I migliori ospedali d’Italia a Milano, Firenze e Ancona

L’Agenas ha pubblicato la classifica dei migliori ospedali in Italia, valutati sulla base di criteri di eccellenza come il volume di interventi, la qualità dell’assistenza e la velocità di risposta.

I migliori ospedali d'Italia

I tre migliori ospedali italiani sono il Careggi di Firenze, l’Azienda Ospedaliera delle Marche di Ancona e l’Humanitas di Milano.

Le tre strutture sono praticamente a pari merito su sei aree di attività, come cardiologia e ortopedia, ma il Careggi si distingue per una settima area, offrendo assistenza materno-infantile con sala parto e neonatologia, rendendo la sua copertura teoricamente più completa.

A riconoscere questa eccellenza è il Piano Nazionale Esiti (PNE) di Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, che valuta le strutture sulla base di indicatori come la sopravvivenza post-operatoria, il numero di casi trattati e la rapidità di risposta alle emergenze

Aumento dei ricoveri e angioplastiche in crescita

Secondo Agenas, nel 2023 le ospedalizzazioni sono aumentate raggiungendo quasi 8 milioni, con 312.000 ricoveri in più rispetto al 2022, avvicinandosi ai numeri pre-pandemia.

Nell’area cardiovascolare, la differenza di qualità tra Nord e Sud sembra attenuarsi, specialmente nella tempestività delle angioplastiche coronariche.

Gli interventi effettuati entro 90 minuti dall’infarto sono aumentati al 63% nel 2023, contro il 57% dell’anno precedente.

Strutture come il Barone Romeo di Patti (Messina), l’Ospedale di Treviso e il Pasquinucci di Massa-Carrara hanno eccelso, con oltre l’85% dei pazienti trattati tempestivamente.

Tuttavia, alcuni ospedali con un numero significativo di casi, come il Giaccone di Palermo e il San Giuliano di Napoli, registrano percentuali significativamente basse.

Interventi di Bypass e mortalità cardiaca

In cardiochirurgia, i ricoveri per bypass sono aumentati, anche se ancora 750 in meno rispetto al 2019.

Diciotto strutture in Italia soddisfano le soglie minime richieste, con l’azienda ospedaliera di Pisa, Cattinara e Maggiore di Trieste, e l’ospedale di Mestre che si distinguono per la bassa mortalità, rispettivamente dello 0,18%, 0,21% e 0,34%.

Tuttavia, il Gaspare Rodolico di Catania e altre strutture presentano tassi di mortalità più elevati.

Tumore alla mammella

Nel 2023, gli interventi per il tumore alla mammella sono stati 66.532, con 168 ospedali che superano i 150 interventi annui, coprendo l’85% della casistica totale.

Tuttavia, 201 strutture continuano a svolgere meno di 50 interventi annui, evidenziando la necessità di concentrare i casi nelle strutture con volumi maggiori per garantire una migliore qualità.

Gli ospedali IEO di Milano, Gemelli di Roma, Careggi di Firenze e Humanitas di Milano sono tra quelli che effettuano il maggior numero di interventi.

Tumore al colon

Con 26.154 operazioni di tumore al colon eseguite nel 2023, il 28% è stato trattato in ospedali con meno di 45 interventi annui, mentre il 66% è stato realizzato in strutture con oltre 50 interventi annui.

Tra i principali centri per il trattamento di questa patologia figurano il Gemelli di Roma, l’ospedale di Pisa e il Sant’Orsola di Bologna.

Tumore alla prostata

Nel 2023, l’80% dei 23.650 interventi per tumore alla prostata sono stati eseguiti in 143 strutture con volumi superiori a 50 operazioni all’anno. tuttavia, il 16% degli interventi è ancora svolto in strutture con un volume di attività insufficiente.

Tumore al polmone

Per il tumore al polmone, dei 14.336 interventi effettuati, il 74% è stato eseguito in ospedali che realizzano almeno 96 operazioni all’anno,

 Careggi, IEO e San Raffaele sono tra gli ospedali con il più alto numero di interventi.

Tumore al pancreas

Per gli interventi al pancreas, una patologia che richiede grande esperienza, solo 10 strutture in Italia raggiungono o superano i 50 interventi annui, rappresentando il 45% della casistica.

Tra i migliori centri per questi interventi complessi figurano l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, il San Raffaele di Milano e l’ospedale di Pisa.

Tuttavia, il 42% dei casi è ancora trattato in strutture con volumi troppo bassi.

Il calo delle nascite e la diffusione dei parti cesarei

Nel 2023 i parti in Italia sono stati 381.766, in calo rispetto all’anno precedente, con un numero crescente di punti nascita che gestiscono meno di 500 parti all’anno.

L’incidenza delle parti cesarei è leggermente scesa al 22,7%, ma resta elevata soprattutto nelle strutture private e al Sud.

Frattura del femore: tempistica e performance regionale

Operare rapidamente, entro 48 ore, le fratture del femore è cruciale per gli anziani, e il 59% degli interventi del 2023 è avvenuto entro questo termine.

Tuttavia, regioni come Calabria, Liguria e Sardegna restano sotto la soglia del 60%.

Gli ospedali Umberto I di Siracusa e Monopoli di Bari si distinguono per l’efficienza, mentre strutture come quella di Matera presentano percentuali molto basse di tempestività.

Questi dati evidenziano come i migliori ospedali italiani si distinguono non solo per la qualità delle cure ma anche per la capacità di trattare un elevato numero di casi, un aspetto cruciale per mantenere elevati standard di assistenza e garantire un’efficace risposta sanitaria su tutto il territorio

Fonte:

Sanità pubblica, fiducia minata dalle lunghe liste d’attesa

In Italia, oltre il 50% delle persone attende mesi per visite ed esami medici, mentre il 60% esprime insoddisfazione riguardo agli ospedali del Sud, spingendosi verso strutture private

Crescente insoddisfazione nella sanità pubblica

Dopo il superamento dell’onda iniziale della pandemia di Covid-19, che ha messo in luce le sfide strutturali, come la carenza di posti letto in terapia intensiva, il sistema sanitario pubblico italiano sta vivendo un periodo di crescente sfiducia.

Questa tendenza ha spinto numerosi professionisti sanitari, inclusi medici e infermieri, a cercare opportunità di lavoro presso strutture sanitarie private o all’estero, generando preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema pubblico.

Il giudizio degli italiani sul SSN

Attualmente, più del 50% degli italiani non considera soddisfacente il servizio sanitario pubblico nel suo complesso, e quasi il 60% ritiene che si sia deteriorato negli ultimi quattro anni, rispetto al periodo precedente la pandemia.

La principale fonte di preoccupazione per gli italiani è l’organizzazione dei servizi pubblici, più che la qualità delle cure.

Il 47% degli intervistati ritiene che i servizi pubblici siano meno efficienti rispetto a quelli offerti dalle strutture private, mentre solo l’11% li ritiene superiori.

Il problema delle liste d'attesa

Le lunghe liste d’attesa rappresentano uno dei principali motivi di insoddisfazione.

Per le visite specialistiche, il 53% degli italiani deve attendere mesi prima di essere visitato, e un ulteriore 18% deve aspettare almeno un anno.

Per gli esami diagnostici, il 48% dei pazienti deve aspettare mesi, e il 12% deve attendere più di un anno prima di poter accedere ai servizi.

Solo l’8% degli italiani dichiara di essere soddisfatto dei tempi di attesa.

Disparità territoriali

La percezione della qualità dei servizi sanitari varia notevolmente in tutto il paese.

Solo il 14% degli italiani ritiene che l’offerta sanitaria pubblica sia uniformemente di alta qualità in tutte le regioni.

La maggioranza degli italiani (oltre il 60%) ritiene che la performance della sanità pubblica sia migliore nelle regioni settentrionali.

Rivalorizzazione della Sanità Pubblica

L’82% degli italiani condivide l’affermazione del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha sottolineato l’importanza della sanità come un “patrimonio prezioso da difendere.”

Questo dimostra una crescente consapevolezza della necessità di rivalutare e rafforzare la sanità pubblica in Italia, non solo come un diritto costituzionale, ma come un elemento fondamentale per il benessere collettivo.

Gli italiani sperano che il governo attribuisca priorità alla rivalorizzazione e all’investimento nella sanità pubblica, riconoscendo la sua importanza vitale per la società nel suo complesso.

Sanità Pubblica e Digitale, una richiesta chiara da parte degli italiani

Gli italiani rimangono fermamente devoti alla sanità pubblica e ritengono che il governo debba rendere la salute una priorità nella pianificazione finanziaria, sottolineando l’urgenza di riforme e investimenti per garantire assistenza di alta qualità a tutti i cittadini.

Liste d'attesa, un ostacolo persistente

Una delle questioni più pressanti che affliggono il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano è la persistente presenza di lunghe liste d’attesa per visite ed esami medici.

Questo problema cruciale impone un onere significativo sui pazienti, spesso costretti a attendere settimane o addirittura mesi prima di ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno.

È evidente che migliorare l’accesso rapido e agevole ai servizi sanitari rappresenta una priorità indiscutibile.

Difficoltà nell'accedere a visite ed esami

Un’altra sfida rilevante è la difficoltà che molti italiani incontrano nell’accedere alle visite mediche e agli esami diagnostici.

Questa difficoltà è spesso attribuita a vincoli organizzativi e risorse insufficienti, il che mette in luce la necessità di migliorare l’efficienza del sistema sanitario in termini di erogazione di servizi tempestivi.

Pronto soccorso saturi

I pronto soccorso in Italia sono spesso ingolfati, creando ulteriori disagi per i pazienti in cerca di cure immediate.

Questa situazione mette in evidenza la necessità di un approccio strategico per affrontare l’ingorgo nei pronto soccorso e garantire un accesso adeguato a chiunque ne abbia bisogno.

Operatori stressati e in fuga

Una delle sfide più significative del sistema sanitario italiano riguarda la situazione degli operatori sanitari, in particolare dei medici.

Un numero significativo di medici italiani è sotto pressione costante, e molti valutano seriamente l’opportunità di emigrare all’estero in cerca di condizioni di lavoro migliori.

Questa situazione solleva domande cruciali sulla necessità di preservare la forza lavoro sanitaria in Italia e fornire incentivi adeguati per attirare e trattenere medici altamente qualificati.

La Sanità Pubblica rimane un imperativo

Nonostante le numerose sfide, la stragrande maggioranza degli italiani resta convinta che la sanità debba rimanere di proprietà pubblica.

Questo sostegno alla sanità pubblica è radicato nell’identità nazionale e riflette l’importanza attribuita a un sistema di salute accessibile ed equo.

Le aspettative dei cittadini

La maggior parte dei cittadini ritiene che il governo debba fare della sanità una priorità nella pianificazione finanziaria, sottolineando l’importanza di investire in infrastrutture sanitarie, risorse umane e tecnologie mediche per migliorare l’assistenza sanitaria complessiva.

Per migliorare l’assistenza sanitaria, una significativa percentuale della popolazione suggerisce di concentrarsi sull’incremento del personale medico, sull’aumento dei finanziamenti destinati al settore e sulla riforma delle organizzazioni sanitarie al fine di ottimizzare l’erogazione dei servizi.

Le differenze tra Nord e Sud

L’indagine mette in evidenza notevoli differenze nelle performance della sanità pubblica tra il Nord e il Sud del Paese.

Queste disparità influenzano le opinioni sul miglior modello di sistema sanitario, con i cittadini del Nord che spesso preferiscono un modello regionale, mentre quelli del Sud preferiscono interventi statali.

Tuttavia, la sanità pubblica rimane un comune denominatore, indipendentemente dalla regione.

In sintesi, il sistema sanitario italiano richiede riforme sostanziali per affrontare le sfide attuali e garantire una sanità pubblica efficace, equa e accessibile a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza.

Malattie reumatiche, il tempo è cruciale.

La Sanità in ambito reumatologico sta vivendo una vera e propria rivoluzione grazie alle innovazioni diagnostiche e terapie sempre più avanzate. Questo progresso è reso possibile grazie a strumenti sofisticati come la biopsia sinoviale e l’utilizzo di strumenti di imaging come l’ecografia articolare e la capillaroscopia.

Diagnosi precoce e Terapie personalizzate

Grazie a questi avanzamenti, la diagnosi precoce delle malattie reumatiche è ora una realtà, consentendo l’implementazione di terapie mirate e personalizzate.

Questo non solo migliora la qualità di vita dei pazienti ma può persino portare alla remissione della malattia.

Tuttavia, il fattore critico rimane il tempismo nella diagnosi e la gestione multidisciplinare da parte di un team di specialisti.

La Campania all'avanguardia

La regione della Campania è in prima linea nella gestione delle malattie reumatiche, un problema che colpisce almeno 5,5 milioni di italiani, spesso costretti ad attendere anni per una diagnosi accurata.

Secondo la Società Italiana di Reumatologia, i pazienti possono attendere fino a sette anni per una diagnosi di malattie come l’Artrite psoriasica, la Spondilite anchilosante e la Fibromialgia, circa tre anni per la Sclerosi Sistemica e circa due anni per l’Artrite Reumatoide.

Il ruolo del Prof. Enrico Tirri

Il Prof. Enrico Tirri, Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale San Giovanni Bosco e dell’Ospedale del Mare, sta contribuendo significativamente a migliorare la situazione.

Come Docente della Scuola di Specializzazione di Reumatologia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Reumatologia, il suo impegno è di fondamentale importanza.

Impatto delle malattie reumatiche

Le malattie reumatiche causano dolori diffusi e danni articolari, che se non trattati adeguatamente possono portare all’invalidità permanente.

Inoltre, possono avere gravi ripercussioni sull’umore del paziente, portandolo all’isolamento sociale e all’assenza dal lavoro.

Una sfida per il Sistema Sanitario

Contrariamente a quanto si possa pensare, queste malattie, in particolare le malattie reumatiche autoimmuni, colpiscono spesso una popolazione giovane in età lavorativa (30-50 anni).

Sono la condizione clinica cronica più diffusa in Italia e rappresentano la prima causa di assenza dal lavoro e la seconda per invalidità, con costi elevati per il Sistema Sanitario Nazionale.

Disparità di genere nelle malattie reumatiche

Esiste una notevole disparità di genere nelle malattie reumatiche, con un predominio delle donne in alcune malattie autoimmuni come il Lupus eritematoso sistemico, la Sclerosi Sistemica e la Sindrome di Sjogren.

Al contrario, l‘Artrite Reumatoide colpisce più frequentemente le donne, mentre la Spondilite Anchilosante è più comune negli uomini.

Diagnosi precoce come chiave per la cura

La diagnosi precoce rimane fondamentale per la gestione delle malattie reumatiche.

Tra le nuove tecniche diagnostiche, la biopsia sinoviale svolge un ruolo cruciale.

La sinovia, la membrana che riveste le articolazioni, è soggetta al processo infiammatorio immunomediato e l’esame istologico della sinovia può aiutare a indirizzare il trattamento in modo mirato ed evitare cure inutili e costose.

Ruolo della capillaroscopia

La capillaroscopia è un altro strumento diagnostico importante che consente di valutare le alterazioni della microcircolazione, come il “Fenomeno di Raynaud”.

Questo esame può rivelare patologie autoimmuni del tessuto connettivo e facilitare la diagnosi precoce.

Importanza dei medici di Medicina Generale

Anche i medici di medicina generale svolgono un ruolo essenziale nella diagnosi precoce delle malattie reumatiche, in quanto possono indirizzare rapidamente i pazienti agli specialisti reumatologi.

La formazione dei medici di medicina generale è fondamentale per garantire un’assistenza tempestiva.

Terapie avanzate

Oltre ai farmaci biotecnologici sottocutanei, i Jak inibitori somministrati per via orale rappresentano un’opzione terapeutica importante.

Questi farmaci sono efficaci nell’Artrite Reumatoide, nell’Artrite Psoriasica e nella Spondilite Anchilosante.

Monitoraggio continuo e nuove tecnologie

Il follow-up dei pazienti reumatici beneficia delle nuove tecnologie, come l’ecografia articolare.

Questo esame non invasivo fornisce informazioni dettagliate sull’infiammazione articolare e supporta le decisioni terapeutiche.

L’ASL Napoli 1 Centro sta anche lavorando per migliorare ulteriormente la gestione delle malattie reumatiche trasferendo l’Unità Operativa di Reumatologia all’Ospedale del Mare, dove saranno possibili collaborazioni interdisciplinari.

Fibromialgia: una priorità di ricerca

Anche la Fibromialgia è oggetto di attenzione, con sforzi per riconoscerla tra le patologie invalidanti e per creare un Registro Italiano della Fibromialgia.

Questo sforzo di ricerca mira a quantificare il numero reale di pazienti affetti da questa condizione, che rappresenta una sfida significativa per la regione della Campania.

La “rete reumatologica” coinvolge specialisti e medici di medicina generale per garantire una gestione efficace dei pazienti affetti da malattie reumatiche.

Cisti cerebrale rimossa con tecnica inedita al Meyer di Firenze

Questo caso particolare di patologia cistica cerebrale ha richiesto l’utilizzo di un innovativo percorso endoscopico sviluppato dagli stessi specialisti del Meyer.                La rivista Operative Neurosurgery ha  pubblicato un video-articolo sull’operazione.

La patologia

Il paziente presentava una cisti colloide di dimensioni notevoli, 24 mm, situata in una zona profonda del cervello, nel punto più alto del terzo ventricolo.

Questa condizione gli causava gravi cefalee e richiese una valutazione specialistica presso il Centro di Eccellenza di Neurochirurgia del Meyer.

Gli esperti diagnosticarono una cisti con una posizione anatomica complessa, non raggiungibile tramite l’approccio endoscopico tradizionale e difficile da visualizzare.

L’assenza di trattamento chirurgico avrebbe potuto causare l’ostruzione della circolazione del liquido cerebrospinale, aumentando pericolosamente la pressione endocranica e mettendo a rischio la vita del paziente.

Percorso endoscopico innovativo

Il team guidato dal dottor Lorenzo Genitori ha sviluppato una tecnica endoscopica innovativa.

Utilizzando un piccolo foro di soli 5 mm nell’osso frontale, insieme a strumenti come il neuronavigatore, il mapping preoperatorio e la trattografia in Risonanza Magnetica (RM), il percorso endoscopico è stato tracciato attraverso i ventricoli cerebrali laterali, il setto pellucido e la membrana del setto, raggiungendo la cisti da un angolo più diretto.

Questo approccio garantisce una precisione estrema senza rischi per altre strutture cerebrali.

Rispetto alla chirurgia tradizionale, riduce notevolmente il rischio di recidive.

Team multidisciplinare

In sala operatoria, il dottor Genitori è stato affiancato dai dottori Federico Mussa, Mirko Scagnet, Rina Agushi e Regina Mura, con la preziosa collaborazione della dottoressa Paola Serio in neuroanestesia e del dottor Ludovico D’Incerti, neuroradiologo, per la pianificazione e la simulazione preoperatoria.

Questa straordinaria operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze, diretto dalla professoressa Monica Carfagni, che da anni lavora a stretto contatto con il Meyer attraverso il laboratorio congiunto di stampa 3D “T3Ddy”.

Risultato e prospettive

Il paziente è stato dimesso solo tre giorni dopo l’intervento ed è in buone condizioni di salute.

La TAC postoperatoria ha confermato la completa rimozione della cisti senza alcuna complicazione.

Secondo il dottor Lorenzo Genitori, questa nuova tecnica aprirà la strada a trattamenti sempre più conservativi, mini invasivi e con minori complicazioni per i pazienti con lesioni cerebrali profonde nel futuro.

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Fonte

Da cittadino a paziente europeo. La salute è un diritto

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Dopo il Covid, possiamo contrastare l’aumento delle liste d’attesa, anche grazie alla sanità transfrontaliera.
Esiste da tempo un quadro normativo europeo e nazionale che include anche la sanità transfrontaliera tra le varie scelte a disposizione del cittadino per ottenere le cure di cui ha bisogno in tempi compatibili con il suo stato di salute, ed esercitare così il diritto alla salute, riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

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Liste d’attesa. Anche se il lockdown è finito, continueranno ad aumentare

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Possibile recuperare i ritardi accumulati nella sanità durante i mesi di lockdown? Difficile, dato che le nuove misure di prevenzione anti-Covid comportano inevitabilmente una riduzione della capienza delle strutture e della quantità delle prestazioni erogabili, sia per quanto riguarda le attività ambulatoriali, sia per quanto riguarda interventi e ricoveri.

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