologia: cure mininvasive e tecnologie avanzate

Negli ultimi 10 anni, il campo della traumatologia ha subito una rivoluzione epocale nei metodi di trattamento delle fratture derivanti da incidenti stradali, sportivi e domestici.

Questi progressi hanno reso le cure meno traumatiche e meno dolorose per i pazienti.

In passato, i chirurghi erano soliti effettuare ampie incisioni per raggiungere l’osso fratturato e ripristinarne l’integrità.

Oggi, invece, si preferisce utilizzare il bisturi il meno possibile.

I nuovi approcci prevedono l’introduzione di viti e fissatori dall’esterno, sotto il controllo radiografico o, in strutture all’avanguardia, tramite la Tac.

Inoltre, le piastre vengono posizionate attraverso piccoli fori e fatte scivolare tra i muscoli per garantire una corretta posizionamento.

Minore trauma, maggiore guarigione

Questi avanzamenti hanno l’obiettivo principale di evitare di aggiungere ulteriore trauma al paziente.

Prima, i metodi tradizionali comportavano interventi stressanti, soprattutto per chi non era in ottima salute, con un elevato rischio di infezioni su tessuti già traumatizzati e lacerati.

La guarigione delle ferite chirurgiche richiedeva tempi estesi.

In sintesi, la chirurgia mininvasiva, simile ad altre specialità mediche, ha fatto il suo ingresso in traumatologia, contribuendo a rendere i trattamenti più efficaci e meno invasivi.

L'opinione del dott. Fabrizio Cortese

Il dott. Fabrizio Cortese, Presidente di OTODI (Ortopedici Traumatologi Ospedalieri), spiega come questa rivoluzione abbia avuto origine.

Inizialmente, si agiva dall’esterno solo in artroscopia, per eseguire interventi sui menischi all’interno del ginocchio.

Tuttavia, si è presto capito che queste tecniche potevano essere utilizzate anche per trattare fratture, riducendo al minimo i danni ai tessuti circostanti. Cortese sottolinea l’importanza di evitare infezioni ossee, considerate tra le più complesse da gestire.

L’evoluzione metodologica e tecnologica ha avuto inizio con l’Orthopedic Damage Control, che consiste nella fissazione della frattura con viti e fissatori, seguita dall’intervento chirurgico dopo che i tessuti si sono normalizzati.

Questa evoluzione ha proseguito con l’ARIF, la Fissazione artroscopica assistita, che impiega microtelecamere per monitorare con precisione la ricomposizione dell’osso fratturato.

L'importanza della traumatologia mininvasiva oggi

La traumatologia mininvasiva è diventata indispensabile, poiché gli incidenti odierni sono spesso più gravi e traumatici.

Le motociclette sono più veloci, lo sci moderno e le nuove tecniche, come il carving, causano fratture al ginocchio anziché alla tibia, rendendo le lesioni più complesse da curare e con un maggiore rischio di complicazioni.

Pertanto, la traumatologia mininvasiva è diventata fondamentale per affrontare le sfide attuali.

Specializzazione e attrezzature avanzate

Oggi, l’ortopedia e la traumatologia richiedono attrezzature all’avanguardia e medici altamente specializzati.

I professionisti devono essere preparati per affrontare una vasta gamma di fratture in diverse parti del corpo, considerando che ciascuna richiede un approccio specifico.

La specializzazione è diventata essenziale, poiché non tutti gli ortopedici possono affrontare qualsiasi problema.

La necessità di centri specializzati

Il dott. Cortese sottolinea che l’assistenza deve essere erogata su due livelli.

Il primo livello consiste nel fornire cure di base, come il lavaggio e la fissazione della frattura con fissatori, e stabilizzare il paziente.

Questo dovrebbe essere possibile in qualsiasi ospedale.

Tuttavia, la fase successiva, ovvero l’intervento chirurgico per situazioni complesse, richiede competenze specializzate.

Pertanto, sono necessari centri specializzati in chirurgia per specifiche parti del corpo, come il bacino, la caviglia e il ginocchio, che possano trattare un gran numero di casi con l’approccio più adeguato.

È importante che le autorità sanitarie approfondiscano questa questione per sviluppare una Rete trauma nazionale, garantendo così una migliore assistenza ai pazienti traumatizzati.

In conclusione, la traumatologia ha compiuto notevoli progressi grazie all’adozione di tecniche mininvasive e all’uso di tecnologie avanzate.

Questi sviluppi non solo hanno migliorato la cura dei pazienti ma hanno anche reso necessaria una maggiore specializzazione e l’istituzione di centri specializzati per affrontare le sfide sempre più complesse nel campo della traumatologia.

Soluzioni veloci per fratture sportive negli anziani attivi

Negli ultimi anni, triplicato per gli over 65 il numero di traumi a ginocchio, caviglia e gomito, tipici di chi fa sport come bicicletta, moto, tennis, padel, trekking e sci.        Cura e tempi devono adattarsi, i 70enni oggi vivono come i 50enni di prima.

Un cambio nell'approccio alle cure ortopediche

Nell’immediato futuro, sta emergendo una vera rivoluzione nell’approccio alle cure ortopediche, destinata a diventare uno standard diffuso in tutti gli ospedali italiani.

Questo nuovo paradigma prevede che pazienti di 65, 70 o più anni vengano trattati con tecniche di guarigione rapide, che fino a poco tempo fa erano riservate esclusivamente ai pazienti più giovani.

L'incontro dei specialisti a Riccione

Il congresso annuale degli ortopedici e traumatologi ospedalieri italiani (OTODI), attualmente in corso a Riccione, rappresenta il cuore pulsante di questo cambiamento.

Esperti del settore stanno attivamente discutendo l’adozione di metodi e protocolli innovativi per il trattamento di una vasta gamma di traumi.

Da queste discussioni emergerà un documento ufficiale che promuoverà un approccio rivoluzionario alle cure ortopediche.

Guarire rapidamente da fratture

Il dottor Pietro De Biase, presidente del congresso insieme a Marco Mugnaini, Paolo Esopi e Andrea Micaglio, sottolinea quanto sia cruciale affrontare le fratture in modo rapido ed efficiente, anche negli individui oltre i 65 anni.

L’approccio tradizionale, basato sull’applicazione di gesso e sull’immobilizzazione prolungata, è ormai superato.

Oggi, le persone anziane conducono vite attive e hanno bisogno di guarire completamente, evitando perdite di tempo e ripristinando la loro efficienza fisica.

Adattare le tecniche per gli anziani

Per soddisfare questa crescente esigenza, gli specialisti stanno rivoluzionando le tecniche chirurgiche.

Queste nuove metodologie tengono conto delle condizioni biologiche e del progressivo indebolimento osseo legato all’età degli anziani.

Tra le innovazioni figurano l’impiego di viti e piastre progettate appositamente per garantire una maggiore stabilità, insieme ad altre avanzate soluzioni tecnologiche.

Aumento di fratture articolari negli anziani

Le fratture articolari, che un tempo erano tipiche dei giovani, stanno diventando più frequenti nelle persone anziane.

In particolare, si riscontrano maggiormente fratture al ginocchio, alla caviglia e al gomito, spesso associate all’attività sportiva.

Crescita della pratica sportiva tra gli anziani

La pratica sportiva tra gli anziani sta vivendo una crescita esplosiva.

I dati Istat rivelano un triplo aumento della partecipazione sportiva tra gli over 74 dal 2000 al 2019.

Questo aumento ha portato a una significativa crescita degli incidenti e dei traumi legati all’attività fisica.

La nuova definizione di "Anziano"

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ridefinito la categoria “anziano“.

Secondo questa nuova classificazione, gli individui dai 65 ai 75 anni sono considerati “giovani anziani”.

Questo cambiamento riflette il fatto che molte persone di questa fascia d’età conducono una vita attiva, lavorano e praticano sport.

Tale classificazione è basata su solide basi scientifiche e oggettive.

Il nuovo standard terapeutico

Il tradizionale approccio terapeutico, che prevedeva l’immobilizzazione prolungata, non è più considerato accettabile dai traumatologi.

Le tecniche chirurgiche moderne consentono oggi a chiunque, indipendentemente dall’età, di aspettarsi una ripresa completa e rapida.

Il futuro delle cure per gli anziani

Gli specialisti di OTODI concludono che è giunto il momento di porre fine alle lunghe degenze e ai recuperi lenti, spesso parziali.

Ogni paziente, a qualsiasi età, merita di tornare rapidamente a una vita attiva e in salute.

Classifica dei migliori ospedali nel mondo per il 2024

Come ogni anno Newsweek in collaborazione con Statista classifica i migliori ospedali specializzati del mondo.

Questa classifica comprende i primi ospedali in tutto il mondo per cardiologia, oncologia, pediatria, cardiochirurgia, endocrinologia, gastroenterologia, neurologia, neurochirurgia, ortopedia, pneumologia, urologia, ostetricia e ginecologia.

Oncologia

Il MD Anderson Cancer Center di Houston, negli Stati Uniti, è stato classificato come il migliore ospedale al mondo per l’oncologia.

Questo riconoscimento proviene da una lista che comprende ben 300 istituti ospedalieri, di cui l’Europa annovera 122 strutture, con la Germania in testa con 35 ospedali, seguita da Francia (26), Italia (21), Spagna (17), Svizzera (10), Olanda (4), Danimarca (3), Svezia (2), e un rappresentante ciascuno per Austria, Belgio e Norvegia.

Tra gli ospedali italiani, l’IEO – Istituto Europeo di Oncologia a Milano è al 16° posto, seguito dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano al 19° e dal Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma al 34°.

Cardiologia

La Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti si è posizionata come la migliore struttura al mondo per la cardiologia.

La lista comprende 301 ospedali, di cui 121 europei, con la Germania in testa con 33 ospedali, seguita da Francia (25), Italia (21), Spagna (21), Svizzera (10), Olanda (3), Svezia (3), mentre Finlandia e Danimarca annoverano 2 ospedali ciascuna, e un ospedale in Norvegia.

In Italia, il Centro Cardiologico Monzino di Milano è al 19° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 20° e dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 37°

Endocrinologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’endocrinologia.

Il gruppo analizzato include 150 cliniche, di cui 48 sono situate in Europa, con la Germania in testa con 13 cliniche, seguita da Francia (10), Spagna (10), Italia (9), Svizzera (3), Danimarca (2), e Svezia (1).

In Italia, l‘Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano è al 24° posto, seguito dalle Molinette di Torino al 45° e dal Policlinico Gemelli di Roma al 53°.

Gastroenterologia

La Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata nuovamente classificata come la migliore struttura al mondo per la gastroenterologia.

La lista include 150 ospedali, con 52 di essi situati in Europa, guidati dalla Germania con 15 ospedali, seguiti dalla Spagna con 11, l’Italia con 9, la Francia con 8, la Svizzera con 3, mentre Belgio e Danimarca hanno 2 ospedali ciascuno, e Olanda e Svezia annoverano una struttura ciascuno.

In Italia, il Policlinico Gemelli di Roma è all’8° posto, seguito dall’Humanitas di Rozzano al 21° e dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 39°.

Cardiochirurgia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la cardiochirurgia.

L’Europa è ben rappresentata in questa lista dei migliori 150 ospedali, con la Germania in testa con 24 strutture, seguita dall’Italia con 12, Spagna con 10, Francia con 9, Olanda con 4, Svizzera con 4, Svezia con 3, e con un rappresentante ciascuno per Austria, Belgio e Danimarca.

In Italia, il Centro Cardiologico Monzino di Milano è al 23° posto, seguito dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 28°, dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 47° e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma al 51°.

Neurologia

Anche per la neurologia, la Mayo Clinic – Rochester negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo.

L’Europa annovera 44 cliniche tra le 125 classificate, con la Germania in testa con 15 cliniche, seguita dalla Francia con 9, Spagna con 7, Italia con 5, Svizzera con 4, Svezia con 2, Danimarca con 1, e Olanda con 1.

Tra le strutture italiane, l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è al 15° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 36°, dal Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma al 41° e dalla Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino di Pavia al 52°.

Neurochirurgia

Di nuovo, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la neurochirurgia.

In totale, 125 cliniche sono state classificate, di cui 45 sono europee. La Germania vanta 15 cliniche, la Francia 6, l’Italia 5, la Spagna 4, mentre Olanda, Svizzera e Danimarca ne hanno 3 ciascuna. Austria e Svezia presentano 2 cliniche ciascuna, mentre la Finlandia ha una rappresentante.

Tra le strutture italiane, il Carlo Besta di Milano è all’18° posto, seguito dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 58° e dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 67°.

Ortopedia

L’Hospital For Special Surgery negli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’ortopedia.

Questa lista comprende 125 ospedali, con 46 di essi situati in Europa. La Germania è in testa con 17 ospedali, seguita da Spagna e Francia con 8 ciascuna, Italia con 6, Svizzera con 4, e con un ospedale ciascuno in Finlandia, Norvegia e Svezia.

In Italia, lIstituto Ortopedico Rizzoli di Bologna è all’8° posto, seguito dallIstituto Galeazzi di Milano al 27°, dallAzienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze al 77° e dal Policlinico Gemelli di Roma all’86°.

Pediatria

Il Boston Children’s Hospital degli Stati Uniti è stato classificato come il migliore ospedale al mondo per la pediatria.

Questa lista comprende 250 strutture, con 78 di esse situate in Europa. La Germania è in testa con 32 ospedali, seguita da Spagna con 17, Italia con 13, Francia con 7, Svizzera con 5, e con un rappresentante ciascuno per Austria, Danimarca, Norvegia e Svezia.

Tra le strutture italiane, l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è al 9° posto, seguito dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova al 35° e dall’A.O. Ospedali Riuniti Marche Nord – Presidio San Salvatore Centro di Pesaro al 44°.

Pneumologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per la pneumologia.

Questa categoria comprende 125 ospedali, con 34 di essi situati in Europa. La Francia ne conta 13, la Germania 7, la Spagna 6, l’Italia 3, mentre Belgio, Svezia, Svizzera e Olanda presentano una struttura ciascuno. 

In Italia, il Policlinico Gemelli di Roma è al 49° posto, seguito dal Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al 68° e dal San Camillo di Roma al 73°.

Urologia

Ancora una volta, la Mayo Clinic – Rochester degli Stati Uniti è stata classificata come la migliore struttura al mondo per l’urologia.

In totale, sono stati classificati 125 ospedali, di cui 41 sono europei. La Francia è in testa con 12 ospedali, seguita da Germania con 10, Italia con 9, e con 6 rappresentanti ciascuna. Svizzera ha 2 ospedali, mentre Austria e Olanda presentano un ospedale ciascuna.

In Italia, l’Azienda Ospedaliera di Padova è al 24° posto, seguita dall’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano al 49° e dalle Molinette di Torino al 58°.

Ginecologia e Ostetricia

Il John Hopkins Hospital negli Stati Uniti è stato classificato come la migliore struttura al mondo per la ginecologia e l’ostetricia.

In questa categoria, sono stati considerati solo 100 ospedali, di cui 32 sono situati in Europa. La Germania è in testa con 12 ospedali, seguita da Francia con 6, Italia e Spagna con 5 ciascuna, Svizzera con 3, e Austria con 1.

Tra le strutture italiane, il Policlinico Gemelli di Roma è al 7° posto, seguito dal Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al 16° e dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova al 46°.

Conclusioni

Questa classifica fornisce un’ampia visione delle eccellenti strutture sanitarie specializzate in varie discipline mediche, riconoscendo il notevole contributo offerto dagli ospedali italiani ed europei.

È un punto di riferimento prezioso per coloro che potrebbero considerare l’opzione della mobilità sanitaria, in linea con la Direttiva 24/2011/UE sulla Sanità transfrontaliera.

Per approfondire ulteriormente le possibilità di cura in queste specialità, ti invitiamo a consultare i link inclusi nell’articolo.

Fonte

Sanador e la prima sala operatoria digitalizzata in Romania

Sanador Clinical Hospital inaugura la prima sala operatoria in Romania completamente digitalizzata.

I nostri partner: cliniche private con i più alti standard di qualità

In questi ultimi anni SEF ha instaurato partnership e collaborazione con alcune delle più importanti cliniche private di Bucarest.

Una tra queste è proprio la Clinica Sanador, protagonista in Romania di questa grande innovazione.

Nuova sala operatoria e terapia intensiva

Sanador Clinical Hospital di Bucarest ha inaugurato solo pochi giorni fa il secondo blocco operatorio con la prima sala operatoria completamente digitalizzata e  la prima sala mobile ibrida della Romania. Nello stesso momento, è stata aperta la prima unità di terapia intensiva digitalizzata di chirurgia vascolare, dove ogni posto letto gode di completa autonomia.

Le nuove attrezzatura e le nuove tecnologie, completamente all’avanguardia sia in sala operatoria che in terapia intensiva, sono un primato assoluto in Romania.

La digitalizzazione

Tutte le tecnologie più avanzate, a disposizione in sala operatoria, sono tutte integrate e digitalizzate, per rendere gli interventi chirurgici più efficienti e più sicuri per il paziente.

Secondo quanto dichiarato dalla Dottoressa Doris Andronescu, Direttore Generale di Sanador, “la prima sala ibrida mobile in Romania aiuterà i complessi interventi di cardiochirurgia, offrendo ai pazienti tutte le opzioni di trattamento disponibili. Attraverso questo investimento vogliamo confermare che Sanador è un importante riferimento per tutta la sanità in Romania, e la qualità resta l’obiettivo principale della nostra struttura.”

 

Come funziona una sala operatoria digitalizzata

Ognuna delle due nuove sale operatorie è dotata di grandi monitor mobili, una consolle di comando vicino al tavolo operatorio, ed un sistema centrale fisso con un grande monitor. 

Su ogni schermo può essere proiettata qualsiasi immagine richiesta dal chirurgo: un’immagine 4K ripresa dalla telecamera sulla lampada principale, o dalla telecamera sul soffitto, o dalla telecamera del videoendoscopio operatorio.

Inoltre, le informazioni sulla cartella elettronica del paziente possono essere proiettate su qualsiasi monitor, come anche radiografie precedenti, angiografie, immagini da monitor di terapia intensiva.

Ma non solo. Ognuna di queste immagini può essere trasmessa da remoto, con la possibilità di annotarla e contrassegnarla direttamente sullo schermo. Lo staff operatorio può ricevere feedback audio e video in tempo reale, anche da remoto. 

In questo modo è anche facile poter interagire con specialisti che risiedono in altre parti del mondo.

 

Centro di eccellenza in cardiochirurgia

Con l’inaugurazione delle nuove sale è stata inaugurata anche la nuova terapia intensiva cardiovascolare. Verrà così aumentato non solo il numero degli interventi, ma anche la loro complessità.

Ogni letto dispone di tutte le attrezzature necessarie per una completa autonomia per un paziente in condizioni critiche. Si va dai sistemi di monitoraggio avanzati, ai materassi antidecubito con sensori di peso, ventilazione automatica, cartella clinica collagata elettronicamente.

Ogni letto inoltre è videomonitorato attraverso un sistema intelligente, che consente di osservare ogni dettaglio sull’evoluzione del paziente.

Terapia intensiva

Contattaci per informazioni relative ai percorsi di cura in Romania.

Oppure consulta le nostre destinazioni.

Il nostro partner Quirónsalud e l’impianto di protesi personalizzata

Quiron

Nell'Ospedale Universitario Sagrat Cor è stata impiantata una protesi di anca personalizzata, in un paziente con malformazione osseo congenita.

Le protesi di anca

Per l’intervento di protesi totale di anca esistono varie tecniche, alcune più tradizionali, come l’accesso posteriore o laterale, altre più innovative, come l’accesso anteriore mininvasivo. Le protesi standard però possono non coprire le esigenze di alcune patologie di anca nei pazienti.

Dr Joan Manuel Burdeus

Il Dr Burdeus è specializzato in chirurgia ortopedica e traumatologia. E’ un esperto di chirurgia protesica per anca e ginocchio, terapie biologiche (cellule staminali) in lesioni cartilaginee.

Ha più di 40 anni di esperienza medica e 25 anni nel campo della traumatologia e oropedia.

 

Protesi Custom Made

Il Dr Burdeus, dopo l’operazione di anca personalizzata, ha così commentato.

“In futuro le protesi CUTOM MADE, o personalizzate, saranno la soluzione per casi speciali, in cui le protesi standard non coprono le esigenze dei pazienti che necessitano di un impianto protesico in articolazioni con alterazioni anatomiche complesse. Offrono vantaggi significativi riproducendo l’anatomia del paziente. Riducono i rischi e facilitano la guarigione per quei pazienti che necessitano un impianto protesico con caratteristiche irriproducibili.”

protesi di anca

 

Quirónsalud e SEF Surgical European Facilitator srl

SEF svolge un accurata analisi prima di sottoscrivere partnership. Ed è per questo che è orgogliosa di collaborare con il Gruppo Quirónsalud.

Questo risultato conferma la garanzia della scelta da parte di SEF di accesso alle cure per la mobilità sanitaria in Europa solo con clicniche dai migliori standard.

Per approfondire

Curarsi in Polonia. Una nuova opportunità con SEF

Carolina Med Center

Sempre più pazienti europei ed extra-europei cercano cure al di fuori del loro paese.

I motivi possono essere diversi, come motivi economici, lunghe liste di attesa, terapie non disponibili nella propria nazione.

Un buon numero di richieste che sono arrivate a SEF nell’ultimo anno indicavano la Turchia come una delle mete preferite per il Turismo medico.

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