Chirurgia robotica, a Candiolo debutta il nuovo sistema hi-tech monobraccio

Al chirurgo-robot oggi basta un solo ‘accesso’ per operare prostata e rene. Con il nuovo sistema robotico ‘monobraccio’ non servono più le classiche quattro incisioni nella parete addominale per inserire i bracci robotici operatori. Ora è sufficiente una sola incisione, delle dimensioni massime di una moneta. Questo riduce il recupero post-operatorio al minimo indispensabile e in futuro permetterà ai pazienti di tornare a casa dopo poche ore dall’intervento.

Disponibilità e prime applicazioni

L’innovativa tecnologia è da oggi disponibile all’Irccs di Candiolo (Torino), dove sono stati operati i primi due pazienti con il nuovo metodo.

In futuro, l’intervento di rimozione di un tumore alla prostata diventerà una procedura rapida, con un ricovero di 24-48 ore. Il nuovo robot Da Vinci SP, acquisito con il contributo della Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro Onlus, rappresenta un sistema di ultimissima generazione.

Caratteristiche del Robot Da Vinci SP

Il sistema robotico Da Vinci SP è dotato di un unico braccio robotico che permette di eseguire interventi chirurgici complessi attraverso un unico accesso, sfruttando, dove possibile, orifizi naturali per raggiungere gli organi senza ledere la parete muscolare.

Il braccio è equipaggiato con tre strumenti chirurgici avanzati che offrono una mobilità superiore rispetto alla mano umana e con un endoscopio super-flessibile e orientabile per una visione in alta definizione del campo operatorio, tutti controllati direttamente dal chirurgo.

Benefici per i pazienti

Una volta inserito, il sistema consente una grande capacità di manovra in spazi anatomici molto ristretti, richiedendo un adattamento a nuove modalità operative.

Questo rende l’intervento ultra-preciso e mininvasivo grazie al singolo accesso di circa 3 cm.

Per i pazienti, questo si traduce in una riduzione del trauma e dell’infiammazione locali, diminuendo notevolmente il dolore post-operatorio e accorciando i tempi di recupero, con benefici estetici e psicologici.

Diffusione internazionale

Già utilizzato negli Stati Uniti, dove è stato introdotto nel 2018, l’uso del robot cresce del 38% annuo, con 9000 interventi eseguiti solo nel 2023.

Da un paio di mesi ha ricevuto il marchio CE ed è stato introdotto in Germania e Regno Unito.

In Italia, Candiolo è il quarto centro, unico in Piemonte, a dotarsi dell’innovativa tecnologia, la più avanzata piattaforma robotica attualmente disponibile.

Indicazioni e utilizzo clinico

Il robot monobraccio non è adatto a tutti i pazienti.

Le prime indicazioni per il suo uso naturale si trovano nella chirurgia urologica, che negli USA rappresenta il 73% degli interventi, prevalentemente nel trattamento del tumore del rene e della prostata.

In questi casi, il sistema consente di operare al di fuori della cavità addominale con una minore invasività, senza compromettere la qualità chirurgica e riducendo del 30% i tempi di degenza grazie a una rapida ripresa e una significativa riduzione del dolore post-operatorio.

Prospettive future

Dei circa 500 interventi di chirurgia robotica programmati a Candiolo nel 2024, oltre un centinaio saranno eseguiti con il robot ‘monobraccio’.

L’obiettivo dell’Irccs di Candiolo, grazie all’adozione di questa innovativa tecnologia, è offrire a ciascun paziente una chirurgia sempre più precisa e personalizzata, senza compromettere l’efficacia oncologica e massimizzando i risultati funzionali e la rapida ripresa della vita quotidiana, grazie al minimo impatto dell’intervento.

Innovazione in chirurgia urologica:”super robot chirurgico” al Niguarda di Milano

Lo scopo della ricerca sanitaria, semplice e ambizioso allo stesso tempo, è quello di inventare nuove terapie e metodi di diagnosi, così come tecniche per interventi sempre più efficaci e a misura di paziente.

Il "super robot chirurgico" single-port all'Ospedale Niguarda

L’Ospedale Niguarda di Milano è all’avanguardia nell’adozione di tecnologie innovative per la chirurgia.

Recentemente, è entrato in funzione un “super robot chirurgico” single-port chiamato da Vinci SP.

Questo robot è stato introdotto per mettere in atto una tecnica operatoria rivoluzionaria inventata da Aldo Bocciardi, direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico di Niguarda.

Il primo intervento e i piani futuri

Il primo paziente su cui il nuovo robot è stato impiegato è un uomo di circa 60 anni affetto da un tumore maligno alla prostata.

Sono già in programma due ulteriori interventi.

Questo segna un importante passo avanti nella chirurgia oncologica mini-invasiva dell’ospedale.

L'Ospedale Niguarda come centro di eccellenza

L’Ospedale Niguarda di Milano è un centro di riferimento per la chirurgia oncologica mini-invasiva.

Nel solo 2023, sono stati effettuati quasi 2000 interventi, di cui circa 500 in chirurgia robotica, principalmente per tumori alla prostata, al rene e alla vescica.

L’Ospedale Niguarda è tra i primi in Italia a poter utilizzare il nuovo robot single-port, offrendo ai pazienti le tecnologie più avanzate nel campo della chirurgia.

La tecnica innovativa di Aldo Bocciardi

La tecnica inventata da Aldo Bocciardi consiste nell’asportare la prostata passando attraverso una via anatomica più diretta e meno dannosa.

Finora, gli urologi avevano sfruttato lo spazio tra la vescica e il pube, un metodo efficace ma che poteva causare incontinenza urinaria nel paziente.

La nuova tecnica, sviluppata a Niguarda, sfrutta invece lo spazio tra la vescica e il retto, riducendo il rischio di incontinenza urinaria e migliorando la qualità di vita del paziente.

I benefici della nuova tecnica

Questa nuova tecnica chirurgica riduce notevolmente gli effetti collaterali e migliora ulteriormente la qualità di vita del paziente.

Inoltre, l’operazione è più rapida, riduce il dolore post-operatorio e riduce il rischio di incontinenza urinaria.

Grazie alla singola incisione necessaria, anziché le consuete sei, si riduce anche il trauma chirurgico per il paziente.

L'attività chirurgica e robotica di Niguarda

L’attività chirurgica e robotica di Niguarda per il trattamento delle patologie urologiche si completa con ulteriori 1.500 interventi all’anno effettuati in endoscopia, principalmente per tumori vescicali, calcolosi urinaria e ipertrofia prostatica, ma anche per patologie più rare.

La presenza di tecnologie all’avanguardia e di un team altamente qualificato rende l’Ospedale Niguarda un punto di riferimento per la chirurgia urologica avanzata.

Il presente della chirurgia a Niguarda

La chirurgia tradizionale è ormai riservata soltanto a situazioni estreme, con meno di 20 casi all’anno.

L’ospedale è in grado di eseguire interventi complessi, come l’asportazione di un tumore del rene di quasi 3 kg, con tecniche robotiche avanzate che permettono al paziente una ripresa rapida e una riduzione degli effetti collaterali.

Grazie alle tecnologie all’avanguardia e all’esperienza del suo team medico, l’Ospedale Niguarda offre ai pazienti il massimo livello di cura e qualità di vita.

Tumore alla prostata le possibili conseguenze di impotenza e incontinenza dopo l’intervento.

Il tumore alla prostata è il più comune tra gli uomini, anche a soli 50 anni; ogni anno, circa 20mila pazienti richiedono una prostatectomia, con il rischio di disfunzione erettile e incontinenza. Tuttavia, a differenza delle protesi mammarie dopo la mastectomia, l’accesso ai dispositivi medici non è garantito come un diritto.

Tumore alla prostata: una realtà diffusa

Il tumore alla prostata è il tipo più comune di cancro tra gli uomini e può insorgere già a 50 anni di età.

Ogni anno, in Italia, si registrano oltre 36.000 nuove diagnosi di questa patologia, che rappresenta una sfida significativa per il sistema sanitario e per gli individui colpiti.

Prostatectomia radicale: un intervento cruciale

La prostatectomia radicale, un’operazione chirurgica che comporta la rimozione totale della ghiandola prostatica, è spesso necessaria per trattare il tumore alla prostata.

Circa 20.000 pazienti all’anno richiedono questo intervento, il quale, se da un lato può salvare la vita, dall’altro può causare effetti collaterali invalidanti come impotenza e incontinenza urinaria.

Soluzioni per i problemi post-operatori

Secondo Carlo Bettocchi, professore associato di Urologia, i principali problemi dopo la prostatectomia sono la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria.

Tuttavia, esistono diverse opzioni di trattamento, che includono terapie mediche, riabilitazione e l’utilizzo di dispositivi protesici come la protesi peniena e lo sfintere urinario artificiale.

Nonostante ciò, l’accesso a tali soluzioni non è uniforme su tutto il territorio nazionale.

Disuguaglianze nell'accesso alle cure

Uno dei maggiori ostacoli nell’accesso alle cure è rappresentato dalla mancanza di inclusione dei dispositivi protesici nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).

Questo porta a disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, con alcuni pazienti che possono accedere alle cure mentre altri no, a seconda della regione in cui risiedono e delle politiche locali.

Necessità di inclusione nei Lea

Secondo Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia, è essenziale includere i dispositivi protesici nei Lea al fine di garantire un accesso equo e omogeneo alle cure per tutti i pazienti affetti da tumore alla prostata.

Questo rappresenterebbe un importante passo avanti nella lotta contro le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria.

Rimborsi e copertura dei costi

Attualmente, il rimborso per i dispositivi protesici varia considerevolmente da regione a regione e non sempre copre i costi in modo completo.

È quindi necessario adeguare i meccanismi di rimborso al fine di garantire un accesso equo e universale alle cure per tutti i pazienti affetti da tumore alla prostata.

Impatto psicologico e sociale

Oltre ai problemi fisici, la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria hanno un impatto significativo sulla qualità di vita e sul benessere psicologico dei pazienti e dei loro partner.

È fondamentale considerare questo aspetto nella gestione dei disturbi post-operatori, garantendo un supporto psicologico adeguato e un’assistenza completa e integrata.

Conclusioni

Il trattamento del tumore alla prostata non si limita alla sola rimozione del tumore, ma deve prendere in considerazione anche gli effetti collaterali dell’intervento chirurgico.

È importante lavorare per garantire un accesso equo e universale alle cure e per ridurre le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, assicurando che tutti i pazienti abbiano accesso alle migliori opzioni di trattamento disponibili.

Fonte:

L’intelligenza artificiale rivoluziona la lotta al tumore alla prostata

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale si rivela fondamentale nella battaglia contro il tumore alla prostata.

Cnr-Iit

L’Istituto di informatica e telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iit) ha sviluppato una metodologia innovativa basata su nuovi algoritmi di intelligenza artificiale che permette di prevedere con precisione la ricomparsa del tumore dopo l’asportazione chirurgica.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, offre una speranza concreta per i pazienti affetti da questa diffusa malattia.

Il tumore alla prostata: una sfida globale

Il tumore alla prostata rappresenta una delle forme di cancro più comuni al mondo, con circa 1,4 milioni di nuove diagnosi nel 2022.

Le proiezioni indicano che nel 2025 verranno fatte 363.000 nuove diagnosi nella comunità europea, con un numero stimato di 78.000 decessi.

Questi dati evidenziano l’urgenza di trovare soluzioni efficaci per combattere questa malattia.

La sfida della recidiva

Dopo l’asportazione chirurgica della prostata, circa il 15% dei pazienti sottoposti all’intervento sono classificati come ad alto rischio di ricaduta e richiedono un monitoraggio attento per individuare eventuali segni di ripresa del tumore.

Tuttavia, la tempistica con cui la malattia si ripresenta può variare considerevolmente da paziente a paziente, rendendo necessaria la ricerca di strumenti predittivi più accurati.

Un nuovo approccio grazie all'intelligenza artificiale

L’Istituto di informatica e telematica del Cnr ha condotto una ricerca innovativa utilizzando una lista di geni marcatori e sviluppando un metodo computazionale di apprendimento automatico per analizzarli.

Questo approccio ha dimostrato una capacità predittiva superiore rispetto ai metodi attualmente in uso.

Lo studio ha coinvolto un gruppo di 1.240 pazienti e ha utilizzato un database di sequenze genetiche di esami di biopsie, confermando l’efficacia dell’intelligenza artificiale nel prevedere la ricaduta del tumore alla prostata.

Un passo avanti nella personalizzazione della cura

La metodologia sviluppata dal Cnr-Iit rappresenta un notevole miglioramento rispetto ai risultati precedenti nella predizione della sopravvivenza a cinque anni dei pazienti con tumore al seno.

In particolare, le predizioni sulla ricaduta del tumore alla prostata utilizzano un ampio spettro di marcatori genetici, integrandoli con i marcatori clinici già in uso.

Questo approccio offre la possibilità di personalizzare la terapia, consentendo una maggiore probabilità di sopravvivenza e una migliore qualità di vita per i pazienti affetti da questa malattia.

Implicazioni per la pratica clinica

Lo studio condotto dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr offre importanti contributi alle decisioni cliniche sulla terapia del tumore alla prostata.

I risultati ottenuti consentono di adottare un approccio più mirato e preciso nel trattamento di questa malattia, offrendo la possibilità di personalizzare la cura in base alle caratteristiche genetiche del paziente.

Questo rappresenta un importante passo avanti nel migliorare le prospettive di sopravvivenza e di guarigione.

Progetti futuri e sviluppo

Il progetto “Tuscany Health Ecosystem” (The), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), prevede lo sviluppo, nei prossimi tre anni, di un sistema diagnostico per uso clinico basato sulla metodologia sviluppata dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr.

Questo consentirà di ampliare l’applicazione di queste scoperte rivoluzionarie, fornendo ai medici uno strumento diagnostico avanzato per la gestione del tumore alla prostata.

Conclusioni

La ricerca condotta dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il tumore alla prostata.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella pratica clinica offre nuove opportunità per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento personalizzato di questa malattia diffusa.

Grazie a questi sviluppi, si prospetta una migliore qualità di vita e una maggiore probabilità di sopravvivenza per i pazienti affetti da tumore alla prostata.

Fonte