La TAVI: una procedura salvavita ancora poco accessibile in Italia

Nuove raccomandazioni dagli Stati Uniti indicano che la sostituzione transcatetere della valvola aortica (TAVI/TAVR) può ridurre i rischi di morte, ictus e ricovero anche nei pazienti con stenosi grave asintomatica, oggi trattati solo con sorveglianza. In Italia, però, si eseguono appena 220 TAVI per milione di abitanti, contro un fabbisogno stimato di 400.

Una procedura salvavita, ma poco accessibile

Nonostante le evidenze scientifiche a supporto dell’estensione delle indicazioni della TAVI (sostituzione transcatetere di valvola aortica) anche ai pazienti con stenosi aortica asintomatica, in Italia questa procedura mininvasiva soddisfa solo poco più della metà del fabbisogno nazionale.

Ogni anno si eseguono 220 TAVI per milione di abitanti, rispetto a un fabbisogno stimato di 400 per milione.

Focus scientifico e sostenibilità ambientale al congresso GISE

Gli specialisti della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE) hanno acceso i riflettori su nuove opportunità e carenze di accesso alla TAVI durante il 45° congresso nazionale, inaugurato a Milano.

Per la prima volta in Italia, l’evento è interamente “carbon neutral”, con emissioni di carbonio calcolate e compensate.

Oltre ad essere un momento scientifico di rilievo, il congresso si propone come un esempio di responsabilità ambientale.

La rivoluzione della TAVI nella cardiologia interventistica

La TAVI ha trasformato la cardiologia interventistica, offrendo una valida alternativa alla chirurgia a cuore aperto per i pazienti con stenosi aortica – spiega Francesco Saia, presidente GISE.

La stenosi aortica è una grave patologia che ostacola il flusso sanguigno e aumenta il rischio di morte, con una sopravvivenza inferiore al 5% a tre anni dalla diagnosi sintomatica.

Questa procedura minimamente invasiva rappresenta una soluzione innovativa per migliorare la qualità della vita dei pazienti”.

Lo studio EARLY TAVR: i vantaggi dell'intervento precoce

Durante il congresso internazionale Transcatheter Cardiovascolare Therapeutics (TCT) a Washington, è stato presentato lo studio EARLY TAVR, che ha dimostrato i benefici di un intervento precoce nei pazienti con stenosi aortica grave ma asintomatica.

Su 901 pazienti seguiti per 3,8 anni, quelli sottoposti a TAVI precoce hanno mostrato un rischio ridotto del 15% di morte, ictus o ricovero rispetto al gruppo monitorato.

Inoltre, questi pazienti hanno registrato un minore deterioramento della funzione cardiaca.

Alfredo Marchese, responsabile di cardiologia interventistica all’Ospedale S. Maria GVM di Bari, sottolinea che il 70% dei pazienti monitorati ha comunque necessitato della sostituzione della valvola entro due anni, spesso con sintomi gravi. “Non ci sono vantaggi nell’aspettare: i nuovi dati indicano che l’intervento precoce può migliorare in modo significativo gli esiti”.

Italia: tra fabbisogno insoddisfatto e disomogeneità territoriale

Nonostante i progressi scientifici, in Italia l’accesso alla TAVI resta limitato.

“Il numero di pazienti trattati è insufficiente rispetto al fabbisogno – evidenzia Saia – e le differenze geografiche sono significative: si va da 108 a 294 interventi per milione di abitanti nelle diverse regioni, contro un fabbisogno di 350-400″.

GISE sollecita le istituzioni a colmare queste lacune, individuando strumenti per migliorare l’accesso alla procedura e garantire una maggiore uniformità nei trattamenti, al fine di salvaguardare la salute dei pazienti.