“Grazie a loro milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato a riaprirsi” è la motivazione dell’Assemblea Nobel che ha assegnato il premio. Il loro lavoro ci ha permesso di superare “una delle peggiori minacce alla salute umana dei tempi moderni”.
Una vita di determinazione e sacrificio
Karikó ha una storia difficile alle spalle.
Nata in Ungheria nel 1955, è cresciuta in estrema povertà.
Nel 1985 ha lasciato il suo paese per seguire un dottorato negli Stati Uniti, scappando in auto oltre la cortina di ferro e nascondendo tutti i suoi risparmi nell’orsetto di peluche della figlia.
All’inizio, anche negli Usa, nessuno credeva al valore dei suoi studi sull’Rna.
Più volte fu vicina alla rinuncia, visto che nessuno voleva finanziarla.
Molte richieste di fondi furono respinte, fino a quando Karikó non incontrò Weissman in fila alla fotocopiatrice all’università della Pennsylvania, nel 1990.
Il collega, che stava lavorando a un possibile vaccino contro l’Aids, le diede un’idea per rendere l’Rna più stabile, quindi utilizzabile per scopi di salute.
Il ruolo chiave dell'Rna Messaggero nella pandemia
Oggi Weissman insegna ricerca nel campo dei vaccini all’università della Pennsylvania e Karikó, che mantiene una cattedra in quell’ateneo, è anche professoressa all’università ungherese di Szeged.
Resta consulente dell’azienda tedesca BioNTech che ha prodotto uno dei vaccini a Rna contro il Covid in collaborazione con Pfizer, somministrandone 1,5 miliardi di dosi.
Secondo l’Ema, Agenzia Europea per i medicinali, tutti i vaccini contro il Covid hanno salvato attorno ai 20 milioni di vite in tutto il mondo.
L'innovazione dell'Rna nei vaccini
L’Rna messaggero è la molecola usata nei vaccini contro il Covid.
La pandemia è stata il vero banco di prova di questo metodo, che pure veniva studiato dagli anni ‘80.
Nel vaccino contro Sars-Cov2 è stata usata la sequenza di Rna corrispondente a una parte del virus riconoscibile dal nostro sistema immunitario: la proteina spike.
Iniettato il vaccino, l’Rna penetra nelle nostre cellule e fornisce loro le istruzioni per assemblare la proteina spike.
Una volta in circolo nel nostro organismo, la spike viene riconosciuta dal sistema immunitario, che inizia a produrre anticorpi e sviluppa una memoria contro il virus.
L'ampliamento dell'uso dell'Rna nei vaccini
Rispetto ai metodi tradizionali – uso di virus inattivati o con la sequenza della spike inserita nel genoma, oppure uso di proteine spike già pronte – un vaccino a Rna può essere messo a punto in modo molto rapido.
A questa innovazione è stata attribuita buona parte del merito per la velocità con cui è partita la campagna vaccinale.
Dopo la prova di maturità della pandemia, i vaccini a Rna sono allo studio per molte malattie diverse, dall’influenza all’Aids fino ai tumori.
Delle sperimentazioni stanno valutando l’efficacia di questo metodo, ad esempio contro il melanoma.
Un tributo emotivo alla madre di Karikó
Il primo pensiero di Karikó è andato alla mamma: “Da dieci anni, quando non avevo nemmeno una cattedra, mi diceva: può darsi che il tuo nome venga pronunciato, e io sarò lì ad ascoltarlo”.
Sfortunatamente la mamma di Karikó è morta 5 anni fa, a 89 anni. “Può darsi che oggi mi ascolti dal cielo” ha detto commossa la scienziata.
Il Premio Nobel: un riconoscimento meritato
Il premio Nobel è assegnato con un appannaggio di 11 milioni di corone svedesi (un milione di euro), da dividere tra i vincitori.
Un milione di corone è stato aggiunto quest’anno, a causa dell’inflazione e della svalutazione della corona.
Martedì verranno nominati i vincitori per la Fisica, mercoledì per la Chimica. Giovedì toccherà alla Letteratura, venerdì alla Pace e lunedì 9 ottobre all’Economia.
Il Premio è nato nel 1901 per volontà di Alfred Nobel, chimico e ingegnere svedese che nel 1867 brevettò la dinamite. In precedenza, a causa di un’esplosione, Nobel aveva perso il fratello Emil.
Nel 1888, dopo la morte dell’altro fratello Ludvig, un quotidiano francese per errore pubblicò il necrologio di Alfred: “Il mercante di morte è morto”.
Alfred Nobel restò scosso e decise di istituire un premio destinato “a chi avesse offerto i più grandi benefici all’umanità”.
Eredità scientifiche del Nobel per la Medicina
L’anno scorso il Nobel per la Medicina è stato vinto da Svante Paabo, uno scienziato svedese che ha svelato i segreti del passato dell’uomo studiando il Dna dei primitivi, soprattutto dei Neanderthal.
A scegliere i vincitori per la Medicina è ogni anno l’Istituto Karolinska di Stoccolma.
I 50 membri dell’Assemblea dei Nobel del prestigioso istituto di medicina svedese invitano un gruppo ristretto di esperti del settore, inclusi i Nobel degli anni precedenti, a candidare dei nomi.
Sarà poi l’Assemblea a scegliere all’interno della rosa.
I vincitori saranno invitati a Stoccolma per una fastosa cerimonia alla presenza del re di Svezia il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel nel 1896.