Avanzamenti nel trattamento della calcolosi renale complessa

Una nuova tecnica chirurgica per il trattamento della calcolosi renale è stata introdotta all’ospedale San Donato di Arezzo, rinnovando la tradizione mininvasiva ed endourologica per la gestione di questa patologia. L’equipe urologica, guidata dal dr. Filippo Annino, ha introdotto un innovativo intervento di Litotrissia percutanea renale con tecnica combinata retrograda (ECIRS).

Tradizione di mininvasività ed endourologia

Sotto la guida del dr. De Angelis, fino alla fine del 2023 primario del reparto, l’Urologia del San Donato è stata tra i primi centri in Italia ad introdurre interventi endourologici per calcolosi urinaria, come l’ureteroscopia e la tecnica percutanea, quest’ultima utilizzata per il trattamento della calcolosi renale più complessa.

Innovazione tecnologica

L’urologia aretina è stata la prima in Italia a dotarsi di un ureteroscopio flessibile digitale, alcuni anni fa, grazie al costante supporto del CALCIT, spiega il dr. Filippo Annino, Direttore ff UOC Urologia Ospedale Arezzo.

Questo strumento, sottile ed articolato, ha consentito al reparto di trattare la calcolosi nel rene con la tecnica endoscopica senza cicatrici (RIRS).

Al contrario, la tecnica percutanea (PCNL) prevede un accesso tramite il dorso del paziente, direttamente all’interno del rene, consentendo la frammentazione di calcoli di dimensioni maggiori e più complessi grazie a strumenti di calibro maggiore.

Intervento di ultima introduzione: ECIRS

L’intervento di ultima introduzione (ECIRS) permette un ulteriore passo avanti, prosegue Annino, coniugando le due procedure già eseguite presso l’urologia del San Donato (litotrissia percutanea PCNL e litotrissia endoscopica intrarenale RIRS) in un unico tempo chirurgico.

Usare contemporaneamente due equipes e due strumenti favorisce una più rapida e completa frammentazione del calcolo.

Attività e collaborazione

L’attività è stata iniziata dalla dr.ssa Annalisa Mantella, titolare dell’incarico di Endourologia, con la supervisione del dr. Filippo Annino.

A supporto dell’equipe, con la sua esperienza decennale sulla procedura, è intervenuta la dr.ssa Stefania Ferretti, Responsabile di struttura semplice di Endourologia e Chirurgia mininvasiva presso l’Ospedale Civile di Baggiovara Modena.

Prospettive future

Questo step, conclude il dr. Filippo Annino, arricchisce un percorso di collaborazione iniziato con la formazione robotica dell’equipe modenese da parte degli urologi di Arezzo.

Ora tale collaborazione porterà a breve a rendere l’ECIRS una procedura standard e disponibile presso la UOC di Urologia di Arezzo per i pazienti affetti da calcolosi complessa.

Sostituzione valvola aortica transcatetere senza rischio coronarico

Nei giorni scorsi, presso l’Aoup, nell’ambito della sezione dipartimentale di Emodinamica, è stato eseguito con successo un impianto transcatetere di valvola aortica (Tavi). Il paziente, era già stato sottoposto a un intervento di sostituzione valvolare aortica chirurgica, ma la bioprotesi impiantata si era degenerata.

Tecnica innovativa

L’intervento, ad alta complessità, è stato eseguito dal team guidato dai cardiologi interventisti Marco Angelillis e Giulia Costa, coadiuvati dai cardiologi ecocardiografisti Laura Stazzoni e Matteo Mazzola, dagli anestesisti Silvia Xynelis e Alessandro Isirdi e dal personale infermieristico e tecnico.

Ciò che ha reso innovativo l’intervento è stata l’applicazione della tecnica denominata Basilica (acronimo di bioprosthetic or native aortic scallop intentional laceration to prevent iatrogenic coronary artery obstruction).

La procedura Basilica

La tecnica Basilica prevede il laceramento dei lembi della valvola chirurgica degenerata prima dell’impianto della nuova bioprotesi.

Questo viene eseguito sotto guida fluoroscopica e ecografica transesofagea al fine di ridurre il rischio di occlusione delle arterie coronariche, rischio particolarmente elevato in questo tipo di interventi.

Risultati e dimissioni

Questo è stato il decimo intervento di Basilica eseguito presso l’Aoup da Angelillis e Costa, ma il primo in cui la tecnica è stata applicata sia sul lembo destro che su quello sinistro della bioprotesi degenerata.

Nonostante la complessità dell’intervento, della durata di circa 4 ore, non sono state riscontrate complicanze e il paziente è stato dimesso dopo soli due giorni.

Eccellenza nell'emodinamica

La Sezione dipartimentale di Emodinamica dell’Aoup è l’unico centro in Toscana e uno dei pochi in Italia in cui viene eseguita la procedura Basilica durante i Tavi.

Ciò dimostra l’elevato livello di competenza dell’équipe nel trattamento transcatetere delle patologie valvolari cardiache.

Questo percorso di eccellenza è iniziato nel 2007, facendo dell’Aoup il primo centro in Toscana e il terzo in Italia a offrire questa tipologia di interventi.

Rimozione di due tumori in un unico intervento chirurgico con tecnologia robotica

Un’operazione chirurgica innovativa ha condotto alla rimozione completa di due carcinomi, uno localizzato nel rene e l’altro nel colon. Questo successo ha portato il Policlinico di Sant’Orsola ad essere riconosciuto come la prima struttura al mondo per il numero di resezioni intestinali eseguite utilizzando la nuova piattaforma robotica.

Il successo dell'operazione

All’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, la tecnologia si rivela come un prezioso alleato nella lotta contro il cancro.

Recentemente, durante un’operazione chirurgica, sono stati rimossi due tumori maligni dallo stesso paziente grazie alle avanzate capacità della piattaforma robotica Hugo, prodotta da Medtronic.

L’intervento, eseguito con successo su un paziente marchigiano di 75 anni a marzo, segna un importante traguardo per l’ospedale.

Chirurgia robotica

L’équipe guidata dai professori Matteo Rottoli e Riccardo Schiavina ha condotto l’operazione, rimuovendo contemporaneamente il rene sinistro affetto da carcinoma renale papillare e il colon destro affetto da adenocarcinoma.

Questa riuscita è stata resa possibile dalla flessibilità e dalla precisione offerte dalla piattaforma robotica Hugo, riducendo i tempi e limitando l’invasività dell’intervento.

La presenza di questa tecnologia innovativa presso il Policlinico di Sant’Orsola ha dimostrato di favorire una ripresa più rapida dei pazienti.

Rimozione del terzo tumore

Il paziente non ha affrontato solo due, ma tre tumori maligni primitivi.

Oltre ai due carcinomi rimossi con la chirurgia robotica, un terzo tumore, un polipo cancerizzato situato nella parte sinistra del colon, è stato asportato tramite chirurgia endoscopica.

Questa tecnica ha permesso di evitare l’asportazione totale del colon, dimostrando l’efficacia dell’approccio multidisciplinare nell’affrontare casi complessi.

Importanza della tecnologia e della multidisciplinarità

Il Prof. Eugenio Brunocilla, responsabile dell’Urologia, sottolinea l’importanza della tecnologia robotica e della multidisciplinarità nell’affrontare sfide chirurgiche.

Tali competenze, consolidate nel tempo presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, diventano sempre più cruciali nel limitare l’invasività degli interventi e migliorare i risultati per i pazienti.

Espansione della tecnologia robotica

L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola si conferma come un punto di riferimento per la chirurgia robotica in diverse specialità mediche.

Oltre alla chirurgia del tratto alimentare, l’ospedale è coinvolto in ambiti come la cardiologia, la ginecologia, l’ortopedia e molte altre.

La presenza di Hugo e altre piattaforme robotiche indica una costante ricerca di innovazione e un impegno nel fornire trattamenti all’avanguardia ai pazienti.

Vantaggi della chirurgia robotica

La versatilità, la comodità e i costi contenuti delle piattaforme robotiche consentono di eseguire un numero sempre maggiore di interventi chirurgici in modo efficiente.

La consolle aperta di Hugo amplia le possibilità di formazione chirurgica, consentendo a più chirurghi di accedere alle informazioni e di partecipare attivamente durante gli interventi.

Crescita dell'Utilizzo delle piattaforme robotiche

L’introduzione di Hugo, affiancato al già consolidato sistema Da Vinci, evidenzia un costante sviluppo nella chirurgia robotica presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

L’incremento del numero di dispositivi è parallelo alla crescente domanda di interventi chirurgici robotici, testimoniando l’efficacia e la fiducia in questa tecnologia.

Benefici tangibili per pazienti e operatori

L’utilizzo delle piattaforme robotiche si traduce in una riduzione della necessità di interventi chirurgici di revisione, dei tassi di infezione e delle complicanze, oltre a una riduzione della durata del ricovero.

Questo approccio offre vantaggi sia per i pazienti, in termini di recupero post-operatorio più rapido, che per gli operatori, migliorando la precisione e la comodità durante gli interventi.

Insoddisfazione degli Italiani riguardo al SSN a causa delle liste di attesa con tempi insostenibili e preoccupanti

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano affronta una crescente insoddisfazione tra la popolazione, soprattutto a causa dei tempi di attesa e delle difficoltà nell’accesso alle visite specialistiche e agli interventi chirurgici.

Difficoltà di accesso a specialisti

Una quota significativa degli italiani trova complesso reperire uno specialista quando necessario e lamenta di non sempre incontrare medici competenti durante le proprie esperienze sanitarie.

Percezione divergente sulla fiducia nel SSN

La fiducia nel SSN è oggetto di divisione, con quasi la metà della popolazione che esprime mancanza di fiducia nel sistema. Inoltre, molti cittadini esprimono critiche riguardo alla qualità sia del sistema sanitario regionale che di quello nazionale.

Check-Up sulla salute degli Italiani

I dati raccolti da EngageMinds Hub dell’Università Cattolica indicano che la maggioranza degli italiani si considera in buona salute.

Tuttavia, emerge una discrepanza tra le aspettative dei cittadini e la capacità del SSN di soddisfarle in modo adeguato.

Percezione sulla competenza dei medici

Le opinioni sulla competenza dei medici variano tra i diversi gruppi demografici, con le donne, coloro che si identificano politicamente a destra e chi ha una bassa fiducia nel SSN che manifestano maggiore criticità rispetto a questo aspetto.

Gestione individuale della salute

Nonostante la maggior parte degli italiani ritenga di essere in grado di gestire efficacemente la propria salute, solo una minoranza discute con i medici eventuali sintomi o preoccupazioni sulla propria condizione di salute.

Crescita dell'importanza della collaborazione con il personale sanitario

Nonostante le difficoltà riscontrate, si osserva un aumento dell’importanza attribuita alla collaborazione con il personale sanitario, suggerendo una maggiore consapevolezza dei cittadini riguardo alla propria salute e al ruolo del sistema sanitario nel promuoverla.

Richiesta di investimenti nel Sistema Sanitario Pubblico

La maggioranza degli italiani ritiene che il governo debba destinare maggiori risorse al sistema sanitario pubblico, piuttosto che al settore privato, indicando una preferenza per un SSN rinnovato e potenziato.

Dubbi sull'impatto del PNRR sul Sistema Sanitario

C’è diffusa sfiducia riguardo all’efficacia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel promuovere riforme significative nel settore sanitario, sollevando dubbi sulla reale capacità di miglioramento del sistema.

Necessità di promuovere un engagement consapevole

Infine, si sottolinea l’importanza di promuovere un coinvolgimento consapevole dei cittadini nel sistema sanitario nazionale, al fine di valorizzarne la dimensione di bene comune e garantirne efficienza e sostenibilità nel lungo periodo, attraverso investimenti mirati e una maggiore partecipazione della comunità.

Fonte:

8mila pazienti in attesa di trapianti

Le donazioni e i trapianti continuano a incrementare, tuttavia, persiste un numero significativo di pazienti in attesa di un organo, che si attesta intorno agli 8.000. Questo dato, purtroppo, sembra rimanere stabile nel tempo, nonostante i progressi della ricerca.

La situazione attuale delle liste d'attesa

Attualmente, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti riportano che circa 6.000 pazienti sono in lista d’attesa per un rene, mentre poco meno di 1.000 pazienti aspettano un fegato.

La necessità di cuori e polmoni si attesta rispettivamente intorno ai 700 e ai 200, con una quantità simile per i trapianti di pancreas.

I successi dei trapianti e la mano tesa della solidarietà

Nonostante i numeri, ci sono storie di successo che alimentano la speranza.

Come quella di un uomo di 49 anni, vincitore di una medaglia d’oro ai Mondiali di sci dei trapianti a Bormio, dopo aver ricevuto un trapianto cinque mesi prima.

L'Importanza della donazione

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, sottolinea che donare gli organi è una scelta naturale e un gesto che può salvare vite.

Nonostante l’Italia abbia un sistema trapianti all’avanguardia, il numero di organi disponibili non è ancora sufficiente per coprire tutte le necessità.

La necessità di informazione e consapevolezza

Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, evidenzia che, nonostante l’innovazione nel campo dei trapianti, la scelta della donazione rimane fondamentale.

Tuttavia, la reticenza di alcuni cittadini nel prestare il consenso al prelievo è ancora un ostacolo da superare, spesso dovuto a una mancanza di conoscenza sull’argomento.

Iniziative per promuovere la donazione

Per promuovere una maggiore consapevolezza sulla donazione degli organi, il Ministero della Salute e il Centro Nazionale Trapianti annunciano l’invio di materiale informativo a circa 900 uffici anagrafe dei 500 comuni più popolosi d’Italia entro aprile.

Questo materiale fornirà informazioni accurate sulla donazione agli individui in procinto di rinnovare il proprio documento d’identità, facilitando una decisione informata.

Prossimi passi e copertura territoriale

L’iniziativa di sensibilizzazione proseguirà nei mesi successivi, con l’obiettivo di raggiungere entro la fine dell’anno oltre 1.500 sedi anagrafiche e più di 1.100 comuni, coprendo quasi 40 milioni di cittadini residenti.

Il sostegno alla donazione può essere dichiarato tramite l’AIDO o presso gli sportelli delle ASL, promuovendo così una cultura della solidarietà e dell’aiuto reciproco.

L’ictus, una malattia che coinvolge anche i giovani.

In Italia, l’ictus non è più considerato solo una malattia degli anziani. Ogni anno, circa 12.000 persone sotto i 55 anni sono colpite da questa patologia, rappresentando circa il 10% del totale nazionale di 120.000 casi. Sorprendentemente, il 25% di questi casi avviene prima dei 65 anni.

Un problema di salute pubblica

L’ictus è classificato tra le prime tre cause di morte nel paese e la principale causa di disabilità.

Circa 45.000 dei sopravvissuti a questo evento acuto sono colpiti da disabilità.

Questi numeri indicano l’urgente necessità di aumentare l’attenzione sui casi di ictus nei pazienti sotto i 55 anni.

Progetto di sensibilizzazione e screening

Per affrontare questa crescente preoccupazione, l’Isa-AII (Italian Stroke Association – Società Italiana Ictus) ha lanciato un progetto di formazione e screening. In collaborazione con l’Ispettorato per gli istituti di istruzione della Guardia di Finanza, mira a sensibilizzare la popolazione e a individuare precocemente i potenziali rischi legati all’ictus.

Impegno per la prevenzione primaria

Mauro Silvestrini, presidente dell’Isa-AII, sottolinea l’importanza della prevenzione primaria.

Gli stili di vita scorretti, come il consumo di alcol, il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà, contribuiscono all’aumento dei casi di ictus anche tra i giovani.

Pertanto, investire in prevenzione è fondamentale per contrastare questa tendenza.

Ruolo della Società Scientifica

Paola Santalucia, presidente eletta dell’Isa-AII, ribadisce l’impegno della società scientifica nella prevenzione dell’ictus.

Questa malattia non solo influisce sulla salute individuale, ma ha anche un impatto significativo sul benessere dell’intera popolazione, con conseguenze socio-economiche stimati in Europa a oltre 60 miliardi di euro.

Iniziative di sensibilizzazione e screening

Durante il X Congresso nazionale della Società a L’Aquila, sono state presentate diverse attività di prevenzione e trattamenti innovativi per l’ictus.

Tra queste, si è svolta un’iniziativa pubblica nel parco del Castello il 13 aprile, dedicata alla valutazione del rischio individuale cardiovascolare e di ictus.

I partecipanti hanno avuto l’opportunità di compilare le “Carte del rischio cardiovascolare” e di misurare la pressione arteriosa e la circonferenza addominale.

Promuovere la consapevolezza e l'intervento tempestivo

Queste iniziative non solo mirano a individuare precocemente i potenziali rischi di ictus, ma anche a educare e informare sulla corretta identificazione dei segni precoci della malattia.

Un intervento rapido e appropriato può ridurre le conseguenze dell’ictus e migliorare significativamente l’esito clinico per i pazienti.

Fonte:

La spesa sanitaria familiare aumenta, così come le rinunce alle cure.

La spesa sanitaria out-of-pocket del 2022 in Italia solleva interrogativi cruciali per famiglie e società. La Fondazione GIMBE analizza i dati Istat per valutare l’impatto della spesa sanitaria sulle famiglie e le sfide legate alla povertà e all’accesso alle cure.

La spesa sanitaria out-of-pocket in Italia

Nel 2022, la spesa sanitaria out-of-pocket raggiunge quasi € 37 miliardi, sostenuta direttamente dalle famiglie.

Questo comporta una media di € 1.362 per famiglia, con un aumento di oltre € 64 rispetto al 2021.

Il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, sottolinea l’importanza di analizzare questo fenomeno considerando l’impatto sui bilanci familiari e la crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Composizione della spesa sanitaria

La spesa sanitaria totale in Italia nel 2022 ammonta a € 171,867 milioni, di cui il 21,4% è rappresentato dalla spesa privata out-of-pocket.

Questo indica un sistema sanitario misto, con quasi l’89% della spesa privata a carico delle famiglie.

Nel decennio 2012-2022, la spesa out-of-pocket è aumentata dell’1,6% annuo, evidenziando il progressivo indebolimento del SSN.

Impatto sulle famiglie

Le spese per la salute per famiglia registrano un aumento nel 2022, interessando tutte le macro-aree del Paese.

Tuttavia, i dati regionali mostrano una situazione eterogenea, con incrementi significativi in alcune regioni e diminuzioni in altre.

L’interpretazione di tali dati è complessa, influenzata da variabili quali la qualità dei servizi sanitari e la capacità di spesa delle famiglie.

Limitazione delle spese e indisponibilità economica

Un numero significativo di famiglie ha limitato la spesa per visite mediche e accertamenti preventivi nel 2022, soprattutto nel Mezzogiorno.

Allo stesso modo, un’altra parte della popolazione ha dichiarato indisponibilità economica per affrontare spese relative alle malattie.

Questi fenomeni contribuiscono a contenere la spesa out-of-pocket.

Rinuncia alle cure

Secondo il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile, nel 2022 oltre 4,13 milioni di persone hanno rinunciato alle cure sanitarie per motivi economici o di accesso.

Sebbene la percentuale sia stabile nel tempo, rimane un problema diffuso su tutto il territorio nazionale.

Povertà assoluta

L’incidenza della povertà assoluta per le famiglie è aumentata dal 2021 al 2022, interessando tutte le regioni italiane.

Questo fenomeno impatterà sulla spesa out-of-pocket e aumenterà la rinuncia alle cure, con conseguenze negative sulla salute e sull’aspettativa di vita delle persone più povere.

Considerazioni finali

L’analisi evidenzia l’importanza di considerare non solo la spesa out-of-pocket, ma anche i fenomeni associati come la limitazione delle spese, l’indisponibilità economica e la rinuncia alle cure.

Inoltre, si sottolinea la necessità di politiche volte a contrastare la povertà assoluta per garantire un accesso equo alle cure e migliorare la salute della popolazione, specialmente nel Mezzogiorno.

Tumore alla prostata le possibili conseguenze di impotenza e incontinenza dopo l’intervento.

Il tumore alla prostata è il più comune tra gli uomini, anche a soli 50 anni; ogni anno, circa 20mila pazienti richiedono una prostatectomia, con il rischio di disfunzione erettile e incontinenza. Tuttavia, a differenza delle protesi mammarie dopo la mastectomia, l’accesso ai dispositivi medici non è garantito come un diritto.

Tumore alla prostata: una realtà diffusa

Il tumore alla prostata è il tipo più comune di cancro tra gli uomini e può insorgere già a 50 anni di età.

Ogni anno, in Italia, si registrano oltre 36.000 nuove diagnosi di questa patologia, che rappresenta una sfida significativa per il sistema sanitario e per gli individui colpiti.

Prostatectomia radicale: un intervento cruciale

La prostatectomia radicale, un’operazione chirurgica che comporta la rimozione totale della ghiandola prostatica, è spesso necessaria per trattare il tumore alla prostata.

Circa 20.000 pazienti all’anno richiedono questo intervento, il quale, se da un lato può salvare la vita, dall’altro può causare effetti collaterali invalidanti come impotenza e incontinenza urinaria.

Soluzioni per i problemi post-operatori

Secondo Carlo Bettocchi, professore associato di Urologia, i principali problemi dopo la prostatectomia sono la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria.

Tuttavia, esistono diverse opzioni di trattamento, che includono terapie mediche, riabilitazione e l’utilizzo di dispositivi protesici come la protesi peniena e lo sfintere urinario artificiale.

Nonostante ciò, l’accesso a tali soluzioni non è uniforme su tutto il territorio nazionale.

Disuguaglianze nell'accesso alle cure

Uno dei maggiori ostacoli nell’accesso alle cure è rappresentato dalla mancanza di inclusione dei dispositivi protesici nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).

Questo porta a disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, con alcuni pazienti che possono accedere alle cure mentre altri no, a seconda della regione in cui risiedono e delle politiche locali.

Necessità di inclusione nei Lea

Secondo Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia, è essenziale includere i dispositivi protesici nei Lea al fine di garantire un accesso equo e omogeneo alle cure per tutti i pazienti affetti da tumore alla prostata.

Questo rappresenterebbe un importante passo avanti nella lotta contro le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria.

Rimborsi e copertura dei costi

Attualmente, il rimborso per i dispositivi protesici varia considerevolmente da regione a regione e non sempre copre i costi in modo completo.

È quindi necessario adeguare i meccanismi di rimborso al fine di garantire un accesso equo e universale alle cure per tutti i pazienti affetti da tumore alla prostata.

Impatto psicologico e sociale

Oltre ai problemi fisici, la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria hanno un impatto significativo sulla qualità di vita e sul benessere psicologico dei pazienti e dei loro partner.

È fondamentale considerare questo aspetto nella gestione dei disturbi post-operatori, garantendo un supporto psicologico adeguato e un’assistenza completa e integrata.

Conclusioni

Il trattamento del tumore alla prostata non si limita alla sola rimozione del tumore, ma deve prendere in considerazione anche gli effetti collaterali dell’intervento chirurgico.

È importante lavorare per garantire un accesso equo e universale alle cure e per ridurre le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, assicurando che tutti i pazienti abbiano accesso alle migliori opzioni di trattamento disponibili.

Fonte:

Chirurgia senza cicatrici, il Gemelli introduce la Toetva per la rimozione della tiroide

Il Policlinico Gemelli abbraccia una filosofia di trattamento che punta a offrire ai pazienti una vasta gamma di opzioni chirurgiche per la tiroidectomia, incluse le più avanzate.

La tecnica Toetva

La Toetva, acronimo di tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare, rappresenta un’opzione innovativa, introdotta recentemente dagli endocrinochirurghi del Gemelli.

Questa procedura, originariamente sviluppata nel Sud-Est asiatico, mira a evitare le cicatrici visibili sul collo, risolvendo così un importante problema culturale.

Diversificazione dell'offerta chirurgica

Il Professor Marco Raffaelli sottolinea che, nonostante la chirurgia tradizionale rimanga ampiamente utilizzata, l’ospedale offre anche opzioni meno invasive come la chirurgia robotica e ora la Toetva, per soddisfare le preferenze dei pazienti.

Accoglienza positiva

Una paziente sottoposta alla Toetva si è dimostrata soddisfatta dei risultati, confermando l’efficacia e l’accettazione di questa nuova procedura.

Formazione e addestramento

L’adozione della Toetva richiede corsi di formazione e simulazioni, evidenziando la necessità di competenze specializzate per eseguire l’intervento con successo.

Questo impegno nella formazione è dimostrato dall’organizzazione di corsi internazionali in collaborazione con istituti di prestigio.

L'intervento

La Toetva, sebbene promettente, è indicata solo per una precisa categoria di pazienti, escludendo quelli con condizioni particolari come tiroidi voluminose o precedenti interventi al collo.

Tuttavia, per i pazienti idonei, offre una soluzione vantaggiosa in termini di estetica e recupero post-operatorio

Procedura e possibili complicanze

L’intervento, eseguito in anestesia generale, comporta incisioni all’interno della bocca per rimuovere la tiroide.

Le complicanze potenziali includono lesioni nervose e perdita di sensibilità.

È importante che il paziente sia informato in modo completo sui rischi e sui benefici prima di procedere con la Toetva.

Conclusioni

La Toetva rappresenta un passo avanti nella chirurgia della tiroidectomia, offrendo una soluzione innovativa per pazienti che preferiscono evitare cicatrici visibili sul collo.

Tuttavia, è essenziale un’accurata selezione dei pazienti e un addestramento specializzato per garantire risultati ottimali e minimizzare le complicanze.

L’ospedale si impegna a mantenere elevati standard di formazione e ad offrire opzioni chirurgiche all’avanguardia per rispondere alle esigenze dei pazienti.

Aumento dei tumori dei millennials, il Colon-Retto il più colpito.

L’aumento dei tumori giovanili è una preoccupante realtà globale. I giovani sono colpiti da tumori come colon-retto, seno, polmoni, e altri. Fattori di rischio come fumo, alcol, e dieta squilibrata contribuiscono a questa tendenza. Anche in Italia, i casi di tumori del colon-retto tra i giovani sono in aumento.

Aumento dei tumori fra i giovani

La crescente incidenza dei tumori nei giovani, noti come tumori dei millennials, è un fenomeno preoccupante che non ha risparmiato neppure la principessa britannica Kate.

Sebbene possa sembrare sorprendente, l’età non rappresenta più un fattore discriminante quando si tratta di cancro.

Questa tendenza all’aumento dei tumori giovanili è stata rilevata già alcuni anni fa e sta diventando sempre più evidente.

Dati globali e tendenze

I primi segnali di questa tendenza sono emersi nel 2019, indicando un aumento significativo delle diagnosi e dei decessi per tumori giovanili.

Uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Oncology ha riportato un aumento del 79,1% delle diagnosi e del 27,7% dei decessi tra il 1990 e il 2019, con una diminuzione dell’incidenza dei tumori sopra i 50 anni.

Questo trend non riguarda solo una specifica area geografica ma è diffuso soprattutto nei paesi con un livello socioeconomico più elevato.

 

Tumori più diffusi e fattori di rischio

I tumori che colpiscono i giovani includono stomaco, colon-retto, seno, trachea, bronchi e polmoni.

Sono stati identificati diversi fattori di rischio, tra cui il fumo, l’alcol e una dieta poco equilibrata, caratterizzata da un’elevata assunzione di carne rossa e una scarsa quantità di frutta e verdura.

Questi fattori sono stati da tempo associati a un aumento del rischio di cancro.

Dati specifici sull'Italia

Anche in Italia, i dati confermano un aumento delle diagnosi di tumori del colon-retto tra i giovani.

Uno studio condotto dall’Agenzia per la Tutela della Salute di Milano ha evidenziato un aumento dello 0,7% annuo delle diagnosi di tumori del colon-retto nella fascia d’età inferiore ai 50 anni.

Ricerca sulle cause

Gli studi in corso cercano di individuare le cause di questo aumento.

La ricerca si sta concentrando su una vasta gamma di potenziali fattori, tra cui l’alimentazione, l’esposizione a sostanze inquinanti e lo stile di vita in generale.

Alcuni studi suggeriscono che le sostanze presenti nell’alimentazione, come le microplastiche e le molecole presenti nelle carni rosse molto cotte e lavorate, potrebbero contribuire all’aumento dei tumori giovanili.

Ruolo dell'obesità e dell'alimentazione

L’obesità e l’alimentazione sono fattori chiave che potrebbero contribuire all’insorgenza di tumori.

Tuttavia, l’Italia mostra dati migliori rispetto ad altri paesi europei in termini di obesità e consumo di alcol.

Ciò potrebbe suggerire che esistono differenze nei comportamenti e nello stile di vita che potrebbero influenzare il rischio di sviluppare tumori.

Consapevolezza e diagnosi precoce

Il caso della principessa Kate evidenzia l’importanza della consapevolezza e della diagnosi precoce nei giovani per migliorare le prospettive di cura e sopravvivenza.

Uno dei problemi principali nei casi giovanili di cancro è la difficoltà nella diagnosi precoce, che può portare a stadi avanzati della malattia e rendere più difficile la cura.

Prospettive future

Affrontare il problema dei tumori giovanili richiede una comprensione più approfondita delle cause e un impegno congiunto per promuovere uno stile di vita sano e interventi di screening appropriati.

È necessario continuare a condurre ricerche per identificare i fattori di rischio e sviluppare strategie efficaci per la prevenzione e la gestione dei tumori nei giovani.

Fonte: